Comunque vada, un buon affare

Gheddafi non c’è più. Rassegniamoci ad affrontare un mondo senza Gheddafi. Un mondo con molte più persone che cercano di raggiungere l’Europa. E un mondo nel quale gas e petrolio costano un po’ di più.

Quanto di più? Non ne ho idea.
Quanto sarebbe costato, in più, un litro di benzina, senza Gheddafi? 10 centesimi? Forse troppi. 5? Facciamo 3. Tre centesimi in più al litro.
Quanti chilometri facciamo al giorno in automobile? Tra tragitto casa-lavoro o casa-scuola in settimana, giretti al centro commerciale il sabato pomeriggio, pizza e cinema la sera, gite fuori porta e vacanze estive, direi circa 60 chilometri al giorno. Se l’auto consuma un litro di benzina per fare 15 chilometri, sono circa 4 litri di benzina al giorno.
Gheddafi ci ha fatto risparmiare, grosso modo, 12 centesimi al giorno sul pieno di benzina. Arrotondiamo a 10 centesimi al giorno; 3 euro al mese, poco più di 35 euro all’anno. Negli ultimi venticinque anni fanno più di novecento euro. E solo sul pieno di benzina: senza considerare il gas, il gasolio da riscaldamento e tutto il resto. Per dire: le zucchine in offerta al supermercato, senza Gheddafi, sarebbero costate qualche centesimo in più, tra spese di trasporto, luce eccetera. Il risparmio reale, insomma, è maggiore di almeno un ordine di grandezza, forse anche due. Ma teniamo buoni questi novecento euro risparmiati da ogni famiglia negli ultimi venticinque anni.

Per averli, i libici si sono dovuti subire un dittatore. Certo, non l’abbiamo scelto noi: al distributore potevamo scegliere solo la benzina senza piombo, non quella senza Gheddafi. Non siamo responsabili, non abbiamo colpe: l’abbiamo subito anche noi, Gheddafi. Però noi abbiamo subito uno sconto sulla benzina, i libici un dittatore.
Cazzo, potremmo ringraziarli con una settimana in una pensioncina due stelle mezza pensione. Quanto costerà? 300 euro? 400? Ci abbiamo comunque guadagnato.

13 commenti su “Comunque vada, un buon affare

  1. Perché con Gheddafi il petrolio sarebbe costato meno? Le immense fortune ammassate dal dittatore e dai suoi familiari sono ancora da definire pienamente. E le abbiamo pagate noi.

    Lo stato libico foraggiava molto il welfare interno (a pioggia e senza obiettivi, vero, ma sempre tanti petrodollari erano).

    E si poteva scegliere (almeno un po’) benzina Qaddafi-free non facendo rifornimento alla Tamoil…

  2. @ugolino: Dovevo pensarci io, agli utilizzatori finali!

    @Roberto B.: Vero che qualsiasi governo libico, per sopravvivere, dovrà vendere petrolio e gas.
    Ma Gheddafi dava garanzie che altri governi non hanno. E la garanzia ha un prezzo

  3. Anch’ io non capisco bene perchè il petrolio di G. ci garantisca necessariamente prezzi più favorevoli rispetto ad un’ alternativa che ancora nemmeno conosciamo.

    Detto questo il popolo libico andrebbe aiutato in quanto popolo di un pvs.

    Empiricamnte, bisogna ammetterlo, l’ unico modo che finora ha funzionato alla grande nell’ aiuto al Terzo Mondo consiste nel favorire l’ immigrazione presso i paesi ricchi.

  4. Credi davvero che ci facesse lo sconto perchè gli eravamo simpatici? Preferisco pensare che le persone agiscano in modo più o meno razionale e secondo i loro interessi.

    Dal bunker le prime parole trapelate: “rivoltosi sobillati da italiani e americani”.

  5. @broncobilly: A parte che la razionalità non esclude grossolani errori di stima, l’amicizia era ovviamente interessata, a reciproco vantaggio dei contraenti.

