Dalla cosa alla parola e ritorno

Il Manifesto del 4 gennaio 2005 pubblica un interessante articolo di Francesco Ferretti sull’apprendimento del linguaggio da parte del bambino: “Quel che serve per passare dalla cosa alla parola“.

Il tema principale è l’inadeguatezza del modello classico, che prevede la associazione dello stimolo sonoro (la parola pronunciata dall’adulto) allo stimolo visivo (l’oggetto mostrato sempre dall’adulto). Continua a leggere “Dalla cosa alla parola e ritorno”

Idea del bello

Primo dottore:
Et tanti docti Doctores, / Si mihi licentiam dat Dominus Praeses, / Et illustres assistentes, / Sapientissimo Bacceliero, / Quem ego estimo et honoro, / Domandabo causam et / rationem quare / Opium facit dormire.

Baccelliere:
Mihi a docto Doctore / Domandatur causam et rationem quare / Opium facit dormire; / A questo respondeo, / Quia est in eo / Virtus dormitiva, / Cuius est natura / Sensus assopire.

Con questo eccezionale dialogo Molière, tratto da Il malato immaginario (atto III, terzo intermedio), presenta al mondo la classe medica del suo tempo. Perché l’oppio fa dormire? Perché è nella sua natura causare il sonno. Continua a leggere “Idea del bello”

Prima dell’inizio

Rai Click è un bellissimo servizio della RAI che permette a tutti gli utenti dotati di adsl di accedere, come si può leggere nel sito, ad “una selezione dei migliori programmi di ieri e di oggi di RaiUno, RaiDue, RaiTre”.
La selezione è impressionante, ed è possibile scovare alcuni capolavori. Ad esempio le cinque puntate dello sceneggiato Atti degli apostoli dirette da Roberto Rossellini.

La prima puntata si conclude con la prima messa della storia Continua a leggere “Prima dell’inizio”

La soluzione definitiva al problema dell’intelligenza artificiale

Una macchina può pensare?

Un interrogativo sul quale si sono confrontati numerosi studiosi di filosofia, psicologia e informatica, e sul quale sono stati scritti innumerevoli articoli e saggi.
I problemi soggiacenti sono, ovviamente, cosa sia il pensiero e cosa sia l’uomo, dal momento che sicuramente l’uomo pensa. Continua a leggere “La soluzione definitiva al problema dell’intelligenza artificiale”

Colpo di scena

Per scrivere fiabe bisogna aver coraggio: per narrare una storia semplice, lineare e col lieto fine occorre essere abili, altrimenti si è noiosi. Molto meglio scrivere storie intricate, piene di colpi di scena: anche se si è narratori mediocri, un colpo di scena risolve sempre tutto.
Ovviamente, il colpo di scena dozzinale, inserito a mo’ di pezza per nascondere una storia scialba, è ben diverso dal buon colpo di scena. Quest’ultimo deve giungere inaspettato e deve far riflettere. Continua a leggere “Colpo di scena”

Intimamente democratici

Democrazia non significa semplicemente libere elezioni. Confondere il diritto di voto con i diritti dell’uomo significa svuotare il concetto di democrazia, riducendolo ad un involucro vuoto.
La democrazia non è solo forma: vi è un contenuto, che poi sono i cittadini. E proprio su questo tema scrive Massimo Adinolfi, in un interessante articolo su Left Wing.

Auguri

Gli auguri sono un gesto di apertura, rappresentano l’accoglienza verso il prossimo.
Amareggia quindi leggere le disquisizioni sulla maggiore o minore opportunità di Buon Natale rispetto a Buone Feste: siccome siamo Cristiani (la maiuscola non è casuale), argomentano alcuni, dobbiamo augurare un felice Natale anche a chi il Natale non lo festeggia.

Un augurio, in quanto gesto di apertura, è centrato sull’augurato, non sull’augurante. Ai compleanni, non è il festeggiato a fare gli auguri agli ospiti, ma il contrario. E allora perché in questi giorni dovrebbe valere il contrario?

Ad ogni modo, auguri a tutti.

Dimostrazioni

Il mio articolo Un’idea è per sempre ha evidentemente incuriosito Massimo Adinolfi: dopo aver scritto un commento, al quale ho risposto, ha adesso dedicato al tema uno scritto sul suo blog. Continua a leggere “Dimostrazioni”

Pene antiche

Vittorio Mathieu, sul Giornale dimostra la liceità della pena di morte, rifacendosi a Kant.
Condurre dimostrazioni politiche e sociali a partire da un filosofo morto dieci anni prima della Restaurazione (Kant morì nel 1804) è quantomeno curioso. Se non ricordo male, nei suoi testi dedicati alla filosofia del diritto, Kant aveva anche dimostrato che sarti e barbieri non possono godere del diritto di voto.