Dei delitti e delle pene

Aggiornamento del 24 ottobre 2022. Questo articolo incentrato su Cesare Beccaria gode di una certa popolarità immagino grazie alle ricerche su Google. Per i lettori interessati segnalo un’intervista, disponibile su Academia.org, che ho fatto al giurista Roy Garré in occasione dei 250 anni di Dei delitti e delle pene. Fine dell’aggiornamento.

Grazie all’amico Cantor apprendo che i servizi segreti americani, quando interrogano i probabili terroristi, utilizzano un particolare tipo di tortura chiamato waterboard.

Il Waterboard, o Waterboarding, è in realtà la versione moderna di una tecnica molto antica, talvolta indicata con l’espressione cura dell’acqua, già usata dall’inquisizione per estorcere confessioni.
L’idea di base è indurre una sensazione di annegamento senza tuttavia annegare effettivamente il torturato. Per fare ciò, gli inquisitori versavano acqua o altri liquidi direttamente nella gola dello sfortunato, tramite un imbuto. Gli agenti della CIA, invece, fanno ricorso ad un sistema leggermente più elaborato:il prigioniero viene legato, con la testa in basso, ad un piano reclinato, sul suo volto viene posto un asciugamano bagnato o un telo di plastica e vi si versa sopra dell’acqua.

I risultati sono decisamente soddisfacenti: in meno di un minuto quasi tutti decidono di confessare.

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Morte opportuna

Piergiorgio Welby è malato di distrofia muscolare.
Negli ultimi mesi, purtroppo, le sue condizioni di vita sono peggiorate:

Fino a due mesi e mezzo fa la mia vita era sì segnata da difficoltà non indifferenti, ma almeno per qualche ora del giorno potevo, con l’ausilio del mio computer, scrivere, leggere, fare delle ricerche, incontrare gli amici su internet. Ora sono come sprofondato in un baratro da dove non trovo uscita.

Così scrive Welby nella lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il tema della missiva è l’eutanasia, definita non morte buona o dignitosa, come vorrebbe l’etimologia, bensì morte opportuna, perché «dgnitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita».

Non mi piace scrivere del particolare: preferisco riflettere sul generale, dibattere sul significato dei concetti, non sulle vicende delle persone. Nel personale cerco di cogliere l’universale.
Se ho iniziato con Piergiorgio Welby e la sua lettera a Napoliano, è evidentemente per debolezza, e sempre per debolezza espongo qui la mia opinione: Welby deve poter morire, è giusto che possa morire.
Ed è giusto che i discorsi generali ed universali, quelli che mi piacciono tanto, non dimentichino il particolare e il singolare, che poi è la loro origine, e guardino dritto negli occhi le persone come Piergiorgio Welby. Continua a leggere “Morte opportuna”

Per la pace perpetua

Intorno alla fine del diciottesimo secolo, un oste olandese, particolarmente dotato di spirito, fece dipingere un cimitero sull’insegna della propria locanda e vi aggiunse la scritta “La pace perpetua”.
L’eco di questo esercizio di satira politica arrivò, non si sa bene come, fino a Königsberg e Kant ne scrisse un breve saggio intitolato, appunto Per la pace perpetua (Zum ewigen Frieden).

Le idee di Kant sulla pace perpetua sono abbastanza note e ampiamente commentate: affinché possa davvero esistere la pace perpetua, tutti gli stati devono essere repubblicani e devono unirsi in una lega e federazione di nazioni.
Meno note sono le idee che, sullo stesso argomento, aveva il calabrese Luigi Carnovale, autore di un testo intitolato Il nuovo vangelo, pubblicato negli anni ’20 del secolo scorso. Continua a leggere “Per la pace perpetua”

Sempre lo stesso viaggio

Su Radio Feltrinelli, il podcast dell’omonima casa editrice, Umberto Galimberti propone La casa di psiche, una rubrica di ragionamenti sui problemi d’oggi con gli strumenti della filosofia (se la parola podcast risulta incomprensibile, non si può che rimandare a wikipedia).

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Il terrore della razionalità

L’etimologia di ragione non lascia spazio a molti dubbi: è razionale una persona che calcola, conta, valuta proporzioni.
Fingiamoci esseri razionali e calcoliamo.

Secondo il National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), nel 2005, in seguito ad incidenti stradali, some morte negli Stati Uniti d’America 43443 persone: 14,66 morti ogni 100000 abitanti.

