Riflessioni ontologiche: squadre di calcio e conflitti armati

Ieri sera, al teatro Dal Verme, si è sentito parlare John Searle, Barry Smith, Stefano Rodotà e Maurizio Ferraris (Hernando de Soto, purtroppo, era assente giustificato). I temi andavano dalla ontologia sociale alla scrittura alla protezione e gestione delle scritture, nel senso di dati personali registrati negli archivi.

Dopo aver ascoltato le relazioni di questi filosofi, dopo il gioioso (non c’è altra maniera di descriverlo) concerto di Nicola Arigliano e dopo aver letto, nell’attesa che l’evento avesse inizio, il Corriere della Sera, si impongono alcune riflessioni ontologiche su recenti eventi.

Cosa è una squadra di calcio?

Campo di calcioJuventus, Lazio e Fiorentina forse inizieranno il prossimo campionato in serie B con, rispettivamente, 30, 12 e 7 punti di penalizzazione, mentre il Milan resterà in seria A ma con 15 punti di penalizzazione: queste le sanzioni decise dalla Commissione di Appello Federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio (il CAF della FIGC, per chi è pratico) per frode sportiva.
Le reazioni, doviziosamente narrate dal Corriere in varie pagine della cronaca nazionale e locale, si possono riassumere quasi tutte nel ragionamento “È giusto punire i dirigenti che hanno sbagliato, ma colpendo le squadre si puniscono i tifosi che non hanno fatto nulla di male”.

Secondo questo ragionamento, una squadra di calcio è composta dai tifosi, e pertanto gli errori (o le azioni illegali) dei dirigenti non riguardano la società. Secondo la giustizia sportiva, che parla di responsabilità oggettiva, una squadra di calcio è invece composta dai dirigenti, e pertanto è giusto che le sanzioni colpiscano anche la squadra.

Cosa è la guerra?

CannoneIsraele è in guerra al Libano. Anche se il rito delle dichiarazioni di guerra consegnate dall’ambasciatore è da tempo caduto in disuso, le attuali operazioni dell’esercito israeliano non sono una semplice azione di polizia contro il terrorismo, bensì azioni di guerra contro un’altra nazione. L’argomento usato è il seguente: “L’attacco subito dal nostro esercito vicino al confine con il Libano è riconducile al governo libanese, ed è quindi una azione di guerra compiuta da una nazione, non un atto di terrorismo.”

La distinzione tra terrorismo e guerra non riguarda quindi i metodi o i fini (colpire obiettivi militari oppure civili, sconfiggere un esercito oppure destabilizzare politicamente ed economicamente un popolo), ma lo status giuridico e sociale degli autori: se si tratta di una nazione è una guerra, altrimenti un atto terroristico.

Ontologia frattale

La cosa interessante è che non c’è una risposta valida definitiva: a costituire una squadra di calcio sono certamente i dirigenti ma anche i tifosi, oppure i tifosi ma anche i dirigenti; la differenza tra una azione di guerra e un atto terroristico passa indubbiamente dai metodi ma anche dalla natura degli autori.
La situazione è complessa, molto più di quanto Searle e Ferraris suggeriscano.
La ontologia sociale ha natura frattale: un oggetto sociale, contrariamente agli oggetti fisici, può essere diverso da se stesso e uguale ad un altro oggetto sociale.

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