Il relativo capro espiatorio

Di Wikipedia, l’enciclopedia liberamente scritta e modificata dagli utenti, si possono dire molte cose: si può entusiasticamente lodare l’affermazione dell’intelligenza collettiva oppure definirla una «sputacchiera on-line».
Wikipedia ha i suoi limiti e i suoi punti di forza: affidarsi alla libera partecipazione per la stesura delle voci è un rischio, soprattutto per alcuni temi controversi, nei quali rischiano di prevalere le passioni, o poco noti, nei quali le imprecisioni rischiano di prosperare indisturbate molto a lungo; nel complesso, tuttavia, funziona abbastanza bene: chi sa scrive contribuisce con nuovi articoli o con correzioni marginali, chi non sa non scrive nulla e chi crede di sapere, prima o poi, viene corretto da uno che sa.

Francesco Ognibene, sulle pagine di Avvenire, scopre un altro limite di Wikipedia: il relativismo.

Internet equipara ogni informazione a qualsiasi altra, abbattendo alla radice ogni pretesa di verità. Anzi, chi vuole affermare un punto fermo su materie controverse è come se si autoescludesse da un “collettivo digitale” allergico ai princìpi indiscutibili (tranne quelli wiki, s’intende). La cultura “aperta” che ispira la rete come un’ideologia intangibile è a ben guardare l’altra faccia del relativismo, al quale fornisce una legittimazione globale proprio grazie alla straordinaria penetrazione del Web.

Il relativismo viene spesso evocato a sproposito, per ignoranza o opportunismo viene confuso con lo scetticismo o con il fallibilismo. Continua a leggere “Il relativo capro espiatorio”

La scommessa climatica

Attenzione scienziatoÈ curioso come le questioni scientifiche, ossia quei problemi che riguardano alcuni scienziati, gli esperti di quella disciplina lì e non di altre, e che vengono dibattuti, anche ferocemente, a suon di teorie, modelli, esperimenti, simulazioni e calcoli, simili problemi, dicevo, è curioso che abbiano declinazioni politiche e sociali.
Non è curiosa la declinazione in sé, elemento fondamentale in una democrazia: lo scienziato non vive in un limbo isolato e per poter fare ricerca deve battere cassa e chiedere fondi, ed è ovvio che chi allenta i cordoni della borsa lo faccia dopo aver valutato cosa finanzia. La cosa curiosa non è dunque che la società si occupi di scienza e valuti l’opportunità sociale ed economica di condurre certe ricerche invece di altre: la cosa curiosa è che i risultati delle ricerche vengano valutati in base a questioni politiche e sociali.

Qualcuno lo definirebbe un atteggiamento postmoderno e relativista: “non esistono fatti ma solo interpretazioni”, e quindi interpretiamo liberamente come ci pare, lasciando da parte i fatti, ridimensionandoli al livello di opinioni. Continua a leggere “La scommessa climatica”

Relativismo linguistico

La realtà viene semplicemente descritta tramite il linguaggio oppure viene anche conosciuta attraverso le categorie linguistiche? Detto altrimenti: se usassimo altre parole la realtà assumerebbe un aspetto diverso?

La domanda suona un po’ ridicola: se la verità è adaequatio rei et intellectus, è difficile pensare che, ad adeguarsi, sia la realtà e non l’intelletto. Tuttavia, una ricerca mostra come i russi, che usano due parole distinte per blu chiaro e blu scuro, riescono meglio a riconoscere questi colori (i dettagli dell’esperimento su Psicocafé).
Tommaso d’Aquino, del resto, l’aveva previsto: “cognitum est in cognoscente per modum cognoscentis” (l’oggetto conosciuto è nel soggetto conoscente in conformità al soggetto conoscente).

Una sorta di relativismo linguistico (la realtà è almeno parzialmente relativa al linguaggio) comunque limitato: un linguaggio più potente aiuta a discernere i colori, ma di certo non permette di trasformare un oggetto rosso in uno blu semplicemente cambiando nome.
In poche parole: non basta chiamare terrorista qualcuno per trasformarlo in un membro “di un gruppo o di un movimento politico che si avvale di metodi illegali ed efferati per sovvertire il regime politico esistente” (De Mauro). Ma questa è un’altra storia.

