Il disgusto può essere un motivo, non una ragione

"Radish 3371103037 4ab07db0bf o" di Self, en:User:Jengod - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.
A me non piacciono i ravanelli. Ma non ne faccio un dramma (Radish via Wikimedia Commons).

Forse il problema è che sono stato un lettore distratto e superficiale, ma sulla faccenda dei “figli della chimica” – così lo stilista Domenico Dolce ha definito i bambini nati con (almeno alcune) tecniche di procreazione medicalmente assistita – ho letto soprattutto argomentazioni basate sul disgusto.
Questa pratica – surrogazione di maternità (detta volgarmente “utero in affitto”), fecondazione eterologa (con sperma o ovuli di una terza persona) e forse anche la fecondazione in vitro  – mi provoca ribrezzo, per cui no, non va bene.

Tralasciando che non si sa bene come intendere quel “non va bene”, se come condanna morale (insomma: tu che fai quella cosa sei una persona cattiva, dovresti quantomeno sentirti in colpa e gli altri dovrebbero quantomeno biasimarti) oppure legale (e quindi almeno una multa te la meriti, magari anche il carcere), il disgusto o ribrezzo può essere un motivo per cui una persona fa o non fa qualcosa, ma non una ragione con cui convincere o condannare gli altri.

È insomma una questione tua personale, non pubblica.1
Ti disturba l’idea della madre surrogata? Bene, non fare la madre surrogata. A me disturba l’idea di mangiare i ravanelli, e infatti non li mangio, ma se tu li vuoi mettere nella tua insalata mica è un problema.
Per sostenere che mangiare ravanelli sia un problema in generale, e non solo per me, devo portare delle ragioni che vadano al di là del mio disgusto. Ad esempio che i ravanelli sono nocivi. O che i ravanelli soffrono quando vengono mangiati. Oppure che la coltivazione dei ravanelli provoca danni ambientali o sociali. Oppure che mangiare ravanelli potrebbe provocare conseguenze sociali gravi. Ecco, vuoi convincere gli altri che no, le madri surrogate proprio no? Porta degli argomenti simili.

Probabilmente qualcuno lo ha fatto, ha portato argomenti simili; la maggior parte – ma ripeto: sarò stato io un lettore superficiale – mi sembra che si sia fermata al disgusto, a quello che qualcun altro ha chiamato “fattore bleah!”.

  1. Un problema si ha se a trovare una cosa disturbante è la stragrande maggioranza della popolazione: in quel caso il ribrezzo viene spesso considerato una ragione per biasimare o proibire una pratica. Secondo me è un errore, ma si può sostenere il contrario; comunque non mi pare essere questo il caso della fecondazione assistita: anche per la surrogazione di maternità i favorevoli sono almeno una cospicua minoranza. []

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