Un Dio amorevole (prima parte)

Quella mattina, niente nebbia e pochissimo traffico: il tragitto dalla villa alla casa editrice era stato tranquillo come non mai. Cosa poteva rovinare una giornata così?, si chiese il Direttore.
Appena il computer finì di scaricare la posta elettronica, la sua domanda ebbe una tragica risposta: non poter pubblicare l’ultimo romanzo di X. Il Direttore rimase alcuni minuti a fissare il monitor, quasi sperando che, tra un battito di ciglia e l’altro, l’email sparisse, ma ogni volta era lì, con la sua perentoria affermazione finale: “Non possiamo pubblicare questo libro”.
L’attività della casa editrice si basava essenzialmente su due pilastri: i romanzi di X e le raccolte di ricette di S. Da alcuni mesi S era in crisi: non osava più ideare nuove ricette, un po’ per l’età, un po’ per paura di nuove denunce, dopo lo sfortunato caso della trota con panna montata, marmellata di arachidi, salsiccia e sugo di vongole. E adesso anche X li abbandonava: il Direttore meditò alcuni minuti se togliersi la vita oppure uccidere uno dei loro scrittori, così, giusto per sfizio e per incrementare le vendite delle ristampe.
La paura di venire scoperto scacciò quel pensiero, e si concentrò nuovamente sul messaggio ricevuto. “Non possiamo pubblicare questo libro”. Ma perché? Il redattore si limitava a parlare di incongruenze nella trama e nello stile: ma che significa? Non sono simili inezie a fermare la pubblicazione di un libro! Quell’idiota del redattore avrebbe dovuto allertare l’ufficio marketing, per preparare uno slogan, o una finta recensione, che poi è lo stesso, per giustificare le novità stilistiche del loro autore di punta. “Una avventura che vi lascerà a bocca aperta”, o “Leggete le sorprendenti pagine del nuovo romanzo di X, l’opera definitiva”, porcate così, insomma.
Il Direttore chiamò immediatamente l’incapace redattore.

Direttore: “Cos’è questa storia del romando di X? Perché hai scritto che non possiamo pubblicarlo? Tutto quello che scrive quell’uomo si vende come il pane: un romanzo come la lista della spesa. E non credo che il suo ultimo romanzo sia peggio di una lista della spesa!”
Redattore: “Temo che lo sia.”
“Che sia cosa?”
“Peggio della lista della spesa, signore”
“Ma che cosa vai blaterando?”
“Beh, signore, l’ultimo romanzo di X è il seguito di alcuni suoi grandi successi, come Il lago ghiacciato, In viaggio verso est, Il soldato smemorato, Clara, e alcuni altri”
“Bene, bene: un seguito vende sempre, e spinge anche le vendite del primo episodio… Aspetta un attimo, Il lago ghiacciato si svolge nella Francia medievale, In viaggio verso est nell’Inghilterra vittoriana mentre Il soldato innamorato durante la seconda guerra mondiale…”
“È proprio questo il problema, signore: X ha riunito i personaggi di praticamente tutti i suoi romanzi. E quando dico tutti, intendo proprio tutti: anche i morti.”
“I morti?”
“Esatto, signore: i morti. Tutti i personaggi morti sono improvvisamente risorti.”
“…”
“…”
“La trama?”
“Non c’è.”
“Come vuol dire non c’è trama?”
“Vuol dire che i vari personaggi si incontrano e iniziano a volersi bene. I torti subiti vengono tutti perdonati. Giusto per farle un esempio: il generale de “Il soldato innamorato” viene perdonato dai propri soldati.”
“Ma quei soldati sono morti!”
“Come le ho già detto, risorgono tutti.”
“…”
“…”
“Mi lasci solo.”
“Va bene.”

La seconda e la terza parte arriveranno, rispettivamente, domani e dopodomani.