Leggermente meglio per gli incidenti sul lavoro: secondo lo U.S. Department of Labor “solo” 4 morti ogni 100000 lavoratori, per un totale di 5702 persone rimaste uccise sul luogo di lavoro.

Più difficile stimare le morti legate al fumo, all’alcol, alle droghe in generale, all’inquinamento e ad una alimentazione malsana.
Secondo la American Cancer Society, ogni anno circa 438000 persone muoiono a causa di sigari e sigarette. L’alcol causerebbe invece circa 85000 decessi l’anno, l’inquinamento 50000. 365000 sarebbero invece i decessi riconducibili a problemi nutrizionali, legati eventualmente ad una scarsa attività fisica.
Meglio essere cauti su queste cifre e considerare, per il nostro calcolo, solamente una parte di questi decessi. Stimiamo quindi che i decessi dovuti a “stili di vita malsani” (alcol, droga, cibo malsano, fumo) siano 100000 ogni anno. Continua a leggere “Il terrore della razionalità”

Due dizionari

Un dizionario dovrebbe essere una raccolta di parole e locuzioni accompagnate dalla definizione del suo significato. Una lettura noiosa, necessaria solo quando ci si imbatte in termini misteriosi come abbicare e facometro, oppure quando il sonno è turbato da dubbi amletici come famiglia o familia? e sufficiente o sufficente?.

Alcuni dizionari costituiscono tuttavia una amena lettura: in questi casi la definizione non riguarda tanto il significato della parola, ma il suo uso e, soprattutto, il suo abuso. Ho in mente due dizionari molto simili e, allo stesso tempo, molti diversi. Il primo è il Dizionario filosofico di Voltaire, pubblicato la prima volta nel 1746. Il secondo è il Dizionario del diavolo di Ambrose Bierce, pubblicato nel 1906 con il titolo The Cynic’s Word Book (Il vocabolario del cinico). Continua a leggere “Due dizionari”

Il più grande filosofo di tutti i tempi

Il filosofo è colui che ama la verità, che vuole essere vicino alla verità.
Ma cosa è la verità? Una possibile definizione di verità riguarda la genuinità: vero è ciò che non è alterato, mediato, trasformato, interpretato.

Il 26 febbraio 1970 uscì nelle sale il film Il ragazzo selvaggio (L’Enfant sauvage) di François Truffaut. Il film è il seguito ideale de I quattrocento colpi (Les Quatre Cents Coups, 1959); entrambi i film trattano l’importante tema dell’infanzia e dell’educazione, e contengono una non banale analisi, decisamente critica, della società. Continua a leggere “Il più grande filosofo di tutti i tempi”

C’era una volta… l’11 settembre e altre storie

“Non ci sono fatti, ma solo interpretazioni”: è la celebre sentenza di Friedrich Nietzsche che fa da fondamento ad ogni ermeneutica estrema e ad ogni relativismo.
Non ci sono fatti: tutto quello che si può dire è una interpretazione, una analisi o ricostruzione in una qualche misura arbitraria e criticabile.

I tragici eventi dell’11 settembre 2001 sono evidentemente anch’essi una interpretazione, non un fatto. Continua a leggere “C’era una volta… l’11 settembre e altre storie”

Proporzionalmente corretto

Il biologo Michael C. LaBarbera ha scritto un divertente ed interessante articolo sulla biologia dei mostri degli vecchi film di fantascienza: The Biology of B-Movie Monsters prende in considerazione, tra gli altri, King Kong, le formiche giganti di Them! (Assalto alla terra, 1954, di Gordon Douglas) e gli uomini microscopici di film come Fantastic Voyage (Viaggio allucinante, 1966, di Richard Fleischer) o Dr. Cyclops (1940, di Ernest B. Schoedsack).

Questi mostri sono semplicemente creature fuori dimensione: che mantengono, in proporzione, le peculiarità originarie. Così se una normale formica è in grado di trasportare venti o trenta volte il proprio peso, il che si riduce comunque a pochi grammi, una formica alta cinque o sei metri sarà in grado di fare lo stesso, soltanto che in questo caso si tratterà di parecchie tonnellate. Continua a leggere “Proporzionalmente corretto”

Estinzioni

Perché i dinosauri si sono estinti?
Questa semplice domanda è uno dei misteri più interessanti della paleontologia, quello che più affascina il grande pubblico di appassionati e curiosi: come sparirono questi animali che dominarono l’ecosistema per oltre 160 milioni di anni? Continua a leggere “Estinzioni”