Essere (digitali) e tempo

I computer sono delle formidabili macchine per l’elaborazione dei dati.
Il problema è che i computer, in realtà, non elaborano dati, bensì numeri: i computer effettuano calcoli, dai più semplici ai più complessi.
I numeri elaborati possono poi corrispondere al testo della Divina Commedia, al calcolo della sezione aurea, agli appuntamenti del 9 luglio e così via. Tutto questo il computer non lo sa: lui esegue calcoli.
Ovviamente le regole di questi calcoli differiscono da un ambito all’altro: un contro è determinare quante volte il nome di Virgilio ricorre nel Purgatorio, un altro è scoprire se l’appuntamento con il signor Bianchi si sovrappone con l’appuntamento con il signor Rossi.
Ma questo è un problema del programmatore, di chi scrive queste regole, non del computer. Continua a leggere “Essere (digitali) e tempo”

Cosa vedi in questo momento?

“Cosa vedi in questo momento?”

Immaginiamo di porre questa domanda consegnando un oggetto ad un amico, oppure durante una conversazione telefonica, oppure visitando una esposizione di quadri o sculture. Cosa si può dire a proposito di questa domanda?
La domanda è semplice ed innocente.: non vi è nulla di astruso o di insolito e se la risposta presenta problemi, sono di ordine pratico e non concettuale: magari non si vede bene a causa della distanza eccessiva, oppure non si è in grado di descrivere adeguatamente un oggetto complicato, ma la domanda viene perfettamente compresa.
È lecito aspettarsi una risposta: “Vedo una fotografia” oppure “Vedo una strada” ma anche “Vedo degli uomini che corrono ma non capisco perché” o “Non ho gli occhiali, non riesco a vedere bene”.

La situazione cambia radicalmente se a porre questa domanda è uno scienziato o un filosofo: l’innocenza e la semplicità scompaiono, l’oggetto della domanda non è più il mondo nella sua immediatezza. Si vuole conoscere la visione, la misteriosa capacità umana di vedere. La domanda adesso ignora le fotografie, le strade e gli uomini che corrono: ci si concentra sull’occhio, come se il vedere non fosse essenzialmente vedere qualcosa.
Lo scienziato e il filosofo si aspettano una risposta, ma la risposta migliore è il silenzio.

Liberi e Svizzeri: un viaggio nel tempo

Liberi e Svizzeri - CopertinaNel 1939 a Zurigo si svolse la quarta Esposizione Nazionale Svizzera. L’imminente conflitto mondiale (“il 1° settembre, giorno della mobilitazione generale, il numero di visitatori precipitò di colpo” osservano quasi stupiti gli organizzatori), le sempre più vicine minacce del comunismo, del fascismo e del nazismo, indussero gli svizzeri a riflettere sulla propria identità: è la Difesa Spirituale o Difesa del Paese.
Gottlieb Duttweiler, fondatore della Migros (la più grande impresa di commercio al dettaglio della Svizzera), racconta nell’interessante testo Liberi e Svizzeri questo evento.

Sfogliare oggi, quasi settant’anni dopo, questo racconto è un piacevole viaggio indietro nel tempo. Continua a leggere “Liberi e Svizzeri: un viaggio nel tempo”

Che cosa è un tavolo?

Che cosa è questo?
La domanda filosofica per eccellenza nasce nell’Atene del V secolo a.C. Socrate, autentico scocciatore, amava porre questa domanda a tutti quelli che incontrava: “Cosa è il coraggio?” “Cosa è la giustizia?” e così via.
Le risposte che il malcapitato forniva venivano tutte respinte in quanto inefficaci: per quanto pertinenti potessero essere, non riuscivano comunque a cogliere l’essenza. Erano risposte parziale, e il piccolo rompiscatole, comprensibilmente paragonato ad un tafano, riusciva sempre a scovare il punto debole della definizione. Continua a leggere “Che cosa è un tavolo?”

Polifemo

Uom gigantesco abita qui, che lunge
Pasturava le pecore solingo.
In disparte costui vivea da tutti,
E cose inique nella mente cruda
Covava: orrendo mostro, né sembiante
Punto alla stirpe che di pan si nutre,
Ma più presto al cucuzzolo selvoso
D’una montagna smisurata, dove
Non gli s’alzi da presso altro cacume.

