Otto per mille

Lunedì di settimana scorsa, per motivi che esulano dalla presente riflessione, sono andato a messa.
L’evento è abbastanza insolito: mi capiterà di assister a una messa sì e no tre-quattro volte l’anno, e il numero è destinato a calare se, come è giusto che sia, si escludono le volte che uno entra a celebrazione già iniziata.
La chiesa era decisamente poco affollata, come è lecito aspettarsi di lunedì mattina. L’aggettivo migliore per descrivere la cerimonia è sobria: tutto, dal tono del parroco all’atteggiamento dei fedeli, era misurato e semplice.
Più volte l’assemblea ha chiesto perdono per i propri peccati, peccati che è facile immaginare particolarmente numerosi, dal momento che si può peccare in pensieri, parole, opere e omissioni.
In coro ci si è riconosciuti non degni di partecipare alla mensa di Cristo.
L’omelia si è limitata a un breve commento del Vangelo, commento nel quale si è ricordato che è bene perdonare i torti subiti settanta volte sette, il che significa dover perdonare il proprio fratello una volta ogni tre minuti circa.
Niente questua durante la messa, e neppure alla fine: per lasciare una offerta era necessario inseguire il prete o rivolgersi alla perpetua.

Uscendo dalla chiesa, mi sono chiesto quanto di tutto ciò cambierebbe senza l’otto per mille.
Se le tue entrate dipendono interamente, o comunque in buona parte, da quanto le persone che ti ascoltano aprono i cordoni della borsa, di certo non ti puoi allontanare quasi furtivamente dopo le parole “La messa è finita, andate in pace”. Insistere su quanto siano indegni e peccatori i propri donatori potrebbe non essere una strategia vincente, e forse varrebbe la pena non sottolineare il perdono del fratello che pecca contro di te.
Occorre dare l’immagine giusta, bisogna essere accattivanti, adulare il fedele o cliente che dir si voglia.
Mi sembra già di vedere le letture della Bibbia sostituite da testimonianze: l’impiegato che ha abbracciato la fede e ha avuto la promozione, il disoccupato che è andato in Chiesa a pregare e ha vinto alla lotteria, la ragazza che ha acceso un cero alla madonna e le è aumentato il seno (questa l’ho già sentita). Se abbracci il cattolicesimo avrai la salvezza, il che non guasta, un giorno potrai godere della visione del volto di Dio, e va bene, ma soprattutto sarai un vincente, avrai tutto quello che desideri: soldi, donne (o uomini, a seconda dei gusti), potere.
Durante le cresime, mentre il vescovo consegnerà ai cresimandi un bollettino di versamento preintestato, il parroco inciterà la folla ad accogliere calorosamente i nuovi cavalieri di Cristo, di sottofondo una bella marcia trionfale o la cavalcata delle Valchirie, altro che il canto gregoriano!

Si tratta ovviamente di una esagerazione: non è assolutamente detto che senza aiuti diretti da parte dello stato la mia sobria e a tratti quasi noiosa messa del lunedì mattina si trasformi in uno show sfavillante e retorico. Tuttavia una simile metamorfosi non mi sembra poi così improbabile.
Tutto ciò non è, e non vuole essere, una difesa dell’otto per mille. La mia è solo una breve riflessione, un esercizio di fantasia che non intende diventare un argomento a favore, o contrario, all’otto per mille: bel altri sono gli argomenti che si devono avanzare nel giudicare la bontà di una legge.

21 commenti su “Otto per mille

  1. Stavo parlando a mio padre dell’otto per mille ecclesiastico, del misero 8,9% delle entrate della chiesa destinate ai paesi del terzo mondo, delle tante altre migliori associazioni a cui destinare l’otto per mille. Mio padre mi ferma e mi dice “sì, ma l’otto per mille di zero è zero”.

    Wow.

  2. Professore: Perché un agnostico va a messa?
    Per molti motivi: per sposarsi, ad esempio, ma anche per matrimoni-cresime-prime comunioni di amici e parenti, perché la moglie va a messa e aspettarla sul sagrato può essere piacevole ad agosto ma non a dicembre, per messe di suffragio e altre occasioni che adesso non mi vengono in mente.

    Questioni sociali e non religiose: motivi che riguardano gli altri simili con cui divido l’esistenza su questa terra e non hanno nulla a che fare con ciò che verrà dopo. Motivi che mi lasciano sempre un po’ irrequieto: mi sento un intruso, una sorta di spia, come Don Camillo in Unione Sovietica, ma senza la sua perfidia.

