Di uova e di frittate

Non si possono fare le frittate senza rompere le uova.

I tre nipotini di Gheddafi, forse rimasti uccisi insieme a uno dei figli del rais, sono delle uova che ad alcuni dispiacerà veder rotte, ma era prevedibile.
Se vuoi la frittata, devi rompere le uova. Non puoi sorprenderti se vedi il cuoco armeggiare con i gusci.

La colpa, insomma, non è di chi sta bombardando: loro fanno quello che è stato chiesto loro di fare. Fanno il loro lavoro.
La colpa, se mai, è di chi sostiene che gli effetti collaterali siano evitabili. Questi raccontano che si possono cucinare le frittate lasciando intatte le uova, e lo fanno non perché ci credono, ma perché così, di fronte ai gusci rotti, possono dire che loro non ne sapevano nulla.

5 commenti su “Di uova e di frittate

  1. > Questi raccontano che si possono cucinare le frittate lasciando intatte le uova

    Falso, loro sosteniamo che ci si può sfamare mangiando altre cose, invece di una orrenda frittata con burro rancido e uova di galline anabolizzate, sotto antibiotici e steroidi.

    > La colpa, se mai, è di chi sostiene che gli effetti collaterali siano evitabili.

    Commetti un semplice errore di logica, e mi stupisce moltissimo in questo blog solitamente rigoroso. Quale colpa avrebbe nell’uccisione dei figli di Gheddaffi chi sostiene che non si dovrebbero rompere le uova? Mai visto un’opinione così mortale, e faccio fatica a vedere l’effetto a catena che parte dalle parole dei pacifisci fino ad arrivare ad una granata in faccia ad una persona. Di che colpa stai parlando quindi? Della colpa di dissentire, di dare un’interpretazioe “sbagliata” di fatti inoppugnabili, come “sono delle uova che ad alcuni dispiacerà veder rotte, ma era prevedibile”? Ahi ahi, mi sa che questo l’hai scritto troppo in fretta.

  2. @Tomate: Non mi pare che il post parlasse dei pacifisti ma di chi vende l’attacco come un intervento umanitario, dunque mirato chirurgicamente solo a obiettivi bellici.

  3. Pardon, avevo frainteso. E’ che in questa giornata ricca di propaganda sulla “vittoria della democrazia americana” più di un commentatore fidato si è bevuto il cervello, e ho letto nelle righe di Ivo opinioni altrui.

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