L’uomo non separi ciò che Dio ha unito

Il matrimonio è, insieme alle multe e ai tassi di interesse, un oggetto sociale: un oggetto che esiste ma che, per esistere, ha bisogno di tracce e di uomini che le sappiano leggere. Una multa esiste: basta non pagarla per accorgersene, però basta riuscire a cancellare tutte le copie e le registrazioni di questa multa perché essa cessi di esistere.

L’ultimo esempio è ovviamente inverosimile: è difficile cancellare tutte le tracce, e in ogni caso rimarranno quelle tracce molto particolari che sono la memoria dei protagonisti. Maurizio Ferraris è infatti costretto a ricorrere a una fantasiosa società di smemorati: il matrimonio è realmente avvenuto se tutti, sposi compresi, si dimenticano completamente della cerimonia e non vi sono firme o altro sui registri?

SpidermanLa fantasiosa idea di Ferraris, che se non sbaglio riprende da Derrida, ha adesso un curioso riscontro nel mondo dei fumetti: il matrimonio di Peter Parker (alias L’Uomo Ragno) e Mary Jane Watson viene cancellato dalla memoria di tutti i personaggi del popolare fumetto. Invece di una improbabile società di smemorati abbiamo una altrettanto improbabile presenza demoniaca, ma poco cambia e la domanda rimane sempre la stessa: Peter e Mary Jane si sono mai sposati?
Noi, nel senso di noi lettori, ovviamente rispondiamo: , si sono sposati. Noi sappiamo del loro matrimonio, abbiamo tutta una serie di tracce di questo matrimonio. Ma a queste tracce i protagonisti del fumetto non possono accedere, e per loro questo matrimonio non esiste, salvo nuove rivoluzioni narrative.

Dal momento che, per i protagonisti di un racconto a fumetti, il lettore rappresenta una sorta di Dio onnisciente e onnipresente, è possibile interpretare in una nuova maniera il monito che i sacerdoti cattolici sono soliti ripetere durante i matrimoni: «L’uomo non separi ciò che Dio ha unito». Ciò che di fronte al Dio-lettore è stato unito non può essere separato neppure dal diavolo in persona: il Dio-lettore tutto sa e tutto ricorda, ed eventualmente presenta il conto delle malefatte (anche se, in questo, il conto viene presentato non agli ignari, in tutti i sensi, protagonisti del fumetto, ma ai loro autori, che ricorrono a simili espedienti per aumentare le vendite).

Sempre nell’ambito della narrativa, un altro curioso matrimonio è quello di Elaine Robinson.
Nel celebre finale de Il laureato (The Graduate, 1967) Ben Braddock (Dustin Hoffman) cerca disperatamente di fermare il matrimonio di Elaine Robinson (Katharine Ross) e in un certo senso di riesce: se interpreto correttamente l’accaduto, Ben arriva dopo la pronuncia del sì da parte dei promessi sposi, ma prima che essi firmino, insieme ai testimoni, il registro. La bella Elaine si è sposata o no?

10 commenti su “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito

  1. La prima risposta che darei, in un caso dubbio e probabilmente insolubile come questo, è: “La sposa ritiene di essere sposata? Di aver formato una coppia?”
    ( Il presupposto è: non c’è risposta alla tua domanda se si resta sul piano giuridico-sociale. )

    Dopotutto, ciò che crede un individuo non è così irrilevante per il cerimoniale.

    Non sto facendo apologia degli inverificabili modi del sentire interno.
    Una cerimonia è valida anche se uno sposo pensa scientemente: “So che questo è un matrimonio, dirò di sì ma in realtà non mi ritengo sposato.”
    L’atto sociale è pubblico, non coscienziale.
    Un simile riserva mentale costituirebbe un caso etico, non d’ontologia sociale: è lo sposo poco onesto, non il matrimonio viziato.