    Valerio: Non mi è ben chiaro: tuo padre propone di non lavorare più così da non finanziare la CEI? 🙂

  3. Anche in caso di funerali di parenti di amici, o di parenti, o di amici.

    Se ho capito bene mio padre è astenuto per motivi di reddito dal pagamento di quelle tasse che manderanno l’otto per mille a qualche associazione. Ha senso?

  4. L’otto per mille è sull’IRPEF, immagino che niente reddito IRPEF niente otto per mille, ma qui ci vorrebbe qualcuno di esperto…
    E già, avevo dimenticato i funerali…

  5. Per Valerio:
    L’8/oo si applica sull’imposta scaturente dal reddito imponibile (a scorporo). Se non c’è imposta per mancanza d’imponibile (perché azzerato dai costi, dalle detrazioni, dalle deduzioni, ecc.) non c’è nulla da destinare. Nel caso in cui, pur in presenza d’imponibile (conditio sine qua non), non venga operata alcuna scelta mediante l’apposita sottoscrizione, l’importo viene acquisito dallo Stato e confluirà ai capitoli di spesa destinati ad opere umanitarie o con finalità sociale.

  6. No, Lector, se non viene operata alcuna scelta, l’importo acquisito andra’ in gran parte, cmq, alla Chiesa.
    L’importo di chi non effettua la scelta viene infatti ridistribuito secondo le percentuali ottenute da chi invece ha effettuato la scelta. Siccome la stragrande maggioranza di chi una scelta la fa sceglie la chiesa…
    Anzi, la cosa e’ ancora piu’ subdola. Non c’e’ redistribuzione in base alla percentuale di scelte, ma in base alla percentuale di importo devoluto. Cioe’ se un riccone sceglie di dare l’otto per mille alla chiesa, pesa molto di piu’ di un qualunque lavoratore…

  7. hronir e lector in fabula: a me, tutto sommato, non dispiace il meccanismo dell’otto (e del cinque) per mille: trovo molto interessante la possibilità che il contribuente possa, durante la dichiarazione dei redditi, specificare come destinare una parte delle proprie tasse.
    Sarebbe interessante estendere il principio: posto che il 50 per mille debba essere investito nei trasporti, preferisci più strade o più ferrovie?, eccetera…

  8. In linea di principio non sono d’accordo, Ivo. Il meccanismo di una scelta “popolare” puo’ andar bene per questioni “accessorie” come, appunto, la beneficenza. Le altre questioni, come la ricerca scientifica e i trasporti, giusto per citare quelli che sono stati nominati, sono troppo importanti perche’ possano essere gestite in maniera non-pianificata sulla base di un “sentire” popolare. Ci vogliono decisioni lungimiranti con piani strategici, in cui le spese siano dettate da precisi obiettivi ed eventuali necessita’.

    Poi, e’ chiaro, questo vale in linea di principio. E in Italia la classe politica e’ tale che praticamente chiunque, a buon diritto… “si’, lasciate scegliere noi che anche nel peggiore dei casi si sa far meglio!”

  9. Per Hronin.
    Trotsky (in Storia della rivoluzione russa) a un certo punto parla del rapporto tra i russi e i loro politici (peraltro il bon mot è ripreso da un precedente francese). Dice più o meno così: Quando i russi guardano i loro politici è come se si osservassero allo specchio e scoprissero tutti i propri difetti. Solo che invece di prendersela con se stessi, se la prendono con lo specchio.
    Relativamente all’Italia, sono propenso a credere che tutto sommato i nostri politici esprimano l’universo statistico che siamo. In altri paesi certe cose non verrebbero tollerate. Un parlamentare italiano prende due volte (circa 15.000 euro al mese) l’appannaggio del suo collega tedesco, ecc.
    Ma questo è un sito di filosofia. Se cominciate a parlare di politica, me ne vado 😉

  10. Basta andare in USA a una qualunque messa protestante per capire quanto il tuo esercizio intellettuale sia realistico!
    E poi, sono d’accordo con Hronin, la pianificazione è necessaria, a volte passando sopra i mal di pancia di alcuni.

