Sconfitta dello Stato di diritto?

Approfitto dei giorni di festa1 per ricuperare un po’ di letture internettiane arretrate.

Leggo in un post, che non so neppure bene come è finito tra le mie letture, datato venerdì 17 dicembre:

Su ventitré, ventidue liberati e uno agli arresti domiciliari. Questa la scioccante decisione del Tribunale di Roma in merito ai ragazzi fermati dopo i violenti scontri del 14 davanti al Parlamento. Una decisione che segna la sconfitta dello stato di diritto, ma non solo.

Adesso, io non sono in grado di fornire una definizione esatta di stato di diritto, che è un concetto effettivamente vago e indeterminato.2
Di sicuro però punire 23 persone prima che un tribunale le giudichi colpevoli non fa parte dello stato di diritto.

Per fortuna tra le letture arretrate trovo anche un pezzo di Filippo Facci.

  1. A proposito: buone feste! []
  2. Non so più chi mi ha in proposito segnalato Lo Stato di diritto a cura di Danilo Zolo e Pietro Costa. []

6 commenti su “Sconfitta dello Stato di diritto?

  1. Quando gente come Gasparri e Maroni propone l’arresto preventivo o si indigna per le scarcerazioni, vorrei poterli pubblicamente inchiodare all’illogicità dei loro ragionamenti. Tra le conseguenze che vorrei fargli notare, è che in quest’ottica non dovremmo aver nessuna remora né paura di querela ad affermare, per esempio, che B è un corruttore ed un protettore di mafiosi.

  2. Si deve sempre fare la tara a queste prese di posizioni.

    Queste cazzate di Gasparri sono solo ira, dovuta a eventi gravissimi.
    Non mi riferisco alle violenze in sé ma ai deliranti moventi retrostanti.

    Gruppi organizzati (studenti e non UFO black bloc) hanno messo a fuoco la capitale cercando di marciare sul Parlamento.

    E’ una degenerazione sfuggita di mano a una virulenta mobilitazione attuata da precisi soggetti politici.
    La rete studentesca LINK, collaterale a Sinistra Ecologia e Libertà; la Rete 29 aprile, composta da ricercatori e non distante dalla FLC-CGIL; varie galassie dell’estrema sinistra; una parte del Pd che dimenticava d’aver appoggiato il ddl fino a poco prima; alcuni rettori; alcuni giornali.

    Tutto era preannunciato e coerente con gli slogan strillati: “sfiduciare il governo dal basso” con la pressione della folla e chiedevano che le Camere si riducessero ad assisi di commissari del popolo, obbedienti alla “piazza in protesta”.

    Alcuni aggiungevano pure che gli organi istituzionali rappresentativi del sistema universitario (CUN, CNSU e CRUI), sentiti dalle Camere, non valevano nulla.

    A tafferugli iniziati le sigle si sono dissociate dalle violenze, come se fossero stati lì per caso.

    So bene che un politico non può permettere di perdere la testa.

    Ma porca miseria! Un corteo in marcia sul Parlamento, sede della democrazia, in nome della vera democrazia! Incazzarsi per questa fascistata è il minimo.

  3. @eno: Posso capire il tuo ragionamento, ma se un politico fa dichiarazioni preso dall’ira, invece di riposarsi e ragionare con calma, forse chi vuole “marciare sul parlamento” non ha tutti i torti…
    Comunque la citazione da cui è iniziato il post non era di Gasparri, ma di (credo) un giornalista.

  4. (Ero convinto di aver scritto “La Russa” e di aver messo in un post separato la correzione “No, sbagliato: intendevo Gasparri”.
    Mia allucinazione? Ho modificato prima di commettere l’errore di battitura?)

    Non mi pare un gran ragionare dire: “Se un politico non sa mordersi la lingua di fronte alla guerriglia urbana, allora i casseur e i loro sloganatori avevano un ramo di ragione.”
    Fosse così, alla prima sciocchezza di chicchessia dovremmo cadere in un’escalation da guerra civile.

    Una cosa è sbottare e un’altra è agire.
    Non c’è stato nessun seguito di ddl e nessun battage volto a chiedere la stupidaggine del DASPO per i manifestanti e delle carcerazioni esemplari.
    E’ dura equiparare quell’esternazione alle auto in fiamme o ai martellanti proselitismi tenuti per mesi negli atenei.

    Gasparri ha mostrato poca stoffa nel momento di crisi, ma morta lì.

  5. @eno: Ho corretto io il primo commento, cancellando l’errata corrige.
    Comunque, come non si dovrebbe dedicare tempo alle provocazioni di Gasparri, non dovresti dedicarne alla mia provocazione…

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