Colpo di scena

Per scrivere fiabe bisogna aver coraggio: per narrare una storia semplice, lineare e col lieto fine occorre essere abili, altrimenti si è noiosi. Molto meglio scrivere storie intricate, piene di colpi di scena: anche se si è narratori mediocri, un colpo di scena risolve sempre tutto.
Ovviamente, il colpo di scena dozzinale, inserito a mo’ di pezza per nascondere una storia scialba, è ben diverso dal buon colpo di scena. Quest’ultimo deve giungere inaspettato e deve far riflettere. Continua a leggere “Colpo di scena”

Intimamente democratici

Democrazia non significa semplicemente libere elezioni. Confondere il diritto di voto con i diritti dell’uomo significa svuotare il concetto di democrazia, riducendolo ad un involucro vuoto.
La democrazia non è solo forma: vi è un contenuto, che poi sono i cittadini. E proprio su questo tema scrive Massimo Adinolfi, in un interessante articolo su Left Wing.

Auguri

Gli auguri sono un gesto di apertura, rappresentano l’accoglienza verso il prossimo.
Amareggia quindi leggere le disquisizioni sulla maggiore o minore opportunità di Buon Natale rispetto a Buone Feste: siccome siamo Cristiani (la maiuscola non è casuale), argomentano alcuni, dobbiamo augurare un felice Natale anche a chi il Natale non lo festeggia.

Un augurio, in quanto gesto di apertura, è centrato sull’augurato, non sull’augurante. Ai compleanni, non è il festeggiato a fare gli auguri agli ospiti, ma il contrario. E allora perché in questi giorni dovrebbe valere il contrario?

Ad ogni modo, auguri a tutti.

Dimostrazioni

Il mio articolo Un’idea è per sempre ha evidentemente incuriosito Massimo Adinolfi: dopo aver scritto un commento, al quale ho risposto, ha adesso dedicato al tema uno scritto sul suo blog. Continua a leggere “Dimostrazioni”

Pene antiche

Vittorio Mathieu, sul Giornale dimostra la liceità della pena di morte, rifacendosi a Kant.
Condurre dimostrazioni politiche e sociali a partire da un filosofo morto dieci anni prima della Restaurazione (Kant morì nel 1804) è quantomeno curioso. Se non ricordo male, nei suoi testi dedicati alla filosofia del diritto, Kant aveva anche dimostrato che sarti e barbieri non possono godere del diritto di voto.

Leggi

L’uomo vive in società. Ogni società ha le proprie regole, che solitamente sono tacite, e le proprie leggi, che invece sono scritte.
Ogni individuo che vive in comunità con altri individui, cioè che appartiene alla società, è tenuto a comportarsi in conformità alle regole e alle leggi.
Queste ultime sono il collante della società: senza di esse la comunità rischia lo sfaldamento. Ma le leggi non devono solo tenere insieme la comunità, ma anche sostenere e favorire quello che è, o dovrebbe essere, il fine ultimo di ogni società: l’individuo. Le leggi non possono quindi annullare od opprimere, ma devono garantire la libertà. E, soprattutto, devono garantire uno spazio di discussione sulle leggi stesse. Continua a leggere “Leggi”

Santi ed eroi

La filosofia, come qualsiasi altra impresa razionale, non ha bisogno né di santi, né di eroi. In filosofia ci sono ragionamenti e dimostrazioni. Gli esempi, se ci sono, servono ad illustrare questi ragionamenti.
Una teoria non ha bisogno di eroi, di uomini che si sacrificano, per essere vera. Una teoria è diversa dalle sue manifestazioni, non dipende da essa.
Lo stesso non vale per la verità rivelata: la manifestazione deve esserci, e deve essere il più vera e completa possibile. Continua a leggere “Santi ed eroi”

Favole e fiabe

Una fiaba è un racconto, solitamente di origine popolare, ricco di elementi fantastici come maghi, gnomi o fate.
Una favola è invece un racconto molto più breve ed essenziale con una morale; meglio ancora è una morale fatta a racconto.
Cenerentola è una fiaba, la volpe e l’uva una favola.

Come si vede sono due cose molto diverse tra di loro. L’unica accezione che vede fiaba e favola come perfetti sinonimi è quello di fandonia.
Per chi valuta quello che si dice unicamente con il metro del vero / falso (notizia / fandonia), è evidentemente tutto uguale. Una sciocchezza.

Un’idea è per sempre

Il teorema di Pitagora esiste, e continuerebbe ad esistere anche se tutti i libri di geometria bruciassero e tutti i matematici perdessero la memoria: non è possibile distruggerlo, ma solo dimenticarlo.
Lo stesso non vale per gli oggetti fisici, e ancor di più per quelli sociali. Se viene bruciato un albero, questo semplicemente non c’è più, e chi sostenesse il contrario verrebbe gentilmente pregato di allontanarsi ché disturba. Un contratto continua ad esistere anche se brucia il tribunale, ma se a bruciare è l’intera città, ad esempio per un cataclisma o una rivolta, le leggi sono di fatto assenti, come purtroppo dimostrano le frequenti cronache di terremoti e ribellioni: in situazioni simili, parlare di obblighi contrattuali è perlomeno curioso. Continua a leggere “Un’idea è per sempre”

L’immagine scoppia

Le immagini sono sempre immagini di qualcosa, rimandano, indicano, si proiettano verso qualcosa che non è parte dell’immagine.
A volte queste l’immagine si focalizza tutta in questo rimando, tendendo a sparire, a non essere vista come immagine, ma come sostituto della cosa rappresentata. È il caso, ma è un esempio tra mille, della cupola disegnata ad Arezzo (Badia di S. Flora e Lucilla) nel 1702 da Andrea Pozzo: in realtà la cupola non esiste, il soffitto è piatto.
Altre volte, invece, l’immagine non è centrata sull’oggetto rappresentato, bensì sull’oggetto che rappresenta. Continua a leggere “L’immagine scoppia”