Impianti cinematografici

Prima o poi arriverà nelle sale Repo Men, film di fantascienza con Jude Law.
Tutto quello che so del film l’ho letto su Fantascienza.com:

Il film, il cui primo titolo ufficioso era Repossession Mambo, è ambientato nel prossimo futuro e racconta di un mondo in cui gli esseri umani sono riusciti a sconfiggere malattie e vecchiaia attraverso l’innesto di organi interni artificiali. L’unico produttore degli organi, un’azienda denominata L’Unione, concede benevolmente i propri organi a credito, con una piccola clausola contrattuale: in caso di mancato pagamento, l’azienda ha il diritto di rientrare in possesso degli organi impiantati. Con qualunque mezzo e anche a discapito della vita dei clienti, nel caso l’impianto riguardi il cuore.

Sono sicuro che il film sarà all’altezza di altre produzioni fantascientifiche eticamente impegnate come Gattaca (sempre con Jude Law) o The Island: buona recitazione, qualche scena d’azione carina, sceneggiature inverosimili, riflessioni morali decisamente superficiali, più che altro finalizzate a giustificare le già citate scene d’azione.

Per quanto riguarda la sceneggiatura inverosimile di Repo Men: che cosa se ne fa L’Unione degli organi già impiantati?
Difficile pensare che li riutilizzino: a parte il problema di trovare pazienti compatibili, chi accetterebbe di avere un organo già usato, se può averne uno nuovo di zecca? E poi, perché uccidere una persona che, un domani, potrebbe riprendere i pagamenti interrotti?

In ogni caso, lo ammetto: non mi piacerebbe ritrovarmi nella situazione di un insolvente con un organo de L’Unione nel corpo. Però non credo che la mia situazione potrebbe migliorare significativamente in futuri alternativi: la vedo dura in ogni caso, per un malato con scarse risorse economiche.
Nessuna azienda privata venderebbe i propri prodotti a una persona che non li può pagare. La perfida Unione si dimostra, forse, meno perfida di quello che sembra: cedendo gli organi a credito, concede a tutti, anche a chi ha pochi soldi, qualche mese o anno di vita.
Proibire la vendita di organi, come forse si auspicano, implicitamente, gli autori del film, non sembra essere una soluzione: significherebbe lasciar morire tutti, anche quelli che potrebbero permettersi le spese di un organo nuovo. Una società nella quale solo i ricchi possono curarsi è ingiusta, ma dubito si possa considerare peggiore di una nella quale nessuno può curarsi.
L’unica alternativa possibile potrebbe essere l’intervento pubblico: gli organi non vengono prodotti da una società privata, ma dallo stato. Ma o la produzione degli organi non è molto dispendiosa, e allora l’intervento statale è in buona parte inutile, dal momento che quasi tutti possono acquistare organi, oppure i costi di produzione di questi organi sono notevoli, e lo stato, non avendo risorse sufficienti per tutti, si ritrova a dover sceglier chi può avere un organo e chi no.

Il mondo descritto in Repo Men rischia di essere il migliore del mondi possibili. Purtroppo.

7 commenti su “Impianti cinematografici

  1. Per quanto riguarda la sceneggiatura inverosimile di Repo Men: che cosa se ne fa L’Unione degli organi già impiantati?
    Difficile pensare che li riutilizzino… E poi, perché uccidere una persona che, un domani, potrebbe riprendere i pagamenti interrotti?

    Deterrenza.

    Si agisce pensando agli affari futuri, non a quelli già sfumati.

    Il mondo descritto in Repo Men rischia di essere il migliore del mondi possibili. Purtroppo.

    E infatti, se vogliamo guadagnarci “il migliore dei mondi possibili”, un ostacolo con cui fare i conti è la ripugnanza.

  2. @broncobilly: Ho pensato anch’io alla deterrenza. Ma non mi sembra funzionare lo stesso: la riduzione in schiavitù mi sembra funzionare, come deterrente, tanto quanto la morte. Inoltre L’Unione, da quanto riportato nel sito citato, non sembra fare alcuna selezione, ma concede a tutti gli organi.

    Ho letto solo l’inizio dell’articolo citato: non sapevo che in California fosse illegale mangiare il cavallo…

  3. ….cioè aspetta è tipo il diritto di ritenzione del veicolo dal meccanico? In effetti è già una forma di schiavitù (mi viene in mente il mutuo, ma forse siamo un pochino messi meglio). Comunque concordo sull’idea della “salute pubblica”. E’ certamente meno romantica e farne una storia di fantascienza sarebbe più difficile.
    Mi hai fatto venire in mente un film che ho visto tempo addietro. Penso si chiamasse the island http://it.wikipedia.org/wiki/The_Island con Scarlett Johansson. Lì i ricconi per ottenere gli organi si facevano produrre dei cloni che vivevano in attesa di essere scannati per l’espianto…. filosoficamente interessante, come film … così così…
    Un Sorriso

  4. @il più cattivo: Una storia di fantascienza si può fare (e credo ne siano state fatte più d’una). Il problema è che sono storie poco cinematografiche: difficile giustificare scene d’azione.
    Vuoi mettere Jude Law che ti insegue un tizio per toglierli il cuore?
    The Island non era male. Interessante perché, per giustificare l’inumanità della clonazione terapeutica hanno dovuto dare individualità e coscienza ai cloni.

  5. Devo supporre che il valore dell’ organo contrattato sia molto elevato.

    In questi casi anche il nostro Stato punisce con l’ ergastolo anzichè con lavori forzati che risarciscono la vittima.

    Anche la pena di morte, laddove esiste, viene preferita ai lavori forzati.

    Evidentemente questi ultimi hanno costi gestionali che impediscono di recuperare somme considerevoli. Combinando lo scarso recupero con la scarsa deterrenza, potrebbero verosimilmente essere una pena inefficiente.

    Per me comunque la cosa più improbabile è la presenza di un monopolio. Perchè? Come minimo dovrebbe essere legato ad un brevetto, quindi temporaneo.

    Affidarsi allo Stato? Se questa soluzione è efficiente e lo Stato tollera clausole del genere, non vedo “mondi possibili” migliori di questo.

  6. Riprendo la tua frase di chiusura:

    per giustificare l’inumanità della clonazione terapeutica hanno dovuto dare individualità e coscienza ai cloni.

    Ok alla fantascienza… ma fammi capire… perchè i cloni non avrebbero dovuto averla?
    In fin dei conti la “morale” del film è proprio questa!
    Un Sorriso

  7. @broncobilly: C’è un vivo dibattito sulla pena – dove con pena intendo una afflizione che non ha come fine il risarcimento.
    La razionalità (da un punto di vista di rapporto costi benefini) della pena è quantomeno dubbia. Che uno Stato, in nome di (una certa idea di) giustizia punisca le persone andando contro il proprio interesse, è possibile. Che lo faccia una azienda privata molto improbabile.

    @il più Cattivo: Nel film, il cattivo afferma che avevano provato a tenere i cloni in stasi, ma gli organi non funzionavano, perché mancava loro la vita – una sorta di élan vital in salsa hollywoodiana.

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