Le avventure di Frodo Sacchi

Sto rileggendo Il Signore degli Anelli nella nuova traduzione di Ottavio Fatica.

Non avevo seguito più di tanto le polemiche che c’erano state quando era stata pubblicata e mi sembrava che ci si fosse concentrati più che altro sui nomi, tipo Gran Burrone che diventa Valforra o Bosco Atro trasformarsi Boscuro.
Leggendo mi sono invece scontrato con un linguaggio incredibilmente aulico che a volte toglie il fiato – e dico letteralmente, perché lo sto leggendo a voce alta a mio figlio.

Ho condiviso su Facebook un piccolo estratto:

Più forte che mai rombò il gran ruglio, per rimbombare di sotterra sopra i monti.

Ne è nata una interessante discussione e per curiosità sono andato a cercare il testo originale (per la cronaca siamo al capito 9 del libro IV):

The great rumbling noise, louder than ever before, rolled in the ground and echoed in the mountains.

Come ha sintetizzato Anna Pintore – citando non ricordo quale critico a proposito dei film egotici di Nanni Moretti – “spostati, traduttore, e fammi leggere l’autore“.

Ma la cosa davvero interessante è stato scoprire che Tolkien ha lasciato indicazioni molto precise su come tradurre i nomi e che Baggins è “Intended to recall bag” e quindi andrebbe tradotto in un modo che “should contain an element meaning sack, bag”. Insomma, a dar retta a Tolkien il protagonista dovrebbe chiamarsi Frodo Sacchi.

Post scriptum

Lo so che oggi si discute del Signore degli Anelli perché al comizio conclusivo di Fratelli d’Italia Pino Insegno ha riproposto un monologo di Aragorn, ma per fortuna qui non mi sento vincolato dall’attualità, per quanto questo ritorno al passato in cui Tolkien era “di destra” non mi faccia affatto piacere.

Traduzioni di genere

È morta la produttrice cinematografica Tiziana Soudani – quella di Pane e tulipani di Silvio Soldini, per capirci.

Tra le varie “manifestazioni di cordoglio”, anche quella delle Giornate cinematografiche di Soletta che qualche anno fa aveva dato a Soudani il Prix d’honneur. Circostanza ricordata così in tedesco e francese:

Die Tessinerin wurde an den 52. Solothurner Filmtagen als erste Filmproduzentin überhaupt mit dem «Prix d’honneur» geehrt.
Aux 52es Journées de Soleure, la Tessinoise avait été la première productrice de cinéma à recevoir le «Prix d’honneur».

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Reductio ad Hitlerum

Ghostbusters
Ghostbusters

“Scegliete la forma del distruggitore” dice il dio sumero (o ittita?) Gozer ai quattro acchiappafantasmi nel per me fondamentale film del 1984 di Ivan Reitman.

Peter Venkman/Bill Murray spiega la frase un po’ criptica agli altri citando Adolf Hitler: “Se pensiamo ad Adolfo Hitler, Hitler appare e ci distrugge, chiaro?”.

Ieri ho sentito la versione originale del film e con sommo stupore ho sentito Bill Murray citare come esempio di malvagità non il Führer, ma J. Edgar Hoover, il primo direttore dell’FBI.

Lost in translation 3

John Anderton si rende conto che qualcuno ha cercato di incastrarlo, e vuole giustamente sapere chi ha ordito il diabolico piano. L’unico che può rispondere alla sua domanda è Leo Crow, il quale gli risponde… già, cosa risponde Leo Crow a John Anderton, il poliziotto della pre-crimine interpretato da Tom Cruise nel film di fantascienza Minority Report (USA 2002, regia di Steven Spielberg)? Continua a leggere “Lost in translation 3”

Traduzioni, tradizioni e tradimenti

Tom e Jerry non hanno bisogno di presentazioni: chi non conosce i popolari protagonisti dell’omonima serie di cartoni animati?
Quello che forse non tutti si ricordano è che in alcuni episodi della serie, risalenti agli anni ’50, Tom si accende una sigaretta per fare colpo su una gatta: un gesto perfettamente normale quando sono stati realizzati gli episodi, un po’ meno adesso, tanto che uno spettatore preoccupato ha protestato presso l’Ofcom, l’ente britannico che vigila sui programmi tv. Il risultato è che la Turner, proprietaria dei diritti, ha acconsentito a tagliare le scene in cui il fumo viene presentato come accettabile o persino positivo. Continua a leggere “Traduzioni, tradizioni e tradimenti”

Lost in translation 2

Il cuculo è un uccello particolare: non ha un proprio nido e depone quindi l’uovo all’interno del nido degli altri uccelli. Il piccolo del cuculo, una volta nato, si sbarazza dei fratellastri e riesce ad ingannare i genitori adottivi che lo nutrono amorevolmente.
In inglese, cuculo (cuckoo) indica anche una persona pazza, e questo spiega perché Ken Kesey, nel 1962, intitolò il romanzo ispirato alla sua esperienza, come operatore, in un ospedale psichiatrico Qualcuno volò sul nido del cuculo (in inglese One Flew Over the Cuckoo’s Nest). Continua a leggere “Lost in translation 2”

Lost in translation

Tim Harfod è un giornalista economico, editorialista del Financial Times e autore del fortunato libro The Undercover Economist (L’economista mascherato), una esposizione dei principi economici pregevole per la sua chiarezza e semplicità.
Il quinto capitolo è dedicato al problema dell’informazione asimmetrica: cosa succede quando uno dei due soggetti coinvolti in una transizione ha a disposizione informazioni che l’altro, invece, ignora. È il caso, ad esempio, delle vendite di auto usate (il venditore conosce il valore effettivo dell’auto, il probabile acquirente no) e delle assicurazioni. Continua a leggere “Lost in translation”