Andando in giro per la città

Alpha: Hai trovato il testo del decreto legge antistupro?

Beta: Ti riferisci alle misure urgenti in materia di pubblica sicurezza e di contrasto alla violenza sessuale?

Alpha: Esattamente. L’hai trovato? Voglio leggerlo per cercare di capirci qualcosa: non mi fido di quello che riporta la stampa.

Beta: Beata ingenuità: secondo te certe cose basta leggerle, per capirle? Ecco una breve citazione del decreto:

all’articolo 380, comma 2, dopo la lettera d) è inserita la seguente: «d-bis) delitto di violenza sessuale previsto dall’articolo 609-bis, escluso il caso previsto dal terzo comma, e delitto di violenza sessuale di gruppo previsto dall’articolo 609-octies del codice penale»

Alpha: …

Beta: Deluso?

Alpha: Spaventato, a dire il vero. Praticamente è impossibile, per il cittadino comune, capire il contenuto di un simile decreto.

Beta: Riconosco che non è un capolavoro di chiarezza.

Alpha: La parte sulle ronde?

Beta: Ti riferisci alle associazioni tra cittadini non armati?

Alpha: Sì

Beta: Qui il decreto è leggermente più chiaro:

I Sindaci possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati, previa intesa con il Prefetto che ne informa il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle Forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale.
Le associazioni sono iscritte in apposito elenco tenuto a cura del prefetto. Con decreto del Ministro dell’interno, da emanare entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto legge, sono determinati gli ambiti operativi, i requisiti per l’iscrizione nell’elenco e sono disciplinate le modalità di tenuta dei relativi elenchi.

Alpha: Sì, leggermente più chiaro…

Beta: Non è una idea poi così malvagia. Se, e sottolineo se, non ci sono eccessi da parte di queste associazioni di cittadini, gli effetti non possono che essere positivi. Non è necessariamente una dichiarazione di sconfitta da parte delle forze dell’ordine, lo stato non rinuncia a mantenere l’ordine, semplicemente decide di avvalersi della società civile, nell’ottica della sussidiarietà. Insomma, sono fiducioso: potrebbe diventare una cosa molto brutta e pericolosa, ma anche una cosa bella ed efficace.

Alpha: Vorrei condividere il tuo ottimismo. Comunque, non mi è chiara una cosa.

Beta: Solo una?

Alpha: C’è qualche legge che impedisce a un gruppo di amici di andarsene in giro per la città e, se si imbatte in una qualche infrazione della legge, chiamare le forze dell’ordine?

Beta: No, non mi risulta ci sia qualche legge che lo proibisca.

Alpha: E allora quale è il senso di quei passi del decreto che hai appena letto? Che senso ha iscriversi in un apposito elenco presso il prefetto se, di fatto, non cambia nulla?

Beta: Non hai ascoltato bene l’inizio del testo: «I sindaci possono avvalersi della collaborazione eccetera eccetera eccetera»

Alpha: Quindi?

Beta: Quindi potrai andare in giro per la città con incarico, mandato, autorizzazione, indicazione, chiamala come vuoi, del sindaco.

Alpha: Uhm…

Beta: Ancora perplesso?

Alpha: Sì. Mi sembra di capire che questi cittadini, in quanto facenti parte di associazione della quale si avvale il sindaco, non sono più semplici cittadini, ma non sono neppure pubblici ufficiali. Insomma, sono una via di mezzo.

Beta: Credo si possa affermare qualcosa del genere.

Alpha: Bene, io come mi tutelo?

Beta: Sono loro a tutelare te.

Alpha: D’accordo, ma io da loro come mi tutelo? Come posso difendermi da eventuali abusi e persecuzioni? Contro gli abusi delle forze dell’ordine esistono varie tutele. Contro queste associazioni?

Beta: Non credo ce ne siano.

Alpha: Non ti sembra una mancanza grave? Prima hai parlato di stato e società civile: non dimenticare che la libertà individuale può essere minacciata dalla società civile tanto quanto può esserlo dallo stato.

7 commenti su “Andando in giro per la città

  1. Chapeau
    (beh!! il mio francese non è forte si limita ad un tanto di cappello)
    Il mio sospetto (forse non soltanto mio) è che si voglia scaricare una responsabilità sulla “società civile”.
    Stamane sentivo il sindaco di Parma che parlava di queste “associazioni” che però non sono molto “generose” e principalmente pattugliano i parchi in pieno giorno (per la notte mancano i volontari). Aspetto con terrore il primo “scontro” per capire come reagiranno i “mass-media”, gli stessi che focillano gli insicuri trasformandoli in rabbiosi. Domanda ma se uno di questi “volontari” dovesse invece che “chiamare” addirittura intervenire (per esempio per allontanare un “maniaco” da una zona dove ci sono ragazzini) cosa vi aspettate succederà?
    P.S. Di prima mattina il mio livello di cattiveria è un po’ basso me ne scuso…

  2. Cosa ti difende da un poliziotto che ti bastona a genova? La stessa cosa che ti difende da un neonazi che partecipa a un comitato civico con l’idea di sprangare qualcuno: la possibilità di denunciarlo.

