Oltreconfine

Ecografie

Analizzando i dati nel dettaglio – prosegue il Consiglio di Stato – la stabilità risulta essere tale «nonostante l’aumento di donne straniere, provenienti essenzialmente dall’Italia, che vengono nel nostro cantone per interrompere la gravidanza». La ragione di questo tipo di “turismo”, come già ampiamente documentato negli ultimi anni, «è legata all’indisponibilità in Italia della Ru486 che consente un’interruzione meno traumatica di quella con metodo chirurgico». Se su scala nazionale le donne provenienti dall’estero per abortire sono il 4,6%, « in Ticino sono il 18,6%». Quasi una su cinque. In tutto – secondo le statistiche – 126 su 614 casi accertati. Più del doppio rispetto alle 59 registrate nel 2003 su 605 casi.

“Aborti in Ticino, il 57% con la Ru486” in La Regione Ticino, 11 gennaio 2008, p. 3

6 commenti su “Oltreconfine

  1. Non va bene, proprio per niente… Tutto troppo semplice. La Svizzera è troppo vicina, in particolare per il settentrione.
    Non si potrebbe spostarla di qualche migliaio di chilometri, così che coloro i quali si facessero venire la voglia di andarci ad abortire debbano almeno sopportare un viaggio lungo e faticoso?

  2. L’argomento è sostanziale, anche se non dimostra molto- sempre che il tuo fosse un argomento e non una semplice segnalazione.
    Dico non dimostra molto perché a Trieste i ragazzini andavano oltreconfine a comperare sigarette- peraltro di pessima qualità- e superalcolici- anche assenzio, veleno puro-, eludendo le leggi italiane (niente fumo fino ai 16 anni).
    Non affermo che i casi siano simili, anzi!
    Ma ciò che permette di dire che la legge sull’alcol ed il fumo è giusta( o cmnq, meno discussa ) e il divieto della Ru486 poco chiaro, è da un lato il fumo, dall’altro la Ru486.
    Perché divagare su altro?
    Lo sforzo fatto per eludere la legge non dimostra granché, se non che c’è una “richiesta” molto pressante.
    Se c’è richiesta di qualcosa, sappiamo con certezza che quell’ambito va normato, che ci sono molte persone in giocoe che gli effetti saranno massicci. Non sappiamo però se la richiesta è buona e va tutelata.

    Capisco che questi articoli vogliano mettere in rilievo il lato umano, emotivo e psicologico di ciò che il divieto della Ru486 comporta.
    Ma il risultato dell’articolo è ridurre tutto ad una tabella da finanziere “quanti-ne-sono-passati-oggi”; l’analisi del lato umano è semplicemente data per scontata, con una noncuranza che mi pare sospetta ed ideologica, e in ogni caso poco umana.

    ciao! Eno

  3. capemaster: per benzina e sigarette non c’è più convenienza ad andare in Svizzera.

    Marcoz: basta fare una veloce ecografia in dogana…

    eno: sì, questo fatto non dimostra nulla, se non che c’è una richiesta.
    Volendo, potrebbe dimostrare che la disponibilità della RU486 non aumenta l’utilizzo il numero di aborti, ma è forse una conclusione affrettata visto il contesto molto particolare (il Canton Ticino) e soprattutto il numero esiguo del campione.
    Ti segnalo che l’articolo è apparso su un giornale svizzero: lo specifico perché la chiusa del tuo commento sembra vedere strumentalizzazioni che, semplicemente, non ci sono…

  4. No, avevo presente che era svizzero.
    Ma nella parte finale m’ha preso un moto d’animo, una foga da patriarca incazzato- e m’è partita la filippica contro quegli articoli, in generale, che in Italia bla bla bla tc. etc. 🙂

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