La legge è uguale per tutti

Notte afosa. Sonno. Un caffè turco greco bello forte per cercare di non cedere subito al sonno e leggere ancora qualche pagina di Kelsen (Il problema della giustizia).
A pagina 52, il caldo e il sonno hanno la meglio, e gli occhi si chiudono. La caffeina, tuttavia, continua a stimolare il cervello, che rielabora quanto Kelsen ha scritto sull’uguaglianza di fronte alla legge:

Se dunque non di deve prendere in considerazione alcuna diseguaglianza, allora tutti gli uomini sono eguali e tutto è uguale. Nella norma «non si deve uccidere alcun uomo» tutti gli uomini sono trattati in modo eguale. Quest’uguaglianza però si riferisce soltanto al «non-venir-ucciso», e non a tutti i possibili tipi di trattamento. Nei riguardi dell’applicazione della pena si deve assolutamente tener conto della differenza fra l’uomo che commette un reato e l’uomo che non lo commette.

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Dormire, e poi sognare, forse

In un certo momento della nottata mi sono quasi svegliato. Quasi perché i rumori in strada hanno solleticato la mia coscienza, senza però riuscire a destarla completamente. È difficile da descrivere: diciamo che la mia coscienza era lì, attiva ma impotente perché tutto il resto era ancora addormentato.
Stavo sognando, e il sogno non si è interrotto. Però, in un certo senso, ha cessato di essere solo un sogno: le sensazioni di quel sogno hanno, per così dire, acquistato la forza e la chiarezza della veglia.
Sapevo che tutto quello era un sogno, ma nello stesso tempo avvertivo, purtroppo, la realtà degli eventi.
E il sogno si è divertito alle mie spalle, facendomi sognare il mio risveglio. Continua a leggere “Dormire, e poi sognare, forse”

Il capolavoro censurato

Ufficio del direttore di una grossa e rinomata casa editrice.

Direttore: Buongiorno.

Segretaria: Buongiorno signor direttore.

Direttore: A proposito di ieri sera…

Segretaria: Sì?

Direttore: Ecco, io mi voglio augurare che quello che è successo non…

Segretaria: Non?

Direttore: Ecco… rimanga tra noi due. Insomma, perché coinvolgere altre persone, che non capirebbero.

Segretaria: Ha ragione: dal momento che sua moglie non capirebbe, meglio non farle sapere nulla.

Direttore: Esatto, esatto. Vedo che ha capito alla perfezione.

Segretaria: Non si preoccupi.

Direttore: Grazie

Segretaria: Sulla sua scrivania troverà la corrispondenza del mattino.

Direttore: Perfetto.

Segretaria: Insieme alla corrispondenza c’è anche una lettera di aumento per la sua segretaria…

Direttore: Una lettera di aumento?

Segretaria: Certo: mi sembra giusto, dopo tutti gli straordinari che deve fare per soddisfare le esigenze del direttore, un aumento di 200 euro mi sembra il minimo. Continua a leggere “Il capolavoro censurato”

I diritti degli animali

Matthew Hiasl PanUn giudice austriaco ha stabilito che le scimmie non sono persone, facendo così fallire l’iniziativa di un gruppo animalista che voleva tutelare la vita di uno scimpanzé al quali aveva anche dato un nome umano, Matthew Hiasl Pan.
James Garvey ne discute, molto sensatamente, su talkingphilosophy.

Questa volta è andata storta, ma è una battaglia che, prima o poi, verrà vinta dagli animalisti: probabilmente un giorno le scimmie antropomorfe godranno almeno di alcuni dei diritti adesso riservati agli uomini, compresso quello all’autodeterminazione.
Una simile prospettiva potrebbe però rivelarsi controproducente. Continua a leggere “I diritti degli animali”

Questione di pelle

Antefatto

È estate.
In estate capita di prendere un po’ di sole, e di conseguenza capita che il colore della pelle sia un po’ più scuro che d’inverno.
In estate capita anche di andare a letto tardi, e così non sempre la mattina di ha voglia e il tempo di radersi.
In estate capita che, per il caldo, uno indossi dei sandali, una maglietta e dei pantaloni leggeri.
In altre parole: in estate, a me capita di prendere quel “sapor mediorientale” della canzone di Gianna Nannini (sul bello e impossibile ci sto ancora lavorando). Continua a leggere “Questione di pelle”

Pausa pranzo

ParmigianaMezzogiorno.

