Giocava al casinò

“Giocava al casinò con i soldi della società”, titola un quotidiano a proposito di un caso di appropriazione indebita. Dettaglio ribadito anche nell’attacco dell’articolo: “I soldi che sottraeva alla sua società li avrebbe usati per scopi personali. In particolare per giocare al casinò”.

Il filosofo che è in me non può non chiedersi – davvero, non è una domanda retorica –: cambia qualcosa, dal punto di vista valutativo, sapere che quei soldi sono stati utilizzati per il gioco d’azzardo? Li avesse spesi per comprarsi una casa o una collezione di libri antichi cambierebbe qualcosa nel nostro giudizio? Me lo chiedo sia dal punto di vista morale (quanto dobbiamo biasimare il ladro) che penale (quanto dura deve essere la pena da infliggere).

Due narrazioni

Ieri sera ho assistito alla conferenza di un illustre pensatore del quale preferisco tacere il nome dal momento che, qui, riassumo, e pure brutalmente, solo un aspetto di quelli da lui affrontati, e durante la conferenza ha detto molte cose interessanti, alcune delle quali condivisibili, ma sulle quale, adesso, non scrivo nulla.
L’illustre pensatore era stato invitato ad esprimersi su un tema che potrei riassumere con “la coscienza e la soggettività minacciate dalle neuroscienze”. Non era ovviamente questo il titolo assegnato, ma grosso modo rispecchia un po’ il succo della parte di discorso dell’illustre pensatore che a me interessa. Continua a leggere “Due narrazioni”

Mi sembra giusto che si esprimano, con più competenza, esperti di genetica e di bioetica

Incuriosito da un accenno in un ricordo di Rita Levi Montalcini, sono andato a ricuperare alcuni articoli di giornale dell’ottobre del 1997 a proposito delle allora promettenti ricerche di quella che si potrebbe chiamare clonazione selettiva, in pratica sopperire alla mancanza di organi per trapianti tramite embrioni che sviluppano solo le parti che servono, trascurando tutto il resto, tra cui soprattutto il cervello e il sistema nervoso. Autore di questa previsione fu il biologo inglese Jonathan Slack che, riportano i giornali dell’epoca, riuscì a creare in laboratorio solo alcune parti di una rana programmando geneticamente la crescita dell’embrione.
Una previsione diventata realtà, per ora, solo nel film del 2005 The Island di Michael Bay anche se, per comprensibili motivi cinematografici, i cloni Ewan McGregor e Scarlett Johansson hanno il sistema nervoso completamente sviluppato, e infatti scappano dal centro trapianti. Continua a leggere “Mi sembra giusto che si esprimano, con più competenza, esperti di genetica e di bioetica”

Previsioni mancate

È bello immaginare il futuro. Secondo l’ANSA,1 che riprende un servizio della rivista Scientific American, tra cinquant’anni avremo macchine volanti, scansioni complete del DNA effettuate in ambulatorio e assisteremo a numerose estinzioni, soprattutto dei grandi predatori.
Affascinante e, per restare nell’ambito delle previsioni, sicuramente più istruttivo degli oroscopi.

Alle previsioni di oggi sul domani, trovo però giusto affiancare quelle di ieri sull’oggi. In Blade Runner e Ritorno al futuro abbiamo le macchine volanti, ma non i navigatori satellitari; i libri dovrebbero essere scomparsi da un bel pezzo, eppure continuano imperterriti a ingombrare le biblioteche e a conquistare lettori;2 niente colonie lunari ma robot su Marte; gli enormi schermi televisivi che la fantascienza collocava in ogni stanza sono effettivamente arrivati, ma sono meno numerosi dei piccoli schermi degli smartphone, e così via.

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  1. Notizia non presente sul loro sito, ma che immagino diversi giornali avranno pubblicato. []
  2. Gli ebook stanno cambiando solo la parte sulle biblioteche. []

Un duro colpo per la famiglia tradizionale

A partire da oggi, primo gennaio 2013, i coniugi svizzeri potranno scegliere liberamente il loro cognome. In altre parole, entrambi i promessi sposi potranno scegliere se mantenere il cognome da celibe o nubile oppure portare quello del partner.

Il fatto che la moglie possa mantenere il proprio cognome o – addirittura! – che possa essere il marito a cambiare cognome è già stato definito da alcuni “un duro colpo per la famiglia tradizionale”.

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