Narrare la Storia

Sid Jacobson ed Ernie Colón; 9/11 Il rapporto illustrato della commissione americana sugli attacchi terroristici dell’11 settembre; Alet edizioni, Padova, 2006

Premessa: dei libri

Sid Jacobson, Ernie Colón, 9/11 CoverAlcuni servizi online con iscrizione obbligatoria permettono di ritrovare la propria password di accesso grazie ad una domanda segreta impostata durante registrazione: ad esempio “quale è il nome da nubile di tua madre?” o “quale è il tuo libro preferito?”.
A quest’ultima domanda una persona ha risposto, dopo un attimo di esitazione, “La Bibbia”. Percependo lo stupore dei presenti, ha così giustificato la sua risposta: “Non è ovviamente vero, ma almeno sono sicuro di ricordare la risposta.”

Per quale motivo la Bibbia non può essere il libro preferito di una persona?
Molto probabilmente perché non è un semplice libro, non è un testo qualsiasi che racconta una storia qualsiasi: è il libro, il testo che narra la storia, la nostra storia, il libro che ci racconta chi siamo. La formula “Parola del Signore”, spesso usata per accompagnare la lettura della Bibbia, vuole proprio sottolineare l’eccezionalità di questo libro. Continua a leggere “Narrare la Storia”

Peter Parker contro Clark Kent

Superman vs Spider-ManPeter Parker è il timido ed impacciato studente e fotografo per il Daily Bugle che, morso da un ragno radioattivo (o geneticamente modificato, a seconda delle versioni), diventa Spider-Man.
Clark Kent è il timido ed impacciato giornalista del Daily Planet dietro il quale si nasconde Superman.

Le somiglianze tra i mansueti Peter e Clark potrebbero far pensare che, nelle due popolari serie a fumetti, si ripete lo stesso meccanismo narrativo. In realtà la situazione dei due personaggi è radicalmente diversa, ed è possibile un confronto solo superficiale; le differenze permettono anche di comprendere come mai Superman è praticamente l’unico supereroe invulnerabile. Continua a leggere “Peter Parker contro Clark Kent”

Oscenità

Il codice penale italiano così recita all’articolo 529:

Agli effetti della legge penale si considerano osceni gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore.

Secondo il comune sentimento offendono il pudore.
Il Devoto-Oli definisce così comune: “pertinente a una comunità di persone”.

Quando questo articolo venne scritto la comunità era sicuramente più unita ed uniforme di quanto, soprattutto su temi come il sesso, lo sia adesso. Comune assumeva quindi un significato forte: praticamente tutti si riconoscevano, quasi si rispecchiavano in questo comune sentimento.
Adesso la situazione è mutata: grazie alla facilità del confronto con gli altri, dovuto indubbiamente anche all’immigrazione ma, più in generale, grazie alla maggiore apertura di un mondo sempre più basato sullo scambio e sulla relazione, la società si è sfaccettata. Il comune sentimento non può che diventare una sorta di massimo denominatore comune: qualcosa di condivisibile da tutti, ma nel quale sicuramente nessuno si può identificare completamente.

Un mutamento di significato non da poco.

Dubbi incomprensibili

Giuliano Ferrara, il noto giornalista italiano, è stato invitato al Meeting di Comunione e Liberazione del 2005. L’editore Solfanelli pubblica adesso il testo del suo intervento, insieme ad altri due saggi intitolati Noi “atei devoti” insofferenti del laicismo e In che senso e perché adesso Machiavelli deve convertirsi.

Il titolo del libricino è Non dubitare contro la religione laicista, in riferimento ad uno dei temi dell’ultimo capitolo: la necessitò di rinunciare al dubbio sistematico tipico dell’etica laica.
Questo è comunque solo uno degli aspetti della complicata analisi di Ferrara, il cui nodo principale è una lunga e accalorata critica a quello che si può chiamare laicismo ideologico.

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Chiuso per fallimento

Viaggiatore: Mi scusi, sa per caso a quanto ammonta il ritardo del treno?

Capotreno: Non si preoccupi: sono solo venti minuti!

Viaggiatore: Solo venti minuti?

Capotreno: Sa, non dovrei dirlo, ma solitamente sono trenta: in pratica, siamo in anticipo di dieci minuti!

Viaggiatore: Lasciamo perdere: meglio tornare alle mie letture.

Capotreno: Arrivederci.

Viaggiatore: Arrivederci – Rivolto all’altro passeggero dello scompartimento – Tipo strano, il capotreno: dieci minuti di anticipo!

