L’automobile nucleare

1968-Opel-Olympia.jpg
Una Opel Kadett Olympia del 1968, via Wikimedia Commons

I Verdi svizzeri hanno iniziato – con largo anticipo – la campagna per la votazione popolare del 27 novembre sul nucleare. Campagna che si basa, al momento, su una Opel Olympia del 1969, anno di entrata in servizio della centrale nucleare di Beznau.
La lettura proposta è semplice: come quell’auto è tecnologicamente superata e, per gli standard attuali, pericolosa, così lo è anche la centrale che andrebbe quindi chiusa definitivamente.

Il problema è che io vedo almeno tre letture alternative, tutte non favorevoli ai Verdi.
La prima, abbastanza banale, è un banale WTF, insomma un “ma che cavolo c’entra?”.1 Non tutti i prodotti invecchiano allo stesso modo, e infatti non sostituiamo il cellulare con lo stesso ritmo con cui cambiamo la lavatrice o gli occhiali o la nuova casa. Anzi, la casa, se vecchia, in genere non la si cambia, ma la si ristruttura.
La Opel Olympia sarà dunque vecchia, ma non è detto che tutto quello che le è coetaneo sia altrettanto vetusto; i Verdi stessi parlano, per le centrali nucleari, di un ciclo di vita di 40 anni, superiore a quello delle automobili.

Poi, appunto, un’auto la sostituisci con un’altra auto, non con una bicicletta o un camion. I Verdi ovviamente propongono di investire sulle energie rinnovabili, una politica che raccoglie tutte le mie simpatie ma che, all’interno del loro racconto automobilistico, vedo come un “Certo che la tua auto è proprio vecchia, dovresti comprarti un monopattino”.

La terza lettura è anch’essa banale: “Che bella quest’auto! Eh, non le fanno più come una volta”.
Le auto d’epoca piacciono; forse non a tutti, forse non tutti i modelli, forse non come unico veicolo a disposizione, ma piacciono. E perché rinunciare a qualcosa di vecchio ma affascinante?

  1. Sì, lo so, la traduzione esatta di WTF sarebbe un’altra. []

Lascia un commento