Divieto di dissimulazione del proprio viso

Tra un mese – il 22 settembre 2013 – il popolo ticinese sarà chiamato alle urne1 per esprimersi sulla cosiddetta “legge antiburqa” o, per essere più precisi, sul “divieto di dissimulazione del proprio viso”.

Sono tendenzialmente contrario a leggi di questo genere – che mi sembrano incompatibili con qualsiasi ragionevole definizione del principio del danno ((Link alla versione inglese di Wikipedia; curioso come quella italiana non abbia questa voce.)) –  ma riconosco che ci sono anche ottime ragioni per approvarla. Il tema di questo articolo, comunque, è un altro.

La scheda di voto – copiata dal materiale informativo presente sul sito del Cantone – sarà così:

Votazione_220913_Opuscolo_WEB (trascinato)

Prima ci si esprime con un sì o un no sull’iniziativa popolare, poi si fa lo stesso sul controprogetto e infine si decide, in caso di doppia approvazione, quale dei due deve entrare in vigore.
Credo che questo sistema sia stato pensato per scoraggiare tatticismi – del tipo “voto il controprogetto anche se sono contrario perché ha maggiori possibilità di essere approvato” – e per limitare  il paradosso di Condorcet.

La differenza tra iniziativa e controprogetto è presto detta: la prima vuole introdurre il divieto nella costituzione, la seconda in una legge ordinaria.

Per la precisione, la nuova costituzione conterrebbe, subito dopo l’articolo sull’inviolabilità della libertà personale, il nuovo articolo 9a:

Nessuno può dissimulare o nascondere il proprio viso nelle vie pubbliche e nei luoghi aperti al pubblico (ad eccezione dei luoghi di culto) o destinati ad offrire un servizio pubblico.

Nessuno può obbligare una persona a dissimulare il viso in ragione del suo sesso.

Le eccezioni al primo capoverso e le sanzioni sono stabilite dalla legge.

Perché, dunque, preferire l’iniziativa al controprogetto? Ecco la risposta del comitato promotore, sempre presa dal materiale informativo:

Se il principio del divieto verrà iscritto nella Costituzione, esso non potrà più essere tolto o allentato senza una nuova votazione popolare. Se invece verrà inserito solo in una semplice legge, esso potrebbe essere modificato in futuro dal Gran Consiglio senza risottoporre in modo automatico tale decisione al Popolo. Si tratta dunque di garantire il principio e metterlo al sicuro da giochetti politici.

Nella pagina successiva i promotori correggono il tiro, sostenendo che il divieto di nascondere il proprio viso riguarda «valori e di principi meritevoli di essere ancorati nella Costituzione», ma l’impressione è che il motivo sia solo quello all’inizio: evitare giochetti politici.

Come ho già scritto, si rischia di avere la costituzione più brutta del mondo.

  1. Ho sempre sognato di scrivere “il popolo chiamato alle urne”. []

3 commenti su “Divieto di dissimulazione del proprio viso

  1. Mi verrebbe da dire “fastidi grassi”…come fare una legge o peggio ancorare nella costituzione il traffico delle mosche bianche o l’attraversamento degli elefanti sulle strisce pedonali. Già, perché in Ticino c’è già una selva di minareti per non parlare dell’orda di donne col burqa!…

  2. però mi vengono un paio di domande:
    1. non era più semplice ridurre a due domande e veniva approvata solo quella con la maggioranza? (Invece di dare la possibilità di approvarle entrambe e poi dire “scegli quale facciamo passare”. In un mondo senza convoluzioni, diretto, mi sembrerebbe logico che se uno ha espresso la preferenza per A continuerà a esprimere la stessa preferenza anche nella terza domanda in cui gli chiedono “ok, ma quale vuoi che approviamo alla fine?” – uno risponde “ma diamine te l’ho detto 3 cm sopra!”)
    2. l’esclusione dei luoghi di culto è complicata perché per il musulmano non è necessario il tempio, la chiesa, la sinagoga o il luogo consacrato per pregare, quindi in pratica ogni luogo è consacrato ed è luogo di culto

  3. @Franca Verda Hunziker: Sì, è uno degli argomenti contro. Non dei più convincenti, secondo me.

    @Alex: Con il tuo sistema una persona contraria al divieto ma convinta che, se proprio ci deve essere, che almeno sia in una legge e non in costituzione, potrebbe votare sì al controprogetto, falsando il risultato.

    Comunque: siamo in 12.
    3 non vogliono alcun divieto; se proprio proprio, che almeno sia contenuto in una legge (Niente>Controprogetto>Iniziativa o N>C>I). Votano no a entrambe.
    3 vogliono il divieto in costituzione o almeno in una legge (I>C>N). Votano sì a entrambe.
    3 vogliono il divieto in legge ma va bene anche in costituzione (C>I>N). Votano sì a entrambe
    1 vuole il divieto o in legge o niente, perché in costituzione proprio non lo vuole (C>N>I). Votano sì al controprogetto e no all’iniziativa.
    2 vogliono il divieto in costituzione o nulla (I>N>C). Votano sì all’iniziativa e no al controprogetto.

    Riassumendo:
    N>C>I 3
    I>C>N 3
    C>I>N 3
    C>N>I 1
    I>N>C 2

    Risultati:
    Iniziativa: 8 voti
    Controprogetto: 7 voti.
    Ma la maggioranza (7 su 5) preferisce il controprogetto all’iniziativa.

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