La multa

In un bar del centro, tre amici sono seduti intorno ad un tavolo, chiacchierando amabilmente.

Tommaso. Oggi mi è arrivata a casa una multa per divieto di sosta. Sessanta euro.

Emanuele. Però, una bella cifra.

Ludovico. Ma almeno la prossima volta di ricorderai di non lasciare la macchina in divieto di sosta.

Tommaso. A dire il vero, la prossima volta che mi capiterà una situazione come quella, lascerò comunque la macchina in divieto di sosta. Continua a leggere “La multa”

Fallimento universale

Gli universali sono reali, hanno una influenza sul mondo, agiscono su di esso. Il sempre interessante Peirce dimostrava (in Che cos’è il pragmatismo) questo fatto con un semplice esempio: in camera c’è aria viziata e noi, in automatico, senza rifletterci su più di quel tanto, apriamo la finestra. La finestra viene aperta a causa della credenza, che è indubbiamente un universale, che l’aria viziata sia malsana per la salute. Continua a leggere “Fallimento universale”

Il dovere dell’opinione

Per misteriosi motivi, spesso accade che avere una opinione sia un dovere, una sorta di imperativo sociale. Come se essere privi di una idea precisa e determinata fosse una terribile vergogna, una cosa da confessare solo agli amici più intimi, ovviamente solo se è proprio necessario.

Non si intende qui difendere l’apatia intellettuale, la mancanza di spirito critico. L’uomo pensa, non può non pensare, ed è quinti ovvio che, di fronte a qualsiasi evento, sia esso grande o piccolo, di importanza globale, locale o personale, vengano notate somiglianze con altri eventi, si manifestino quasi da sole osservazioni ed eccezioni, ragionamenti vari su cause, motivi e conseguenze di quell’evento. Continua a leggere “Il dovere dell’opinione”

Persone e valori

Gianfranco Ravasi, insigne teologo, scrive su Avvenire che “occorre distinguere tra la concretezza delle persone e delle istituzioni – che sono umane, e magari hanno davvero un loro volto ridicolo – e i valori: ecco, se sulle persone l’ironia si può fare, sui fondamenti della fede occorre rispetto”.
Curiosa variante di “Scherza coi fanti e lascia stare i santi”: scherza pure con fanti e santi, ma lascia stare i valori, la santità. Resta da capire come prendere in giro i santi senza toccare i valori. Come tutti i limiti imposti dall’alto, fallisce sulla concretezza.
Decisamente meglio, sempre nello stesso articolo, l’appello finale di Moni Ovadia: “Servono garbo, grazia e modestia. Facciamo incontri, invitiamo, confrontiamoci. Magari anche l’islam ha le sue storielle: mettiamoci in ascolto. Ma al tempo stesso rivendichiamo il diritto al rispetto dei nostri valori, il rifiuto della violenza. Né resa né imposizione, ma ascolto.”

Rumori d’artista

Che cosa è una opera d’arte?
È questa una delle domanda più difficili a cui rispondere.
In realtà, ce la si potrebbe cavare abbastanza facilmente: l’arte non è una attività determinata, ma una tradizione o,meglio, un insieme di tradizioni che si superano e si ricomprendono, in un eterno percorso vecchio come l’umanità. Se l’arte è questo insieme eterogeneo, e sembra proprio esserlo, è chiaro che non è possibile rispondere alla domanda in maniera definitiva: sono possibili sono risposte settoriali, limitate.

Il rischio di una risposta del genere è la fucilazione (si spera metaforica) per alto tradimento: il filosofo non può fuggire così di fronte alle domande, ma deve affrontarle sempre, anche quando la risposta è impossibile.
Raccogliamo dunque la sfida. Continua a leggere “Rumori d’artista”

Politica concorrenziale

In una perfetta situazione di libero mercato, è da evitare la formazione di monopoli.
Un monopolio è infatti nemico della concorrenza, e quindi del mercato, ma è anche nemico della libertà. Se al mondo esistesse un solo fabbricante di caramelle, e questo decidesse di non produrre più caramelle al rabarbaro, tutti gli amanti di questa leccornia ne rimarrebbero privi. O li si lascia senza i prelibati dolci, o si obbliga il monopolista a produrli: in entrambi i casi, una pericolosa limitazione della libertà. Continua a leggere “Politica concorrenziale”

Il matematico invadente

Bernardo da Chiaravalle, ovviamente non il doctor mellifluus in persona ma un suo estimatore contemporaneo, si diverte con alcune dimostrazioni matematiche.

Purtroppo non su argomenti di algebra o analisi o geometria: non vi sono studiati i numeri primi, i gruppi abeliani o i punti del piano. Bernardo discute di etica e di Dio (o, per citarli in ordine di ragionamento, di Dio e di etica).

Come da titolo: il matematico invadente.

Millennarismi

Malvino, nel suo diario, riflette su storia ciclica e storia lineare, sul futuro come ripetizione del passato e il futuro come scopo del presente.
Interessante, peccato solo che si confonda un po’ il fine del mondo con la fine del mondo, come se pensare alla storia non come ad un ciclo equivalga a sperare nell’apocalisse.