Così Omero, nel IX libro dell’Odissea (traduzione di Ippolito Pindemonte), introduce la figura del ciclope Polifemo: un gigantesco e orrendo uomo che dedica la sua solitaria vita alla pastorizia ignorando completamente l’arte della coltivazione del grano, dal quale si ricava il pane. Continua a leggere “Polifemo”

False verità

Un interessante sito raccoglie i blooper, gli errori cinematografici presenti nella versione definitiva del film.
Anacronismi, spostamenti illogici, impossibili cambi d’abito abbondano nelle pellicole, e dopo aver letto le schede di alcuni film particolarmente ricchi di errori ci si chiede come possano essere sfuggiti, tenendo conto del numero indubbiamente alto di persone che lavorano in fase di ripresa e, soprattutto, di postproduzione! Possibile che un semplice appassionato grazie ad un banale televisore riesca a cogliere particolari sfuggiti a regista e montatore? Possibile che a scenografi e consulenti non si accorgano di usare, durante la seconda guerra mondiale, aerei costruiti vent’anni dopo, mentre un appassionato di modellismo li scopre al primo colpo? Continua a leggere “False verità”

Ricordare al tempo dell’Ikea

Il ricordo è qualcosa del passato che permane nel presente. Questo permanere è da intendersi anche, e forse soprattutto, in senso fisico, materiale: il ricordo è anche e soprattutto un oggetto che era e che, in una qualche maniera, ancora è.
Il ricordo è inoltre un evento: l’evento del ricordare, del ritornare in mente. Un simile evento è solitamente originato, ancora una volta, da un oggetto: ad esempio una madeleine inzuppata nel tè o, per chi non ha la sensibilità del poeta, una vecchia fotografia, un giocattolo di quando si era bambini, un libro e, dal momento che non vi sono limiti spaziali, un armadio, una casa e persino una città. Continua a leggere “Ricordare al tempo dell’Ikea”

Agostino contro Vaticano

I visigoti di Alarico saccheggiano Roma nel 410: il cuore dell’Impero è colpito. Anche senza essere esperti di storia antica, è facile immaginare lo sconcerto dei cittadini romani: la fine è vicina, il declino è inarrestabile.
Come è potuto accadere tutto ciò? Quale è l’origine di questo male? Continua a leggere “Agostino contro Vaticano”

Illuminati

Solitamente, con il buio si può solo dormire: per tutto il resto, serve la luce. Per l’Illuminismo, questa luce tanto necessaria all’agire umano è la ragione.

Dopo oltre due secoli di storia e di filosofia, dopo Schopenhauer, Nietzsche e il romanticismo è lecito domandarsi cosa rimane di questa bizzarra idea della ragione come lume naturale grazie al quale avanzare e progredire. Per Umberto Eco (“Illuminismo e senso comune” in A passo di gambero; Milano, Bompiani, 2006), non è sicuramente possibile mantenere una concezione forte della ragione: l’eredità dell’Illuminismo che possiamo e dobbiamo accogliere è al contrario la ragionevolezza della ragione, il buon senso che invita, con linguaggio poco filosofico ma molto chiaro, a tenere i piedi per terra. Continua a leggere “Illuminati”

Non conoscere la magia

Una tecnologia, per essere largamente diffusa, deve essere leggera, di facile utilizzo. Meglio ancora se è trasparente, ossia se l’utente non si accorge nemmeno di utilizzarla.
Una tecnologia pesante, ossia di difficile utilizzo, non potrà mai avere larga diffusione: rimarrà un affare per tecnici, per gente che studiato il funzionamento di quella tecnologia.
Il mondo dell’informatica fornisce ottimi esempi di questo principio. Collegare una stampante ad un computer e configurare quest’ultimo affinché riesca a gestirla era, fino a una decina di anni fa, una operazione abbastanza complicata, una tecnologia pesante; da alcuni anni è diventata una operazione relativamente semplice, tecnologia leggera; attualmente, perlomeno in alcuni casi, è sufficiente collegare la stampante al computer e si è subito in grado di stampare: tecnologia trasparente. Continua a leggere “Non conoscere la magia”