    D’altro canto un matrimonio è la sanzione sociale e legale d’un legame affettivo.
    E anche l’affetto ha una sua forma pubblica: altrimenti, come lo conosceremmo?
    Parole, sguardi, gesti, lettere, doni etc.
    L’idea che i sentimenti siano qualcosa di privato, e che quelle siano solo espressioni accidentali dell’affetto non mi convince.
    Lo sappiamo tutti che l’amore smuove sempre il corpo e la parola.
    Nei casi più brutali, l’espressione dell’amore è appunto “Sì, ti amo” “No, non ti amo.” “Sì, siamo una coppia” “No, no lo siamo”.
    In quest’ottica una dichiarazione della sposa non sarebbe un’opinione sulla validità del matrimonio, ma l’espressione di quel legame che il matrimonio sancisce.

    Se non abbiamo strumenti per decidere se l’ente legale sussiste, io direi di rimediare verificando sbrigativamente l’ente “affettivo”.

    ciao! Eno

  2. Aldilà degli esempi che ho scelto, volutamente surreali, penso che non esista un matrimonio, ma più matrimoni, più “oggetti sociali” distinti anche se solitamente coincidenti: il matrimonio civile, quello religioso e quello affettivo.
    Il malvagio demone, comunque, li ha cancellati dalla memoria tutti e tre 😉

  3. Eh! Se il demoncello cancella dalla memoria ogni cosa, come ogni traccia indiretta di quell’evento, Peter e Mary saranno là come due baccalà, sconosciuti l’uno all’altro, in una stanza impersonale.
    Che fare?

    Io, fossi Peter, la soluzione l’avrei.
    “Ehi ciao! …chiunque tu sia, cosa fai stasera?”
    😛

  4. Parlando sempre di storie, film e letteratura, una riflessione fine ed acuta è The eternal sunshine of a spotless mind.
    I protagonisti perdono memoria d’ogni cosa, eppure si innamorano di nuovo l’uno dell’altro- ovvero sono ancora innamorati l’uno dell’altro.
    Hanno perso il ricordo degli eventi che condividevano, ma non l’atteggiamento, un’immediata comprensione e il legame emotivo.
    Non risponde molto al tuo quesito, perché il demone potrebbe cancellare anche questo.
    Però chiarisce con uno sguardo profondo ciò che è in fondo ovvio: non basta la memoria a tenere insieme una coppia.
    ( O una comunità, un amicizia, etc. )

    ciao! Eno

  5. “temo sarebbe un libro capace di annoiare gli appassionati di fumetti e deludere gli amanti della filosofia…”

    Dipende dalla bravura dello scrittore. Certo, non sarebbe un libro specialistico, ma come divulgazione potrebbe funzionare.

    Questo articolo,ad esempio, o quello di Superman e la verità, o del paragone Spiderman/Superman, sono buoni esempi.

  6. eno: “non basta la memoria a tenere insieme una coppia”.
    Qui si va un po’ (molto) più in là del mio quesito iniziale, che riguardava “solo” il matrimonio però questa frase mi piace molto.

    Kirbmarc: TI ringrazio per i “buoni esempi”. Certo che pensare di moltiplicarli fino a riempire un libro senza annoiare, è dura!

  7. Ma l’oggettività degli oggetti sociali, cioè la loro autonomia strutturale rispetto ai soggetti che li pensano non impedisce che essi siano ontologicamente dipendenti, cioè la loro oggettività non può darsi se non si danno coloro che pensano tali oggetti e a volte altri oggetti materiali sulla base dei quali tale oggettività si costituisce.

  8. @Vincenzo Fano: Certo, i fatti sociali hanno una certa oggettività, ossia indipendenza dai singoli soggetti, ma una dipendenza dal complesso dei soggetti.
    L’esempio migliore è forse il denaro: un pezzo di carta vale 10 euro e mi permette di entrare al cinema se viene riconosciuto e accettato da tutti; se, in seguito a crisi o rivoluzioni, nessuno accetta più quei pezzi di carta come pagamento, cessano di essere denaro, sostituiti da qualche valuta estera o, perché no, da sigarette (come pare sia accaduto in Russia).

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