Il presidente nero che farà male ai neri

Mark Tardiff, membro del Pontificio Istituto Missioni Estere, non è molto contento della vittoria di Barack Obama.
Come spiega in una lettera ad AsiaNews, Obama è un sostenitore dell’aborto:

Il neo-eletto presidente Obama è da tempo impegnato con forza non solo a preservare, ma anche estendere l’attuale regime in tema di aborto che domina negli Stati Uniti. Quando era senatore dell’Illinois, egli si è opposto a misure che avrebbero reso obbligatorie cure mediche per bambini sopravvissuti all’aborto e riusciti a nascere vivi. Il suo ragionamento era che una legge simile avrebbe potuto mettere in questione la mancanza di diritti dei non nati.

Per Tardiff l’embrione è già una persona e l’aborto, quindi, è un omicidio: partendo da queste premesse, che qui non mi interessa discutere, è ovvio che non si possa gioire per l’elezione di Obama.
La critica potrebbe finire qui: l’aborto è omicidio e Obama è, perlomeno, complice di questi omicidi. Come accusa mi sembra più che sufficiente per considerare la vittoria di Obama un evento nefasto.
Tardiff potrebbe tranquillamente fermarsi qui; invece prosegue:

A rendere piena la tragedia – come pure una triste ironia – è che gli Afro-americani sono fra i più colpiti dall’aborto. I neri sono il 12% della popolazione americana, ma il 35% di tutti gli aborti sono n>eseguiti su donne nere. Gli Afro-americani sono l’unica minoranza che negli Usa sta diminuendo di numero. Planned Parenthood, la più grande organizzazione abortista degli Usa ha il 78% delle loro cliniche nei quartieri delle minoranze. Ciò corrisponde al pensiero di una delle sue fondatrici, Margaret Sanger, una entusiasta eugenista, che ha scritto: “le persone di colore sono come dell’erbaccia umana, che va sterminata”.

È comprensibile che gli Afro-americani abbiano votato in massa per Obama, sfruttando l’occasione di affermare il loro ruolo nella società americana. Ma tragicamente, troppo pochi fra loro hanno capito questo: il candidato che essi pensano darà loro valore politico, è anche un forte sostenitore del Planned Parenthood e delle sue politiche abortiste che, se continuano come adesso, ridurrà all’insignificanza il voto nero entro il 2038. Anche questo è all’interno della strategia di Margaret Sanger. Lei ha capito che se i bianchi tentavano di “eliminare l’erbaccia umana”, la cosa avrebbe destato sospetto. Per questo ha dedicato molto tempo a reclutare leader neri, che possono convincere la propria gente a cooperare nell’auto-distruzione.

Quella del 2038 sembra essere una data che Tardiff ha sparato a caso, o comunque seguendo un ragionamento che solo lui conosce.
Secondo lo U.S. Census Bureau, il 29,1% della popolazione nera è minorenne, mentre il 31,1% ha più di 45 anni. Tra trent’anni quel 29,1% avrà diritto di voto; ipotizzando che a partire da adesso tutte le donne nere decidano di non avere più bambini e ipotizzando anche che tutti i neri che adesso hanno più di 45 anni non ci saranno più, la popolazione nera con diritto di voto calerà del 2% (31,1% – 29,1%). Un po’ poco per “ridurre all’insignificanza il voto nero”, anche ammettendo che nel frattempo la popolazione americana raddoppi.

Ma a lasciare perplesso è l’impostazione generale della critica: non solo Tardiff ragiona per razze (immutabili e rigidamente predeterminate) invece che per culture (variabili), ma ha anche questa visione numerica dell’importanza dei gruppi sociali: più si è meglio è, quindi andate e moltiplicatevi il più possibile.

8 commenti su “Il presidente nero che farà male ai neri

  1. questa visione numerica dell’importanza dei gruppi sociali
    È un motore potente della loro ideologia.
    Qualche anno fa lo sottovalutavo.
    Adesso torna con prepotenza, e l’unico aspetto positivo di questa sicumera è che almeno iniziano a scoprire le carte.
    Per quel che riguarda il sottoscritto, non si tratta di un argomento secondario: è il motivo principale per cui nel mio blog, oltre alle stronzate e a qualche post sull’energia, si parla anche di religione (tema dal quale dovrei stare prudenzialmente lontano, in teoria).
    Questi giocano alla grande corsa al massacro

  2. @Weissbach: Per fortuna, su questo tema, i fedeli (molti dei) non seguono pedissequamente gli insegnamenti.
    @FulviaLeopardi: Ciò mi consola molto.

  3. più si è meglio è, quindi andate e moltiplicatevi il più possibile.

    Che poi è il motivo principale per cui i fondamentalisti religiosi americani sono contrarii all’aborto, ma non alla pena di morte:
    un nato in più può essere un convertito in più, un “cattivo” è irrecuperabile (e non fa tenerezza, non suscita nuove conversioni) tanto vale che crepi.

    Idem per gli anticoncezionali.

  4. @Kirbmarc: Beh, per sostenere la pena di morte occorre anche una visione qualitativa: “va bene essere in tanti, ma almeno gli assassini lasciamoli fuori” 😉

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