Le domande più filosofiche

«Abbiamo quindi la risposta della scienza su come funziona il cosmo, ma le domande più filosofiche restano pendenti». Quali sarebbero queste “domande più filosofiche”? «Il mistero che sta alla base della vita e della materia» perché «la logica e la razionalità non possono spiegarne e giustificarne l’origine, la causa, il senso».
Ma non è finita, perché «l’unica certezza che la scienza può regalarci è la prova della raffinatissima intelligenza immanente alla vita e all’universo». Continua a leggere “Le domande più filosofiche”

Riflessioni anticipate sul premio Nobel per la fisica

Domani alle 11.45 (at the earliest, scrivono sul sito), si saprà il vincitore del premio Nobel 2013 per la fisica.

Che cosa deciderà l’Accademia reale svedese delle scienze? Sembra abbastanza scontato – ma non si sa mai – che la scoperta sarà quella del bosone di Higgs, giornalisticamente noto come “Particella di Dio”.

Ma chi premiare? Continua a leggere “Riflessioni anticipate sul premio Nobel per la fisica”

C’era una volta l’Afghanistan

Foto di Najibullah Musafer
Foto di Najibullah Musafer

“Afghanistan, lo sguardo dei suoi fotografi” è la mostra che si aprirà domani, venerdì 4 ottobre, allo Spazio Reale di Monte Carasso (Svizzera).

Centoquaranta scatti di un Paese che negli ultimi tempi è uscito dal cono di luce dei media internazionali. Centoquaranta scatti, selezionati da Gianluca Grossi, di 19 fotografi afghani, tra cui quattro donne, che raccontano la loro terra.

La mostra è molto bella, tutte le fotografie (che si possono acquistare) meritano uno sguardo attento. Alcune immagini sono molto forti – ma non nel senso in cui uno potrebbe aspettarsi – e spero vivamente che, dopo Spazio Reale, “Afghanistan, lo sguardo dei suoi fotografi” verrà esposta in altri spazi, in Svizzera o in Italia.

Dimenticavo: l’esposizione rimarrà aperta fino al 24 novembre. Orari di apertura: venerdì  16-19, sabato e domenica 14-18. Domenica prossima, 6 ottobre, alle 17.30, lo Spazio Reale ospiterà un incontro con una delle fotografe, Hanifa Alizada.

La supercazzola

Il testo che segue non è stato scritto per questo sito, pertanto lo stile è, rispetto agli altri articoli, un po’ insolito. Tenetene conto nei commenti.

Iniziamo da una domanda: che cosa è un cerchio? Domanda bizzarra, e tra poco andremo ad affrontare la bizzarria di questo interrogativo. Prima, però, la risposta: il cerchio è il luogo geometrico dei punti del piano che hanno distanza uguale o inferiore a un certo valore (il raggio) da un determinato punto (il centro). Così lo definiscono i matematici; gli altri non è che abbiano una diversa definizione di cerchio: semplicemente ne fanno a meno. Non c’è bisogno di una definizione per riconoscere che la ruota della bicicletta, prima di schiantarsi contro il palo della luce, era un cerchio, mentre dopo l’impatto non lo è più. Per questo la domanda ‘che cosa è un cerchio’ è così bizzarra. Continua a leggere “La supercazzola”

Le biotecnologie nel 1895

[…] Noi curiamo il miglioramento delle piante e degli animali che preferiamo – e sono pochi – a gradi e per mezzo di allevamenti selezionati, producendo ora una varietà di pesche dalle caratteristiche migliori, ora una qualità di uva senza semi, ora fiori più grandi e più belli, ora capi di bestiame derivati da incroci razionali. Questi miglioramenti li realizziamo a poco a poco, perché procediamo per tentativi e perché le nostre cognizioni sono assai limitate; anche la natura, infatti, diventa pigra e recalcitrante nelle nostre mani maldestre. Ma con l’andare del tempo tutto verrà organizzato molto meglio: nonostante i vortici, bisognerà pur seguire il corso della corrente. L’umanità intera diverrà più intelligente, meglio educata e più incline alla cooperazione; si tenderà sempre più a soggiogare la natura, e alla fine si riuscirà a sottomettere la vita animale e vegetale alle necessità dell’uomo.

H. G. Wells, La macchina del tempo, capitolo V

Notizie che uno deve sapere

Esistono notizie che una persona – al di là di doveri professionali e interessi personali – deve sapere?
Se esistono, quali sono?
Un grosso incidente con morti e feriti? L’attuale crisi politica? La prossima città che ospiterà le Olimpiadi? Il risultato elettorale di un Paese moderatamente lontano? I risultati finanziari della grande multinazionale?

Qualche precisazione sulla domanda.
Intendo “dovere” come perifrasi di “sei meritevole di biasimo se non sei a conoscenza di questa notizia”.
Ed escludo doveri professionali e interessi personali perché entrambi non sono universali: un medico deve sapere cose diverse da un architetto, e lo stesso vale per un appassionato di calcio da uno di pallacanestro, mentre a me interessano le notizie che ognuno di noi dovrebbe conoscere.

Segregati

Su Wired trovo una suggestiva immagine della segregazione razziale negli Stati Uniti:1

nycnolabel
New York

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  1. Le razze umane non esistono, lo so. Però se molti si comportano come se esistessero, per descrivere il loro comportamento occorre parlare di razze e di persone bianche, afroamericane, asiatiche eccetera. []

Tu chiamale se vuoi emozioni

Il Corriere della Sera online – sulla scia di altri siti d’informazione – ha introdotto una sorta di “valutazione emozionale” delle notizie: per ogni articolo gli utenti possono stabilire se sono indignati, tristi, preoccupati, divertiti o soddisfatti. Continua a leggere “Tu chiamale se vuoi emozioni”

Divieto di dissimulazione del proprio viso

Tra un mese – il 22 settembre 2013 – il popolo ticinese sarà chiamato alle urne1 per esprimersi sulla cosiddetta “legge antiburqa” o, per essere più precisi, sul “divieto di dissimulazione del proprio viso”.

Sono tendenzialmente contrario a leggi di questo genere – che mi sembrano incompatibili con qualsiasi ragionevole definizione del principio del danno ((Link alla versione inglese di Wikipedia; curioso come quella italiana non abbia questa voce.)) –  ma riconosco che ci sono anche ottime ragioni per approvarla. Il tema di questo articolo, comunque, è un altro. Continua a leggere “Divieto di dissimulazione del proprio viso”

  1. Ho sempre sognato di scrivere “il popolo chiamato alle urne”. []