Ludovico: Strano? Perché mai? In fondo ha ragione: per chi, come me, prende spesso questo treno ed è abituato a mezz’ora di ritardo, siamo davvero in anticipo. Infatti dovrò aspettare mia moglie in stazione dieci minuti: è abituata anche lei a trenta minuti di ritardo.
Ovviamente mi rendo conto che per lei questo discorso non ha senso: lei non conosce i ritardi cronici e si è fidato dell’orario ufficiale. Continua a leggere “Chiuso per fallimento”

Luigi Nono e il festival di San Remo

Luigi Nono, il noto compositore di musica d’avanguardia, scrisse nel 1964 La fabbrica illuminata per soprano, coro e nastro magnetico.
Questo lavoro di Nono non è interessante soltanto da un punto di vista musicale e artistico: determinante è infatti anche la componente sociale e politica.
Parte integrante della composizione è infatti il lavoro degli operai delle acciaierie Italsider di Genova-Cornigliano: Nono ha registrato, con l’indispensabile aiuto del tecnico Marino Zuccheri, i suoni della fabbrica, i rumori dell’altoforno e degli altri reparti della acciaieria. Continua a leggere “Luigi Nono e il festival di San Remo”

L’invidia del bene (e del male)

L’invidia del pene, secondo Sigmund Freud, è il desiderio che avrebbero le donne di possedere, come i maschi, un pene. Questo controverso concetto, messo in discussione già da Anna Freud, spiegherebbe alcuni aspetti del comportamento femminile.

L’idea è accattivante: avvertire una mancanza non come una semplice e neutrale differenza rispetto all’altro, ma come uno svantaggio, un problema che si vorrebbe superare.
È in questa accezione che credo si possa parlare, anche senza avere l’autorità di Freud, di invidia del bene: l’invidia verso le certezze, verso chi non ha problemi a capire chi è dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata, verso chi non ha dubbi su ciò che è bene e ciò che è male, su chi è il bene e chi il male.

Avere le idee chiare è un ottimo modo per leggere la realtà: anche se gli eventi sembrano precipitare, il mondo rimane comunque intelligibile, comprensibile, si capisce cosa accade.
Chi non ha certezze, chi non capisce il mondo e non riesce a distribuire torti e ragioni, rimane invece con il dubbio. E con le domande, con tante domande: vorrebbe capire, vorrebbe sapere, ma non riesce.

Chi soffre di invidia del bene continua a porre domande, e le pone perché è alla ricerca di risposte: le sue non sono domande retoriche.
Spesso, purtroppo, riceve risposte retoriche, non argomentate, che non riesce a comprendere: evidentemente i fortunati possessori di certezze possiedono poche argomentazioni, oppure le custodiscono gelosamente.

L’immagine e la parola

Piccola città di provincia, non dirò quale in nome dell’omertà e del quieto vivere, con l’immancabile cinema multisala di provincia e, soprattutto, l’immancabile volantino, che prende il nome di flyer si suppone per differenziarsi dal vicino supermercato.
Il volantino, e scusate se mi ostino a scrivere in italiano, pubblicizza i film estivi e le immancabili anteprime. Vediamo con quali parole. Continua a leggere “L’immagine e la parola”

Quando il numero ha importanza

S’il n’y avait en Angleterre qu’une religion, son despotisme serait à craindre; s’il n’y en avait que deux, elles se couperaient la gorge; mais il y en a trente, et elles vivent en paix et heureuses.

Se in Inghilterra vi fosse una sola religione, ci sarebbe da temere il dispotismo; se ve ne fossero due, si scannerebbero a vicenda; ma ve ne sono trenta, e vivono felici e in pace.

Voltaire, Lettres Philosophiques, Lettre VI. Sur les presbytériens, 1733

E se lo stesso valesse non solo per l’Inghilterra, ma per tutti i popoli? E se non si limitasse alle religioni, ma anche, ad esempio, ai partiti politici?
Un solo partito: dispotismo; due partiti: guerra; trenta partiti: pace e felicità.

Troppo semplice?

Il marito infedele e la moglie gelosa

Per quale motivo un marito non dovrebbe tradire la propria moglie?
Sarebbe bello se la domanda non avesse senso e se ci si potesse limitare alla domanda opposta: “perché mai un marito dovrebbe tradire la propria moglie?”. Purtroppo non è così: il mondo è pieno di fedifraghi.
Torniamo dunque alla domanda originale: per quale motivo una persona è fedele? Per amore e per rispetto, innanzitutto, ma, siamo realisti, anche per paura delle conseguenze e del giudizio altrui. Continua a leggere “Il marito infedele e la moglie gelosa”