L’una.

Le due.

Le due e mezza.
Lo stomaco è vuoto. Un vuoto che chiede di venire riempito. Senti l’addome che si contorce: il corpo avverte l’horror vacui e cerca di rimediarvi come può.
I due taralli, impietosamente mendicati al vicino di scrivania, hanno soddisfatto il palato, non le viscere. Squisiti taralli di Martina Franca… meglio non pensarci, meglio spostare altrove l’attenzione. Continua a leggere “Pausa pranzo”

L’Archivista

Il nulla regnava: niente materia, niente energia, niente universo.
L’Intelligenza Assoluta si annoiava; decise così di creare l’universo.

Inizialmente pensò di creare un mondo completo ed organizzato: immense strutture di materia in continua interazione, forze in opposizione, trasformazioni della materia e dell’energia.
Poi ci ripensò: troppo lavoro. Molto meglio partire con un miscuglio ben organizzato di materia ed energia, farlo esplodere e godersi il divertimento: regolando bene gli ingredienti ne sarebbe venuto fuori qualcosa di interessante. Così avrebbe avuto l’eternità per ammirare e studiare l’evoluzione della sua creatura, l’universo. Continua a leggere “L’Archivista”

Incauto acquisto

I primi ad accorgersene furono i cani.
All’inizio, ovviamente, non capii: perché alcuni cani, soprattutto la sera, cercavano di attaccarmi, abbaiando furiosamente e mettendo a dura prova la pazienza dei proprietari e la resistenza dei guinzagli? Un mistero che solo tempo dopo riuscii a risolvere.

Ma andiamo con ordine: leggo nei suoi occhi che non capisce cosa c’entrino i cani con la mia storia.

Tutto iniziò a fine maggio. Ha presente, quando la primavera inizia a lasciare il posto all’estate, le giornate si fanno sempre più lunghe e calde, molto calde. Giacche e maglioni vengono seppelliti negli armadi, iniziano a vedersi pantaloni corti e camicie con le mezze maniche. Anche le calzature subiscono la naturale evoluzione: spariscono le terribili e pesanti scarpe invernali, e al loro posto arrivano leggere scarpe di tela. E sandali.
Sì, lo so, la prendo alla lontana e la sto un po’ annoiando. Me ne rendo conto: lei queste cose le sa benissimo, lei conosce perfettamente il ciclo delle stagioni e tutto il resto.
Ora, però, stia attento: inizia il racconto vero e proprio, e alla fine capirà molte cose. Continua a leggere “Incauto acquisto”

Imbarazzanti equivoci

Un cellulare inizia a squillare.

Avvocato: Pronto?

Cellulare: Ciao sono io ti disturbo?

Avvocato: Non sono neppure le undici di mattina. Certo che disturbi! Mi sono appena svegliato: dimmi cosa vuoi che poi vado a far colazione al bar.

Cellulare: Temo dovrai rinunciare alla colazione, vecchio mio. Ho un problema grosso come una casa e solo tu puoi aiutarmi.

Avvocato: Cosa succede: tua moglie finalmente ti ha lasciato? Se è così dimmelo, che stasera la invito fuori a cena.

Cellulare: Non fare lo stronzo. Sono bloccato a Londra: mi hanno cancellato il volo e non riesco a tornare prima di domani. Il problema è che oggi pomeriggio dovrei essere in tribunale per una causa: difendo un tizio accusato di rapina a mano armata.

Avvocato: E io cosa dovrei fare?

Cellulare: Prendere il mio posto. Sei un avvocato anche tu, se non sbaglio. La mia segretaria ti dovrebbe inviare per mail la documentazione.

Avvocato: Ma io sono anni che difendo solo persone accusate di stupri e molestie sessuali!

Cellulare: Non sarà un dibattimento complicato: il programma c’è solo la testimonianza del derubato. Nulla di difficile. Ciao e grazie – Chiude la conversazione

Avvocato: Ehi aspetta non riattaccare… Stronzo. Continua a leggere “Imbarazzanti equivoci”