    Però il punto forse è un altro, i vari corpi di polizia istituzionali hanno (immagino) uno statuto, una missione, un regolamento chiaro e definito.

    Al contrario se i comitati civici proliferassero ci sarebbe un proliferare parallelo di statuti, regolamenti interni etc, una situazione difficile da monitorare.

    In questo contesto, mi sembra utile il tentativo del governo di ufficializzare questi comitati, perché impone delle linee guida: niente armi, niente contatto fisico. Mi sembra che le richieste più oltranziste della lega siano state adeguatamente filtrate e moderate dalle altre componenti della PDL.

    D’altro canto cosa ci tutela da un poliziotto che *in barba a giuramenti, regolamente etc* ti bastona al G8?

  3. @il più Cattivo: I massmedia? Reagiranno come al solito, cioè appellandosi alla parte più animalesca di tutti noi.

    @Ferrigno: Non sono un esperto in materia, ma gli strumenti legali per difendersi da un abuso di polizia sono diversi da quelli per difendersi dagli eccessi, chiamiamoli così, di un semplice cittadino, ed è giusto che sia così: sono due situazioni diverse. L’idea di potermi ritrovare con un “abuso di potere” da parte di privati cittadini non mi piace appunto perché non ci sono questi strumenti (che poi, vedi G8, non siano sufficienti, è un altro discorso).
    Il decreto legge impone delle regole? D’accordo. Ma quali? A parte il non girare armati (ma non è questa legge a impedirlo), cosa altro impone? Nulla, tutto viene rinviato al ministro dell’interno, che comunque sembra poter stabilire solo criteri dei membri, non certo aspetti dello statuto ecc.
    Dei City angels, da te citati altrove, ne ho sentito parlare solo bene, e se questa esperienza si ampliasse non potrei che esserne contento. Ma è necessario un decreto legge simile perché ciò accada?

    Un aspetto che volevo sviluppare meglio nel dialogo: le forze dell’ordine si occupano della legge. Per essere più chiari: intervengono quando avviene qualcosa di illegale. Queste associazioni? Si limiteranno all’illegale o interverranno, nei limiti di ciò che è loro concesso di fare, di fronte anche al non socialmente rispettabile? Saranno dissuasivi nei confronti di spacciatori, il che è giusto e utile, o anche nei confronti di chi si beve una bella birra nel parco chiacchierando a voce alta con gli amici?

    Ho molte perplessità su cosa queste associazioni possano diventare.

  4. Vedi è esattamente il punto dolente cui avevo provato ad accennare. Nominalmente un “pubblico ufficiale” può intervenire in determinate occasioni (poi magari le definizioni sono lasche) ma questi “volontari” di cosa sarebbero incaricati dai sindaci?
    Se svolgessero compiti di polizia sarebbero perlomeno inadeguati.
    Se svolgessero compiti di dissuasione probabilmente ci riuscirebbero solo quando il malintenzionato è un “pivello”.
    Mi chiedo se qualcuno ha pensato a delle ronde nelle zone dei Casalesi o perchè no intorno a Lampedusa?
    Ho vissuto una breve esperienza con dei volontari di “primo soccorso” e ti posso dire che in grandissima parte si trattava di persone quasi al limite dell’eccezionale; ma perchè la struttura potesse funzionare vi erano regolamenti, turni e una disciplina che si potrebbe definire quasi militare, oltre alla formazione non solo “tecnica” ma anche “sociale”.

    Infine un dubbio:
    ma per effettuare “il servizio” potranno ricevere dei benefici (ad esempio fiscali)?
    Quali saranno gli oneri per la collettività? Qual’è l’esperienza dei city angel in proposito?
    (vabbe’ sono tre e non uno, ma non siate troppo fiscali)

  5. @il più cattivo: Quali benefici riceveranno? Non ne ho idea. Sicuramente quelli normali per le associazioni di volontariato (che credo si riducano ad agevolazioni fiscali e possibilità di accedere al 5 permille).
    Alcuni sindaci hanno già annunciato che stanzieranno fondi, e non mi è chiaro: a) a cosa serviranno questi soldi; b) perché non destinarli alle forze di polizia.

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