  6. Ok per l’ erore di stima… anche se non credo a grandi errori di stima che durino un quarantennio.

    Il fatto invece che l’ amicizia fosse INTERESSATA è un modo per dire in altri termmini che quel che abbiamo avuto lo abbiamo già pagato.

  7. @broncobilly: “quel che abbiamo avuto lo abbiamo già pagato.” Bene, ma cosa abbiamo pagato e cosa abbiamo ottenuto?
    Petrolio a prezzo di mercato? E allora perché impegnarsi a coltivare l’amicizia con Gheddafi? Io direi che abbiamo pagato per avere delle sicurezze, sicurezze che al mercato avremmo pagato di più. Quanto? Boh, io ho azzardato un paio di centesimi di euro al litro di benzina. Una stima basata sul nulla, ne convengo.

  8. “perchè impegnarsi a coltivare l’ amicizia…”

    Forse che questo “impegno” supplementare non è pur sempre un costo?

    Non possiamo dire di aver ricevuto un trattamento di favore se contemporaneamente non ammetiamo che G. ci abbia fatto regali. Ma tu stesso, concedendo che l’ atteggiamento di G. sia “interessato” non mi sembri disposto ad assumere l’ “ipotesi babbo natale“.

    Forse di mezzo c’ è anche l’ affare del risarcimento coloniale, avendo la coscienza ricattabile siamo i suoi partners ideali. Sempre di costo si tratta, comunque.

    Certo, magari abbiamo qualcosa che lui vuole e che nessun altro ha. Qualcosa che abbiamo in esclusiva e non ci costa niente produrre. In un caso del genere possiamo reputarci beneficiati. Però non mi viene in mente niente del genere. Forse una simpatia naturale?

    Ma guardiamo in positivo: se la società libica diventa più libera si arricchirà accrescendo gli scambi commerciali in senso assoluto. In questo caso ha ancora meno senso pensare alla dipartita di G come alla perdita di un beneficio.

  9. Ottimo ragionamento e bellissimo post. Molto condivisibile sotto molti aspetti. Ora ci preoccupiamo solo di questi poveracci, ma per 42 anni (senza considerare gli altri decenni sotto la colonizzazione italian) hanno dovuto soffrire per farci avere una vita più agiata.
    Anche se la responsaiblità è delle minoranze che hanno fatto questi affari: ovvero i governi italiani e la famiglia Gheddafi.
    E’ anche vero però che il petrolio di Gheddafi è arrivato recentemente nei mercati internazionali (20 anni? forse anche meno).

  10. Sai cosa non mi va del post? E’ che tu finisci per avvallare la logica dell’ embargo: non avremmo dovuto fare affari con la Libia. Ma è una logica che fa acqua.

    Se danneggi un dittatore (boicottandolo) è praticamente certo che lui girerà i danni ricevuti sul soggetto debole, ovvero il popolo. Perchè mai non dovrebbe farlo? Se lo avvantaggi, puoi sperare che in parte anche il popolo abbia qualcosa. In genere è più trattabile un dittatore che abbia qualcosa da perdere che un dittatore disperato conle pezze al culo (hai notato che a contestare il potere sono i paesi relativamente più ricchi?).

    Fin qui la teoria. Poi ci sono i fatti, e i fatti dicono che la logica dell’ embargo non funziona praticamente mai.

    Detto questo non è mia intenzione presentare alcun conto al popolo libico, proprio perchè mi sono limitato a curare i miei interessi.

  11. @Broncobilly: Mettiamo i numerini così ci capiamo.
    Tizio vende le sue mele al mercato in situazione di libero mercato. Le vende a 10€.
    Caio invece di comprarle al mercato a 10€ le compra direttamente da Caio a 8€ più un 1€ che investe in beni che interessano a Tizio come venire difeso durante le riunioni condominiali. Ci guadagnano tutti, tranne quelli che raccolgono le mele di Tizio.

    Questo ragionamento giustifica l’embargo? Solo se ammettiamo due uniche possibilità: o si fanno accordi con i dittatori appoggiandoli direttamente ed entusiasticamente, oppure li si boicotta.

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