Beppe Grillo ha preso casa a Lugano.
Nulla di male: ognuno è libero di abitare dove preferisce, senza doversi giustificare. Grillo, però, almeno un po’ il bisogno di giustificarsi lo sente, e così dichiara al giornale ticinese il Caffè:
Sì, mi sono scelto un angolino tranquillo e sicuro, ed è anche un posto carino. Se rischio di finire al gabbio sono pronto… Scherzi a parte, non ho paura di essere arrestato in Italia, ma il mio blog rischia veramente di essere censurato, oscurato, chiuso; e io voglio essere pronto per ripartire immediatamente in un Paese sicuro che me lo consente.
Sei vi state chiedendo a cosa serva un appartamento a Lugano per sbloccare un sito oscurato dall’autorità giudiziaria, me lo chiedo anche io.
Il guaio di Grillo (rectius: della redazione del blog di Grillo), oltre a quello d’essere un populista, è che ormai s’è costruito questa immagine di pauperista, dàlli-alle-multinazionali, se-si-muove-un-sasso-è-colpa-delle-scie-chimiche il cui pubblico di riferimento non può tollerare un acquisto d’una casa nella vituperatissima (perché ricca e porto franco economico) Svizzera, sia pure quella italiana, senza doverla giustificare con sofismi degni d’un mariuolo comune. Manco un Cesare Battisti qualunque cercherebbe un rifugio prima d’aver commesso un fatto delittuoso; figurarsi un comichetto dietrologo col pallino della persecuzione giudiziaria…
@Francesco Minciotti: Concordo. Il problema è: ma a nessuno dei suoi sostenitori viene il dubbio che per creare un nuovo sito in caso di oscuramento non serve ristrutturare un appartamento a Lugano?
Qulcuno dovrebbe dirgli che per eludere la leggina detta Prodi Levi che sta per essere varata, basta un server in una nazione estera ed un prestanome proveninente dalla stessa nazione in cui risiede il server che si intesti il dominio. Poi puoi ululare alla luna quanto vuoi senza che nessuno ti chiuda nulla….
@marco paoli: Più che a Grillo, che secondo me lo sa, qualcuno dovrebbe dirlo ai grillini.