Falso positivo

Amanda Knox ha pubblicato un libro, Waiting to Be Heard (aspettando di essere ascoltata), del quale ho letto questa recensione sul New York Times.1

È la sua versione della morte di Meredith Kercher e dei processi che, in Italia, la hanno prima condannata poi assolta poi boh. La famiglia Knox, come ricorda l’articolo di Michiko Kakutani, ha fin da subito coinvolto un’azienda di pubbliche relazioni per promuovere un’immagine positiva di Amanda, in contrasto con quanto faceva certa stampa, e probabilmente questo libro fa parte di questa promozione.2

Nel libro, da quel che si legge nella recensione, Amanda racconta anche la sua esperienza in carcere:

In these pages Ms. Knox tells us that, while in prison, she thought about what it might be like to commit suicide using a garbage bag and gas canister, that she was told by a doctor that she’d tested positive for H.I.V. (this turned out to be false and was perhaps a ruse, her lawyers suggested, to make her feel more vulnerable), and that she was subjected to lewd comments from a prison official and an unwanted advance by a guard.

Anche tenendo conto della parzialità del libro, trovo molto inquietanti gli aspetti qui descritti: i commenti volgari, le avance indesiderate e, soprattutto, la falsa diagnosi di HIV.
Stando a Wikipedia, il test per l’HIV ha una ‘specificity’ del 98,5%, ovvero su mille persone sane quindici risulteranno erroneamente positive. Amanda Knox è una di queste? Oppure ha ragione l’avvocato ed è un inaccettabile sotterfugio per farla sentire più vulnerabile?3
Trovo molto inquietante che possa essere successo qualcosa del genere, e mi chiedo se ci sono state delle indagini ufficiali al riguardo.

  1. Ho scoperto solo successivamente che ne hanno parlato anche in Italia. []
  2. Non trovo nulla di riprovevole in questa decisione. []
  3. O forse, terza possibilità, entrambe le cose: un risultato inaspettato che si è deciso di sfruttare. []

5 commenti su “Falso positivo

  1. Si vede che – per tua fortuna – non hai mai provato l’esperienza del carcere italiano né hai mai avuto alcun congiunto o amico molto stretto che l’ha provata. Nelle carceri italiane, se non hai qualcuno che ti passa un po’ di soldi, manco mangi. Inoltre, i tipi come (don) Alberto Barin sono la regola, non l’eccezione. Del resto, in simili condizioni, chi s’ingrassa sono i saprofagi.
    Come al solito, non è politicamente corretto dirlo.
    Tutto ciò a prescindere dal fatto che la Knox sia colpevole o innocente.

  2. Non era mia intenzione rassicurarti.
    Mi spiace, ma la gente deve sapere.
    Può capitare a tutti, anche in seguito a un errore giudiziario – cosa, in Italia, tutt’altro che infrequente.
    Potrebbe capitare ai nostri figli e saperli in un simile inferno, qualsiasi cosa possano aver fatto, è uno dei peggiori tormenti per un genitore.
    Le carceri italiane sono un’autentica vergogna.

  3. ricordo che uno dei pubblici ministeri, subito dopo l’assoluzione, disse, senza tanti giri di parole, che l’aver trovato preservativi e vibratori nel comodino di Amanda, faceva capire che razza di donnaccia fosse e di conseguenza che era colpevole 🙁 Le carceri italiane fanno schifo, ma purtroppo la magistratura italiana è ancora peggio

  4. @lector: Temo che – errore giudiziario a parte – a molti piaccia l’idea che nelle carceri si soffra. Condivido il tuo appello al fatto che si debba conoscere questa situazione, anche se temo non basti.

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