Quale è la giustizia di questo mondo?

A volte c’è effettivamente giustizia in questo mondo (Sometimes there is indeed justice in this world): è il commento di Massimo Pigliucci alla notizia della condanna di otto anni di carcere la padre che, cercando di curare un eczema della figlia tramite omeopatia, ne ha causato la morte.

Non trovo le parole per definire il comportamento del padre – che nonostante la morte della figlia continua a sostenere la superiorità dell’omeopatia sulla medicina occidentale. Eppure, nonostante l’orrore suscitato da questa vicenda, non riesco a convincermi che questa condanna abbia portato un po’ di giustizia in questo mondo.

Perché punire a otto anni di carcere un padre che ha perso la figlia? D’accordo, è colpa sua – ma quale è lo scopo di questa pena? Non sarebbe stato più proficuo (e giusto?) costringerlo a studiare medicina?

32 commenti su “Quale è la giustizia di questo mondo?

  1. Concordo con te, la frase di Pigliucci mi pare più che altro un dispositivo retorico.
    O forse no; forse viene dalla constatazione che, con l’aria che tira, poteva pure andare peggio, ossia che a quel padre dessero anche ragione.

  2. E perché non da un bell’astrologo/cartomante/chiromante?

    Che palle questa medicina tradizionale, usata solo da aridi scientisti come Juhan Perfudus, che, angustamente, si ostinano a negare ogni trascendenza…

  3. Lorenzo, va beh che ci hai il Mac ma scrivi i nomi giusti: ci tengo al mio cognome che secondo il Santo Uffizio significa “convinto delle proprie idee” o qualcosa di simile (in relatà me lo sono dimenticato).
    Poi vanno bene anche gli astrologi (Plutone deve essere reintegrato tra i pianeti!) e i chiropratici, verificare che questi siano regolarmente iscritti alla Bogus Chiropractic Association.
    Il cartomante dovrà usare i Tarocchi di Appadreppio(TM).
    Come vedi sono di mente aperta, apertissima: c’è il rischio che il cervello cada fuori.
    (è talmente conosciuta che il lettore saprà senz’altro attribuirla).

  4. Fargli studiare medicina? Naaa. Meglio contagiargli un eczema. E curarglielo omeopaticamente.
    (Bei vecchi tempi della legge del taglione…)

  5. Ciao Ivo,

    secondo me la soluzione migliore sarebbe stata una pena minore e la perdita della patria potestà sui figli.

    Cari saluti
    Stefano

  6. intendi una questione normativa, se la giustizia (umana, in tutti i sensi) debba punire o rieducare? quella roba lì?

  7. @Weissbach: Se non sbaglio, negli USA (o almeno in alcuni stati) puoi non far vaccinare la prole se è per motivi religiosi. E onestamente non la capisco, questa eccezione.
    Quindi: sì, potevano anche dargli ragione!

    @Tommy David: Io intendevo criticare la legge del taglione… ma ti capisco.

    @Stefano: La tua mi sembra una ottima soluzione.

    @alex: Ho in mente quella roba lì, ma con questo post mi piaceva focalizzarmi su un caso concreto.

  8. Andrò controcorrente, ma a mio avviso il padre ha il diritto di credere che sia superiore alla medicina tradizionale nonostante la morte della figlia (ha il diritto di credere in qualcosa di sbagliato), ciò che non aveva diritto di fare era frodare (consapevolmente o meno) la figlia promettendole (esplicitamente o meno) la guarigione.

  9. Altro bell’esempio di situazione in cui verità (inutilità accertata della c.d. “medicina” omeopatica) e libertà (diritto individuale di rifiutare comunque – per sè e i propri familiari – le cure tradizionali, seppur in base a una convinzione errata) sono tra loro in palese conflitto.

  10. @Kirbmarc: Non credo si possa parlare di truffa. Certo ha danneggiato la figlia.

    @lector: Qui la situazione è ulteriormente complicata: fino a che punto i genitori possono scegliere per i figli?

  11. Convengo sul fatto che la questione risulti ancora più complicata rispetto al quesito originario. La patria potestas è affidata per legge al genitore, sino al conseguimento della piena capacità giuridica da parte dei figli. Ma qualora il genitore la eserciti in maniera contraria alla razionalità generalmente accettata (verità), è giusto che tale potestas gli venga tolta?

  12. Sì, non avendo senso tale punizione non può avere scopo. Studiare medicina per il padre tuttavia servirebbe? Sì, se questo gli facesse perdere la fede nell’omeopatia e lo portasse ad esempio espiatorio affinché errori simili non si ripetano.

  13. Per Juhan Perfidus: scusami dell’errore di battitura, ma il Mac non c’entra (scrivevo da un PC).

    Quanto all’analogia tra astologia/omeopatia e religione, siamo d’accordo: c’è chi pensa di curarsi (o, peggio, di curare) con le “medicine” omeopatiche, c’è chi va a Lourdes nella speranza del miracolo. Siamo lì.

  14. Il concetto di giustizia, inteso come il ristabilirsi di un qualche tipo di equilibrio, che poi non si sa bene quale sia, va, a mio parere, rivisto.
    Anche secondo me, in questo caso – come d’altra parte nella quasi totalità dei casi – la pena potrebbe rivelarsi inefficace e quindi inappropriata.
    Inappropriata, poiché teoricamente la pena dovrebbe servire, in qualche modo, a correggere un comportamento che risulti dannoso nei confronti della società e degli individui che ne fanno parte; e non vedo come possa la reclusione in un carcere, colmare l’ignoranza scientifica – del genitore – che è all’origine di questo reato.
    In altre parole, quello che dovrebbe essere un sistema correttivo a me pare soltanto un sistema di vendette, in cui le contromisure adottate non hanno l’effetto di risolvere il problema, ma quello di nasconderlo sotto al tappeto.

