Prove di dialogo tra scienza e filosofia

Perché la notte è più buia del giorno?

Pare che Giorgio Agamben, nel suo Che cos’è il contemporaneo (Edizioni Nottetempo), sia vistosamente inciampato su questa domanda, sostenendo che le galassie si allontanano da noi a una velocità superiore a quella della luce.
Il fisico Sébastien Balibar, letta la traduzione francese del testo di Agamben, si è sentito in dovere di correggerlo. Ulteriori dettagli su La république des livres (scoperto qui).

Non ho letto il libro incriminato, ma credo che questo (grossolano) errore di fisica non intacchi il ragionamento filosofico di Agamben – nel senso che se l’analisi è debole lo rimane anche con la spiegazione fisica corretta.
A parte l’ignoranza di Agamben, è interessante notare come nessuno scienziato italiano (ma sarebbe bastato anche uno studente delle superiori) ha fatto notare l’errore, e questo nonostante l’edizione italiana sia uscita qualche mese prima di quella francese.
Come mai?

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7 commenti su “Prove di dialogo tra scienza e filosofia

  1. azz, m’a fregato sul tempo! avrei detto lo stesso.
    e però adesso mi chiedo: se nessun italiano l’hha letto, perché l’ha letto almeno un francese? 😉

  2. @.mau.: L’ho esclusa per eccessiva malignità.

    @alex: Beh, il traduttore l’ha letto, il libo: magari è stato lui a dare l’imbeccata a Balibar.

    @vaaal: Diciamo che è una bella figuraccia.

  3. Non ho letto il libro di Agamben, ma Balibar sbaglia. In effetti la velocità di allontanamento reciproca delle stelle dovuta alla dilatazione dello spazio-tempo, così come oggi è prevista dalla cosmologia relativistica, può essere maggiore di quella della luce nelle zone più lontane dell’universo. Tuttavia non si tratta di una velocità effettiva, dato che è un cambiamento nella struttura dello spazio-tempo.

  4. @Vincenzo Fano: Qui bisognerebbe andare a leggere il libro di Agamben. Da quel che si capisce dalla lettera di Balibar, il problema di partenza sembra essere l’oscurità della notte, e per spiegarlo non è necessario tirare in ballo la struttura dello spazio-tempo.
    Magari me lo comprerò, questo libro di Agamben!

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