Il senso di Antonin Scalia per la scienza

È morto Antonin Scalia, giudice della corte suprema statunitense noto per le sue posizioni decisamente conservatrici.

Antonin_Scalia_Official_SCOTUS_Portrait.jpgQuando ho studiato il caso Myriad – la disputa sui brevetti per geni BRCA legati ai tumori al seno e alle ovaie – mi ero imbattuto nella sua curiosa concurring opinion, ovvero un giudizio le cui conclusioni coincidono con quelle della maggioranza della corte, ma per motivi almeno in parte diversi.

La Corte suprema, lo ricordo, aveva deciso che il DNA isolato – ottenuto separando il gene o parte di esso dal resto del materiale genetico – è un prodotto naturale e quindi non è brevettabile; tuttavia il DNA complementare, cioè quello “raffinato” togliendo alcune parti inutili,1 è invece brevettabile in quanto prodotto dell’ingegno umano.
Conclusioni che Scalia sottoscrive. Ma senza accettare tutta l’introduzione biochimica che gli altri giudici hanno inserito nella sentenza:

Mi unisco al giudizio della Corte, e alle motivazioni tranne la parte I-A e alcune altre parti che entrano nei dettagli della biologia molecolare.
Non sono in grado di confermare questi dettagli basandomi sulla mia conoscenza o anche la mia convinzione. È sufficiente per me per affermare, dopo aver studiato le motivazioni e le opinioni degli esperti qui presentate, che la parte di DNA isolato dal suo stato naturale che si cerca di brevettare è identica a quella parte delDNA allo stato naturale; e che il DNA complementare (cDNA) è una creazione artificiale normalmente non presente in natura.2

Presa di posizione curiosa, innanzitutto perché il livello scientifico delle spiegazioni contenute nella sentenza non è poi così alto: per quanto alcuni aspetti, come la retrotrascrizione, vengano di rado spiegati al grande pubblico, siamo comunque a livello della normale divulgazione scientifica.

Inoltre la scienza non è mai stata oggetto della disputa: nessuna delle parti ha mai messo in dubbio il fatto che per isolare il DNA sia necessario rompere dei legami chimici o che le sequenza di nucleotidi rimanga la stessa nonostante l’isolamento; semplicemente si è valutata diversamente l’importanza di questi fatti per stabilire la naturalità o meno del DNA isolato (e quindi la sua brevettabilità).
Non è del resto infrequente che in un procedimento giuridico si affrontino questioni scientifiche o comunque tecniche che vanno al di là delle conoscenze dei giudici. E infatti ci si affida agli esperti, ma in questo caso Scalia ha scelto di non fidarsi, di professare esplicitamente la propria ignoranza che a questo punto è da considerarsi sfiducia verso la scienza.
Perché?

La mia è solo un’ipotesi, ma tenendo conto della fede di Scalia – cattolico conservatore, contrario alle innovazioni apportate dal Concilio Vaticano II – è facile pensare che si trovi quantomeno a disagio in caso di conflitti tra scienza e religione, e la biologia, in particolare l’evoluzionismo, è in conflitto con la visione che la religione ha dell’essere umano.

  1. Ok, non sono proprio inutili, ma non entriamo in dettagli. []
  2. I join the judgment of the Court, and all of its opinion except Part I–A and some portions of the rest of the opinion going into fine details of molecular biology. I am unable to affirm those details on my own knowledge or even my own belief. It suffices for me to affirm, having studied the opinions below and the expert briefs presented here, that the portion of DNA isolated from its natural state sought to be patented is identical to that portion of the DNA in its natural state; and that complementary DNA (cDNA) is a synthetic creation not normally present in nature. []

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