La congiura

Passante ferroviario in ritardo di cinque minuti. Pochi, ma più che sufficienti a farmi perdere la coincidenza a Lambrate. Il treno successivo è, ovviamente, in ritardo di venti minuti.
Questo accade lunedì. Martedì il passante è in orario, ma non il treno regionale che dovrei prendere e che il giorno prima era stato puntuale. Mercoledì sia il passante che il regionale sono puntuali, ma poco prima della mia stazione il treno si ferma per un quarto d’ora, a meditare sull’afosa giornata.
Giovedì il passante ferroviario è bloccato per un guasto agli scambi, e riesco ad arrivare a Lambrate con quasi un’ora di ritardo.

Scherzando con alcuni amici, dico che le ferrovie controllano i miei spostamenti e fermano i treni in modo da farmi arrivare a casa con almeno mezz’ora di ritardo. Localizzarmi è, del resto, abbastanza facile: le ferrovie conoscono il mio numero di cellulare: tempo fa mi ero iscritto al servizio di notifica via sms per i treni in ritardo e ancora adesso, quando acquisto i biglietti online, mi faccio arrivare il codice della prenotazione sul telefonino.

Venerdì pomeriggio mi si scarica la batteria del cellulare e, coincidenza, i treni sono perfettamente puntuali: arrivo a casa in perfetto orario.

Sono una persona razionale e so bene che si tratta davvero di una coincidenza. E facile accorgersene anche senza essere esperti di calcolo delle probabilità: la batteria del cellulare mi si scarica almeno un giorno a settimana e i treni non sono in ritardo tutti i giorni; è quindi tutt’altro che incredibile che i due eventi, treno in orario e batteria scarica, si verifichino lo stesso giorno.
Del resto, non si capisce il senso di una congiura per farmi tornare a casa in ritardo.
Il problema è che la tesi (falsa) della congiura ha una spiegazione del perché venerdì non ho avuto nessun intoppo: con il cellulare scarico i congiurati non sono riusciti a localizzarmi. La tesi (vera) della coincidenza, invece, non ha nessuna spiegazione per questo evento: è stato un caso.
Quando il vero non spiega nulla, è facile per il falso farsi strada.

15 commenti su “La congiura

  1. Pensa a quante coincidenze non si verificano, a quanti amici d’infanzia che non abbiamo incontrato a Londra vent’anni dopo per pochi secondi etc.

  2. @tomate: Beh, il treno che prendo tutte le mattine è frequentato anche da un paio di miei amici – che incontro sì e no una volta al mese. Sullo stesso treno! Una congiura per non farci incontrare? 😉

  3. In Giappone i treni accumulano complessivamente in un anno meno di un’ora di ritardo. Le porte dei vagoni si fermano esattamente dove devono fermarsi, sicché la gente sui binari la si vede disposta in fila indiana, in tre o quattro punti ben segnalati. Inoltre da alcune si scende, da altre si sale, come negli autobus. In Italia tutto questo è impossibile: non sappiamo mai di preciso a quale altezza si fermerà il treno, e non amiamo la fila indiana, vogliamo stare tutti fianco a fianco. Scendere e salire è sempre complicato, specie se si hanno bagagli. Questa è la prima ragione per cui spesso i treni sono in ritardo.
    Ma ce n’è anche una seconda. Non mi invento niente. Frequentemente sulla tratta Modena-Carpi, il capotreno ferma la lacomotiva già partita per permettere alla bella studentessa di turno trafelata di poter “ghermire” la coincidenza; immagino non succeda solo lì.

  4. Circa trent’anni fa, presi il treno da Venezia a Milano, per andare dalla mia morosa di allora.
    A Desenzano, il diretto, dopo la fermata, stava per ripartire ragionevolmente in orario. Si avvicina alla cabina del macchinista un altro ferroviere e gli grida “Dai, vieni ad assaggiare che risutin hanno fatto oggi in mensa!”. Quello stoppa il treno, smonta, va’ a mangiarsi il risotto e torna dopo quasi un’ora.
    Testimone oculare.

  5. @alex: Come riassumere in cinque parole un testo di 345… Mi sento inutilmente logorroico! 😉

    @Zar: Senza andare in Giappone: basta attraversare la frontiera e andare in Svizzera o in Austria…

    @marina: Grazie! Leggere certi commenti ti fanno iniziare bene la giornata!

    @lector: Per fortuna certe cose non possono più succedere (perché la qualità delle mense è peggiorata, ovviamente.).

  6. Sembra veramente una congiura, però guarda il bicchiere mezzo pieno: c’è gente che per colpa di guasti e blocchi arriva in ritardo, ma non a casa, al lavoro.

  7. @Improduttivo: Non sono sicuro che il bicchiere sia mezzo pieno, in quel caso: se arrivo in ritardo in ufficio mi tocca ricuperare uscendo più tardi la sera!

  8. Ottimo esempio.
    Però spegnere il cellulare mezz’ora prima di uscire da lavoro non costa nulla.
    Mi offro per l’analisi statistica dei dati 😉

  9. @renzo: Non so: se quelli là sono bravi, capiscono subito che mezz’ora dopo la scomparsa del segnale prenderò il treno… e poi senza cellulare non posso lamentarmi con mia moglie mentre aspetto il treno successivo!

  10. @ivo: Qui entra il metodo ingegneristico di implementazione dell’esperimento scientifico:

    Portati un altro cellulare!!!!

    🙂 😉 😀

    P.S. In treno ci sei sempre solo tu???
    Dal principio antropico al principio “estintico”

    🙂 😉 😀

    @ renzo:: Hai già sviluppato il modello statistico? Quanti “campioni” ti servono?
    … oggi è una giornataccia…. 😉

  11. @il più cattivo: Traccerebbero anche il nuovo cellulare.
    Comunque, da quando ho pubblicato questo post, i treni sono in orario. Probabilmente non voglio farsi scoprire!

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