Fenomenologia delle previsioni del tempo

Le previsioni del tempo, meglio conosciute come il meteo, sono in genere divise in due parti distinte.
Nella prima si possono sentire espressioni come “fronte di alta pressione”, “anticiclone”, “sistema frontale occidentale”, “vasta depressione” e così via. Tutte espressioni che non significano assolutamente nulla, e infatti questa prima parte non comunica assolutamente nulla: non si capisce se domani farà bello e brutto tempo, se sarà meglio prendere l’ombrello, se si può uscire solo con un maglione di cotone o se è meglio prendere anche la giacca, se si può organizzare una passeggiata o è meglio andare al cinema.
A queste domande risponde la seconda parte del meteo, nella quale si lasciano perdere i fronti di alta e bassa pressione per dire, in tutta semplicità, che domani il cielo sarà coperto da alcune nubi ma farà comunque un po’ più caldo di oggi.

Perché esiste la prima parte, della quale si può fare tranquillamente a meno? Perché nessuno si fida delle previsioni del tempo. La prima parte serve a giustificare, a conferire autorevolezza a tutto il discorso: è come se presentatore di turno dicesse: “non stiamo inventando nulla, non ci siamo limitati a guardare fuori dalla finestra, il nostro è un metodo scientifico, vi potete fidare, vi dovete fidare!”.
La affidabilità delle previsioni del tempo dovrebbe dipendere semplicemente dalla loro correttezza. Il fatto che si ricorra a formule misteriose e quasi magiche significa che è meglio portarsi sempre l’ombrello: anche se domani è previsto bel tempo.

2 commenti su “Fenomenologia delle previsioni del tempo

  1. Complimenti, interesantissimo blog che fa riflettere, in un mondo sempre in corsa dove non si ha quasi mai tempo per farlo è una piacevole oasi in cui fermarsi.

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