  15. Il concetto di giustizia correttiva non credo sia accettato da tutti gli ordinamenti giuridici del mondo o da tutte le culture.

  16. @–>Fabristol
    E’ una tipica ipocrisia di antica matrice cristiana: “Ti torturiamo per il tuo bene, per la salvezza della tua anima, per purificarti dai tuoi peccati, non certo perché ci piace farlo!”
    (OT: perché hai cancellato il link a “promoveatur ut admoveatur”? Così, la battuta collegata al tuo post sulla promozione di Giacobbo, è rimasta senza senso. Hai forse paura di ritorsioni? In ogni caso, le farebbero a me.)

  17. Non me ne sono accorto. Ah ora capisco il senso del commento! 😀 Non so cosa è successo. Se vuoi lo inserisco. Magari hai sbagliato il codice html…

    “Ho pensato che forse ti seccava avere sul tuo blog un riferimento a una presa in giro troppo esplicita alla persona del papa … :-D”

    Stai scherzando? Io e il papa siamo come cane e gatto. 😀

    P.S.
    sto modificando questo commento dopo un minuto. Ho controllato quel tuo commento e ci sono un po’ di pasticci di html. Non so come sia successo. Ora ho inserito il link completo in lungo.

  18. @lector: È quello che viene fatto. Ma non sono esperto e non so, di preciso, cosa debba fare (o non fare) un genitore per vedersi togliere i figli.
    Ricordo che, tempo fa, la lega si era scagliata contro i giudici che tolgono i figli ai genitori padani…

    @luca massaro: La mia idea, lo confesso, era appunto quella.

    @Fabristol: Ma è possibile fare a meno del concetto di giustizia?
    Perché è ovvio che, se diciamo che la giustizia altro non è che un altro nome per una usanza riprovevole come la legge del taglione, dobbiamo anche essere pronti a farne a meno!

    @mr. bash: Si è soliti riconoscere tre scopi alla pena: espiativa (il condannato espia la propria colpa); riparativa (correggo un torto); correttiva (correggo il comportamento del colpevole).
    La concezione espiativa apre la strada alla pena di morte, che invece le altre strade sbarrano. Però la pena correttiva apre la strada alle scuole di rieducazione, in cui ti insegnano quanto il capo di stato sia buono e si prenda cura di te. Presente Arancia Meccanica? Ecco: la pena correttiva è quella che tira fuori di prigione Alex.

  19. “Si è soliti riconoscere tre scopi alla pena: espiativa (il condannato espia la propria colpa); riparativa (correggo un torto); correttiva (correggo il comportamento del colpevole).”

    C’è anche un quarto aspetto (che io non condivido minimamente, ma molti sì): pena “protettiva”, ovvero il condannato è un pericolo per gli altri e viene per questo isolato (o eliminato).

    Forse questo è l’aspetto che pare di più la strada ad un dominio dello stato sull’individuo (assieme a quello correttivo).

  20. @Kirbmarc: Si può considerare il protettiva come sottocategoria del preventiva. Ma, in effetti, ci sta anche come categoria a parte. Però 3 è il numero perfetto, e secca rinunciarci…

  21. Ritengo che – teoricamente – il principio di giustizia migliore rimanga pur sempre l’antica “aquae et igni interdictio”, con la quale si privava della protezione rappresentata dalla civitas chi se ne fosse dimostrato indegno. In tempi più prossimi, ne fornisce un esempio d’applicazione il confino nella selvaggia terra australiana da parte dell’Impero Britannico, per chiunque violasse la legge in madre patria; tale provvedimento era nel contempo una punizione (l’esclusione dalla tutela costituita dalle strutture del diritto) e un’occasione di riscatto (la possibilità di costruirsi comunque una nuova vita).

  22. Che fare allora dei siti che prescrivono trattamenti naturali per queste malattie? Cercando Chronic eczema treatment se ne trovano tantissimi.
    http://ezinearticles.com/?How-to-Cure-Chronic-Eczema&id=1616583
    Mi pare un problema non da poco. Vi ricordo anche che la tentazione di ricorrervi puo’ derivare 1) dall’incapacità per alcuni di comprendere l’autorità dell’informazione trovata su Internet; 2) dai costi sanitari in un paese come l’Australia.
    http://en.wikipedia.org/wiki/Health_care_in_Australia

  23. Ho letto bene la storia e posso dire che secondo me si tratta di una sentenza del tutto ideologica raccontata in modo del tutto ideologico. Non si tratta di un episodio dello “scontro di civilità” tra scienza e oscurantismo — come il giudice ha voluto presentarla, e come sostiene Pigliucci, e come suggerisci tu stesso — ma una tragica vicenda che affonda le radici in una serie sfortunata di errori e ignoranze. Poi ovviamente la si racconta come si vuole, sottolineando bene che l’indiano ha insistito per difendere l’omeopatia, eccetera.
    Il consiglio di “studiare medicina” é simpatico, ma il problema é appunto che non tutti sono medici, e non tutti sono in grado di fare delle diagnosi, e addirittura non tutti sono in grado di capire quando é il caso di ricorrere a un medico, soprattutto se questo é per loro economicamente o logisticamente difficile. Se poi Internet propone tanti rimedi efficaci, e persino Google vende loro la pubblicità, magari diffondendo la percezione di un rischio limitato (d’altronde voi avreste pensato che si possa morire di psoriasi?), credo che non sia il caso di insistere sul tasto “giustizia contro i superstiziosi maledetti muoiano loro e la loro prole”…

  24. @RAV: Molto interessante la tua ricerca.
    Io mi ero limitato alle accuse di Pigliucci – mettendone in discussione la validità. Che sia errata anche la ricostruzione degli eventi è un di più.

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