Il Grillo magico

Le decisioni razionali, inutile negarlo, sono merce rara: assurdità e insensatezze sono nostre fedeli compagne di vita. Per abitudine, perché non si è avuto il tempo di rifletterci oppure perché chi conosce la soluzione non sa dell’esistenza del problema mentre chi è a conoscenza del problema non conosce la soluzione: per un motivo o per l’altro, a trionfare è lo scomodo, il complicato, l’inefficiente, nonostante il comodo, il semplice, l’efficiente siano lì, a portata di mano. Continua a leggere “Il Grillo magico”

Scrivere recensioni

Perché scrivere recensioni?

Tommy elenca ben cinque motivi per cui non scrivere una recensione:

  1. Se l’autore ha già detto tutto meglio di me, perché dovrei ripetere quelle cose peggio e in meno spazio?
  2. Perché tentare di risplendere di gloria riflessa?
  3. Perché sprecare energie a recensire un libro anziché impiegare quel tempo per cominciare a leggerne un altro?
  4. Se la recensione deve diventare un’occasione per ribadire sempre i propri stessi pensieri, a che serve?
  5. Chi sono io per criticare?

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Dal 99% al 98%

Zar propone un bellissimo problema matematico, che ripropongo adattandolo alla stagione (di cocomeri, in giro, ce ne sono pochi).

Un piccolo risparmiatore chiama la propria banca per avere informazioni sull’andamento dei propri investimenti dopo i recenti crolli in borsa.
La banca lo rassicura: prima del crollo, egli aveva investito in azioni il 99% dei suoi averi; dopo il crollo, il valore di queste azioni è sceso al 98% del suo capitale. Il piccolo risparmiatore si complimenta con la banca per averlo consigliato così bene.
Posto 100 il capitale del piccolo risparmiatore prima del crollo, a quanto ammontano adesso i suoi risparmi?

La soluzione lascia interdetti.

Geneticamente modificato?

Lo so, è il Tgcom, un sito di “informazione” che molti considerano una valida alternativa a Playboy e Novella 2000, però…

Sta per nascere il primo bebé geneticamente modificato per essere immune dal cancro al seno. Accade in Gran Bretagna dove il piccolo nascerà la prossima settimana all’University College Hospital di Londra. […]
Per questo, insieme con la moglie 27enne, l’uomo ha scelto di rivolgersi ai medici per selezionare un embrione immune dal cancro. […]
Ad aprile sono stati effettuati gli screening e due embrioni dei cinque che si sono rivelati non a rischio di tumore del seno, sono stati impiantati nell’utero della futura mamma.

Tralasciando la differenza tra essere immune e non essere a rischio, ché non voglio fare il pedante, geneticamente modificato fa pensare a una manipolazione del patrimonio genetico del nascituro, non a una semplice selezione degli embrioni.1
È la differenza tra costruirsi un’auto da soli e scegliere il modello che più ci piace dal concessionario, o tra assemblare un computer e sceglierlo tra quelli in catalogo: una differenza che dovrebbe essere chiara anche ai redattori del Tgcom.

Aggiornamento

Pure la Stampa commette lo stesso errore (al quale aggiunge il refuso dell’accento su modificata):

Nascere senza il rischio di ammalarsi di tumore al seno: è con questa particolarità che nascerà la settimana prossima, se tutto va bene, la figlia di una coppia inglese, geneticamente modificatà appositamente con tale obiettivo.

  1. Entrambe le pratiche possono essere moralmente riprovevoli, ma questo non giustifica certo la loro confusione. []

Tautologie

Una delle accuse periodicamente rivolte all’evoluzionismo è quella di basarsi su tautologie. La teoria dell’evoluzione si riassumerebbe nella tesi, banalmente vera, che sopravvive l’individuo che sopravvive.1 Continua a leggere “Tautologie”

  1. Cito da un sito anti-evoluzionista: «Chi ha maggior successo riproduttivo? Il più adatto. Ma chi è il più adatto? Chi ha maggior successo riproduttivo.» []