  11. non hronin, hronir, con la erre finale! Ma insomma, siamo su un blog di filosofia e nessuno ha mai letto Borges?!?
    🙂

  12. lector, #13: prodi è trozkista? 😉

    comunque, si può parlare non di politica (vale a dire facendo nomi) ma di filosofia politica (credo che il paròn del blog accolga): se parliamo di redistribuzione a favore delle classi meno avvantaggiate, e dei metodi con cui questa redistribuzione viene effettuata – o del fatto che non viene effettuata, stiamo solo citando rawls. almeno, il primo rawls (diciamo l’annata ’71).

    il meccanismo dell’8 per mille non funziona perché oltre a non concedere la scelta libera sulla destinazione dei propri contributi (la scelta limitata non è scelta – non posso dare il mio 8 per mille a chi fa ricerca sulle staminali o a qualche università con un bel programma di ricerca in filosofia) li dirotta a chi ne fa un uso pessimo e ipocrita.

    se poi parliamo del fatto che uno stato possa spedire fondi ad altri stati che ne hanno bisogno, il concetto può passare. ma il vaticano non ha bisogno di soldi, non sono poveri come gli asiatici o gli africani o i sudamericani. e visto che non fanno nemmeno da intermediari (meno del 10% viene usato per questi veri bisognosi), credo che il principio di aiutare chi ne ha bisogno dovrebbe essere perseguito in modi migliori.

    la religione non è neppure affare di stato, e non c’è motivo (almeno non nelle democrazie liberali occidentali) per finanziare pratiche religiose. considerando che la religione non è business, o si autofinanziano o fanno senza soldi, ci si organizza in piccole comunità.

    se poi gli italiani a larga maggioranza ignorano il concetto di democrazia (perlomeno i valori e soprattutto le responsabilità che ci stanno dietro), allora che tutte le religioni siano finanziate, satanismo compreso all’estremo. e se domani fondo una religione, voglio anche io l’8 per mille (se si può fare inciuci fondando partiti o circoli…).

    una redistribuzione proporzionale (ancorché falsata) dell’ 8 per mille è apparentemente democratica: chi ha più fedeli prende più soldi. a parte che sarebbe accettabile solo in caso in cui unicamente i soldi dei fedeli che hanno espresso chiaramente la volontà di dare soldi vengano così dirottati – c’è un punto chiave in termini di giustizia, che è la possibilità di eguale rappresentanza, eguale trattamento, eguale rispetto: le religioni che sono poco diffuse in italia (cioè quelle che non hanno fatto propaganda a forza di torture, umiliazioni e roghi) hanno lo stesso diritto di esistere della principale; se diamo un’enormità di soldi alla principale, le piccole spariscono.

    lo stesso problema con tutto quello che viene schiacciato dall’omologazione: le lingue uccise dall’inglese, le piccole squadre che vengono annientate dalle grandi polisportive multinazionali, i piccoli partiti (che rappresentano anche solo il 3% dei votanti) che spariranno perché sono di intralcio – ai piani di gestione aziendale che ormai è la politica occidentale (ma il 3% dei votanti sono figli della serva? chi li rappresenta? devono piegare la testa? e allora questa sarebbe democrazia?).

    mi sono allargato, ma era per descrivere un po’ le applicazioni dei principi 🙂

  13. “mi sento un intruso, una sorta di spia, come Don Camillo in Unione Sovietica”

    Quando capita a me, immagino di essere un osservatore Onu…

  14. Per Hronir.
    Scusami tantissimo. Per una strana forma dislessica o per una psicopatologia nella mia vita quotidiana, pur vedendo perfettamente il tuo nome, il mio cervello leggeva quell’H come C e prevedendo la conclusione del nome prima dell’immagine visiva, mi implementava automaticamente “Cronin” nella corteccia. Ti confesso che, nonostante la tua giusta rimostranza, ho dovuto fare uno sforzo per non ricadere in fallo. C’è qualche psicologo cognitivista nel gruppo? 🙂

  15. Non so se col tuo stesso meccanismo di sostituire l’acca con la ci, ma ho notato che e’ un errore molto diffuso: gia’ due persone in questo thread, ma e’ capitato piu’ volte anche altrove…
    🙂

  16. hronir: lo confesso, io faccio sempre copia e incolla con il tuo nome appunto per non sbagliare…

    Marcoz: Un casco blu in Vaticano? 😉

    knulp: Temo che anche molte messe cattoliche avrebbero lo stesso effetto…

    lector in fabula e alex: restando in ambito della filosofia politica (lasciando quindi perdere le influenze trotziste di Prodi;-) e i limiti dell’attuale legge dell’otto per mille ottimamente riassunti nel commento n. 16), insisto nel difendere la mia idea di coinvolgere direttamente i cittadini. Il ragionamento è il seguente: con i politici ci sarà sempre la tentazione del populismo, perché la complessità dei problemi rimane sconosciuta ai più. Se però i cittadini sono direttamente coinvolti, investendo direttamente i propri risparmi, allora mediteranno (mediteremo) bene come spendere questi soldi.
    È una idea meramente teorica e non meditata: una utopia. Facciamo così: non commentate questa idea fino a che non ci ragionerò sopra meglio.

  17. Ivo, si temono violazioni dei diritti umani, ma l’indagine è ufficiosa e viaggio in incognito.

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