Un filosofo in ascensore

numerinumeri-specchioL’ascensore che utilizzo tutti i giorni ha un grosso specchio che occupa quasi integralmente una delle pareti.
A volte mi capita di non guardare direttamente il display digitale dell’ascensore, ma la sua immagine riflessa: il fatto che questa presenti non i numeri, ma la loro immagine speculare, non è un problema. Non lo è sicuramente per 1 e 8, che sono simmetrici, e non lo è neppure per 3, 4, 6 e 7: anche se quello che mi appare ha la forma una E maiuscola o di lettere greche (gamma minuscola, una sorta di delta minuscola e gamma maiuscola), io vedo i numeri. Al secondo e quinto piano, invece, non riesco a non vedere 5 e 2: pur sapendo che il 5 che vedo è in realtà l’immagine speculare di un 2, continuo a vedere e leggere 5.
Questo mi provoca sempre un leggero disagio, perché l’ascensore sembra passare dal secondo al quinto piano per poi tornare al terzo.

Per superare il disagio, mi concentro sulla bottoniera.
Nella parte alta, subito sotto il display, alcuni disegni mostrano la procedura per lanciare l’allarme in caso di blocco: disegno di un dito che preme un bottone con una campana; disegno di una clessidra; disegno di una testa umana a fianco di una cornetta del telefono.
Una campana, una clessidra, una cornetta del telefono.
Le campane non vengono più utilizzate per dare l’allarme. Le clessidre sono oggetti d’arredamento. Sull’ascensore non c’è un telefono con cornetta, ma un microfono ambientale.
Il simbolo sopravvive all’oggetto.

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