Diritto alla vita

Molte persone considerano questo diritto [il diritto alla vita] il fondamento di tutti gli altri diritti, e giustificano questa opinione con il fatto che la vita è la condizione preliminare per l’esercizio di tutti gli altri diritti. Empiricamente, niente di più incontestabile. Tuttavia, se l’essere umano, fra tutti i viventi, può esigere il rispetto di diritti particolari perché è capace di un impegno libero e incondizionato, e perché la violazione di questi diritti può portarlo a preferire la morte, è evidente che la vita, condizione di tutto il resto, non è per lui il valore supremo o assoluto.
Del resto, possiamo domandarci che cosa significhi il diritto alla vita per un essere che può morire in ogni istante, e lo sa, che è certo alla fine di morire, e lo sa, anche se non sa né dove né quando né come.
L’enunciato del diritto alla vita ha tuttavia un senso forte: esso significa che il regno della forza, riconoscibile nella natura per il fatto che “tutto mangia tutto”, vale a dire che il più forte mangia il più debole, si ferma sulla soglia dell’universo umano nel quale il più debole ha diritto alla protezione della forza collettiva. Qui si compie il rovesciamento decisivo di cui tutto il resto, potremmo dire, rappresenta soltanto delle varianti.
Bisogna poi riconoscere che l’univocità dell’esigenza di questo diritto privilegiato è più apparente che reale. Ci accorgiamo presto che esso comporta dei gradi. A partire da quale momento l’embrione umano, nel ventre della madre, ha diritto alla vita? Detto altrimenti: a partire da quale momento esso appartiene all’ordine umano ed è vietato distruggerlo? Inversamente: quando la sofferenza diventa insopportabile, il diritto alla vita è sostituito dal dovere di vivere. A partire da quale grado di sofferenza, o di perdita di coscienza, il dovere di vivere consente il soccorso della morte?
A ben guardare, il diritto alla vita non è esattamente un diritto umano. Esso corrisponde al «Non uccidere» della Bibbia. Salvaguarda la vita come dato biologico, non la possibile libertà responsabile. Da solo non implica né rispetto né dignità. Si situa sul limite, là dove la natura (la vita) attende da altrove il suo senso umano. Ecco perché l’assoluto in cui si radicano i diritti umano può sempre mettere la vita in questione e, lungi dal salvarla a ogni costo, indurre a preferire la perdita della vita alla mutilazione della libertà.

Jeanne Hersch, I diritti umani da un punto di vista filosofico, Bruno Mondadori editore, 2008, pp. 90-92 

Il superenalotto della morale

Lungo la strada che dalla fermata della metropolitana porta all’ufficio c’è un cartellone pubblicitario del superenalotto:

A Natale siamo tutti più buoni. Qualcuno anche più ricco.

Secondo wikipedia, la probabilità di vincere al Superenalotto è di circa 1 a 600000000. Uno su oltre seicento milioni
La probabilità che io sia quel qualcuno è incredibilmente bassa, praticamente nulla. Continua a leggere “Il superenalotto della morale”

Un notevole tempismo

Leggo che:

Agostino Giovagnoli, docente di storia contemporanea all’Università Cattolica, ha infatti commentato in questi termini al SIR le dichiarazioni del presidente della Camera Gianfranco Fini, nel 70° anniversario della promulgazione delle leggi razziali, secondo il quale allora la Chiesa non fece abbastanza.

“Il segno di dissenso da parte della Chiesa fu molto forte – replica Giovagnoli – È noto a tutti che Pio XI prese posizione contro le leggi razziali esponendosi in prima persona con discorsi molto duri e dando luogo nel luglio 1938 ad uno scontro aperto con Mussolini”.

A Giovagnoli non è noto, evidentemente, che le leggi razziali sono del settembre 1938 (il che non significa che Pio XI non si sia strenuamente opposto, ma solo che l’avrà fatto almeno un paio di mesi dopo).

Testamento biologico

Su questi temi rifiuto il termine ‘testamento biologico’, infelice tanto dal lato del sostantivo poiché la vita non è un bene patrimoniale cui solo si applica il concetto di testamento, quanto dal lato dell’aggettivo in quanto la vita umana eccede l’elemento biologico.

Vittorio Possenti, Vita, disporne liberamente, il Foglio, 15/12/2008