Silenzio

Primo racconto scritto appositamente per questo sito, Silenzio è ispirato da una mia grande passione, la musica, e una mia grande paura, l’intolleranza.

Silenzio

Io sono un grande amante della musica. Adoro ascoltare musica. Purtroppo è terribilmente difficile, oggi, ascoltare della buona musica.
No, non mi riferisco alle porcherie che trasmettono in radio, o agli orrori che i cantanti o presunti tali si ostinano a incidere. Sono anni che non ascolto la radio, e nei negozi di musica entro solo per comprare dischi di musica classica. Il vero problema, quello che maggiormente ostacola l’ascolto della musica, è il rumore.
Sì, il rumore: il traffico, le urla dei passanti, gli elettrodomestici, i vicini… il mondo non ha il minimo rispetto per il silenzio, e senza il silenzio assoluto, non vi può essere musica.
Ma io ho deciso di affrontare il problema, e alla fine sono anche riuscito a risolverlo abbastanza bene. Tanto per cominciare, per tenere fuori il traffico e i vicini, pareti imbottite e doppi vetri alle finestre. Ho speso una fortuna, ma alla fine solo i suoni particolarmente forti riuscivano a penetrare in casa! L’operazione più difficile, comunque, è stata rimuovere i rumori esterni. Il frigorifero! Quanto rumore produce il frigorifero! E sì che ho acquistato uno dei più silenziosi sul mercato! Alla fine, ho dovuto trasferire la cucina nella stanza più lontana dal mio studio, e isolare anche i muri interni. Per il computer, sono stato tra i primi acquirenti dei monitor piatti, a cristalli liquidi: il fischio del tubo catodico è insopportabile! Poi mi sono procurato delle prolunghe. Sì, delle prolunghe per il monitor e la tastiera: 5 metri! Per tenere il computer nell’altra stanza: nonostante il mio fosse un modello senza ventola di raffreddamento, il fischio del disco rigido e il ronzio dell’alimentatore mi impedivano un sereno ascolto della musica.
Insomma, per farla breve, sono riuscito a costruirmi un bel rifugio, un luogo riparato dai rumori esterni, un luogo ove riuscire ad ascoltare davvero la musica: Beethoven, Bach, Wagner, Brahms in tutta la loro purezza. Ovviamente il tutto grazie ad un impianto stereo ad alta fedeltà.
Purtroppo non si può restare tutto il giorno in casa ad ascoltare musica. Occorre uscire, spostarsi. Le automobili sono terribilmente rumorose, per tacere dei mezzi pubblici: non capisco proprio con che criterio abbiano costruito autobus e tram! Non c’è il minimo rispetto per le persone!
Ad ogni modo, anche per gli spostamenti sono riuscito a trovare una soluzione soddisfacente, tenendo conto delle circostanze: mi sono comprato un iPod. È un ottimo prodotto: ho caricato nel computer tutta la mia musica e l’ho riversata sul mio gioiellino, in modo da poterla ascoltare quando non sono in casa. Ovviamente ho dovuto sostituire gli auricolari in dotazione con un nuovo modello: una meraviglia! Isolano dall’esterno e hanno una buona fedeltà, sempre che non si siano usate quelle schifezze di mp3, aac e compagnia bella per comprimere la musica: la perdita di qualità è terribile. Certo, se è vera musica, quella che si vuole ascoltare: per i latrati dei cantanti d’oggi, vanno benissimo!
Ma Claudio Arrau che suona il concerto numero 5 di Beethoven! Oppure David Oistrach che si cimenta con il concerto per violino di Brahms! Per ascoltare dei suoni così perfetti, occorre avere attorno a sé la perfezione.
Purtroppo quel giorno, la perfezione era assai lontana. Per lavoro, mi sono visto costretto a prendere la metropolitana. Quanto rumore! Quanta sofferenza. Gli altoparlanti che annunciavano in continuazione divieti e raccomandazioni: non fumate, usate i cestini per la spazzatura, allontanatevi dalla linea gialle e così via. Il rumore assordante dei vagoni. Gli altri passeggeri che discutevano a voce alta: e lui ha detto questo, e hai sentito cosa è successo in Cina, e allora cosa fai sabato sera, e mio figlio non studia, e mio marito rischia di perdere il posto, e il treno non arrivava più, e perché diavolo non se ne stanno tutti zitti, ad apprezzare il silenzio, invece di riempire la propria bocca e le orecchie altrui di inutili parole?
Nonostante tutti questi disturbi, la musica si sentiva lo stesso: Seiji Ozawa, che per essere un maledetto giapponese o cinese o quello che è, se la cava bene con l’italianissimo Respighi. Quando ecco arrivare un maledetto zingaro con la sua maledetta fisarmonica!
Le divine note di Respighi costrette a lottare con una volgare melodia suonata, se così si può dire, da un barbaro! Che orrore, che orrore!
Un osceno ritornello che si insinua e riesce a dissipare l’arte pura! Un affronto terribile: grazie al cielo, si arriva alla stazione di scambio. Abbandono la prima linea con il suo zingaro e i suoi nauseanti latrati per correre verso la seconda linea della metropolitana. Mentre paziente aspetto l’arrivo del treno, vedo avvicinarsi un altro zingaro. O forse è lo stesso, chi li sa: sono tutti maledettamente uguali! Si ferma vicino a me, e mi sorride!
Il grandissimo bastardo ha intenzione di rovinarmi anche la seconda parte del viaggio! Oltre a Respighi, vorrà distruggere con i suoi insulsi motivetti anche Debussy o Ravel, il suo insistente ritornello coprirà la musica celestiale di Schubert diretto da Abbado!
Non posso sopportarlo. Non posso sopportarlo. Lo spingo via, lontano, verso i binari.
Lui cade.

Epilogo

Capisce, signore, non sono colpevole! La colpa è sua, di quel maledetto zingaro puzzolente! Io ho solo difeso un mio diritto! Mentre quell’infame… quell’infame, oltretutto, nel cadere si è aggrappato alla mia giacca, e alla fine siamo caduti entrambi sui binari, proprio mentre arrivava la metropolitana!
Capisce, signor San Pietro, non può mandarmi all’inferno per quello che è accaduto. Oltretutto, mi hanno detto che quel barbaro incivile è diretto in paradiso. Io proprio non capisco: le pare giustizia questa, signor San Pietro?
Se proprio devo andare all’inferno, mi può almeno dire come sono alimentate le fiamme? Glielo chiedo perché il sibilo del gas è veramente fastidioso!

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