Negazioni oggettive

Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Angelo Bagnasco, Arcivescovo Metropolita di Genova, Abate Perpetuo di S. Siro, di S. Maria Immacolata, di S. Gerolamo di Quarto, Legato Transmarino della Sede Apostolica, già Arcivescovo di Pesaro ed Ordinario Militare per l’Italia, è stato frainteso.
A quanto pare, è tutta colpa del quotidiano Il Secolo XIX di Genova, che avrebbe «male riportato con titolazioni e sintesi sommarie che risultano parziali e fuorvianti» il suo intervento del 30 marzo 2007. Meglio non leggere il quotidiano di Genova e limitarsi ad Avvenire, «fedele alla lettera e allo spirito dell’intervento». Continua a leggere “Negazioni oggettive”

Fisiologia o patologia dell’Europa?

Recensione fenomenologica: invece di descrivere il contenuto del libro, si vuole provare a descrivere la particolare, personale e limitata lettura del libro. Un esperimento forse interessante, forse banale, forse noioso. Sicuramente lungo, perché è possibile riassumere i contenuti di un libro, non le sensazioni che questo libro ha generato.

L’acquisto

Libreria XXX. Con i libri trovati sinora (Vincenzo Vitiello ed Emanuele Severino, Ricordati di santificare le feste e Eugenio Lecaldano, Un’etica senza Dio) la spesa totale è di 27 euro. Se voglio usufruire dello sconto di 30 euro devo trovare qualche altro libro da acquistare, interessante e non troppo costoso. Esclusi, a malincuore, alcuni corposi saggi in edizione rilegata: attenderanno un momento più propizio. L’occhio cade su un libercolo dalla orribile copertina viola: Relativismo, nichilismo, individualismo. Il sottotitolo è decisamente intrigante: Fisiologia o patologia dell’Europa? L’autore è Dario Antiseri, l’editore Rubbettino. Quarta di copertina: solo sette euro, il prezzo è perfetto. Cerchiamo di capire se è anche interessante:

Se nell’individualismo si insiste a vedere la resa al basso istinto dell’egoismo e della rapina, il relativismo e il nichilismo sarebbero addirittura il cancro dell’Occidente. Le accuse, dunque, sono delle più gravi. Ma sono esse anche sostenibili e ben fondate?

Sì, sembra interessante.

Alcuni minuti dopo, mentre aspetto il tram, inizio a sfogliare l’imprevisto acquisto. Continua a leggere “Fisiologia o patologia dell’Europa?”

Relativamente alla pena di morte

Apprendo da formamentis di un notevole dibattito tra Emanuele Severino e Marco Pannella sulla pena di morte, in generale, e sull’esecuzione di Saddam Hussein in particolare.

Emanuele Severino è un filosofo e, da buon filosofo, «parla sempre di un altrove». Eppure nel dibattito, per quanto è lecito giudicare da un resoconto, sempre essere immensamente più pragmatico di Pannella. Se è lecito riassumere un riassunto, direi che quando Pannella parla di giustizia, Severino ribatte che la giustizia non esiste, esiste soltanto il giudizio della storia, e non è detto che questo giudizio si rivelerà, alla fine, contrario all’esecuzione del dittatore.
Chi parla qui di un altrove, Pannella o Severino? In altre parole, decisamente più filosofiche, il mondo è cosmo o caos?

Una delle migliori analisi sull’esecuzione di Saddam la propone Cantor: «un fallimento dell’Occidente sul cammino verso la diffusione delle democrazie, della libertà e della pacificazione del pianeta».
Il mondo è quindi caos. Pannella ci parla dunque di qualcosa che non esiste e non può esistere. Più che un relativista, come pare si sia definito, Pannella è un idealista. E Severino, ma non è una sorpresa curiosamente, un nichilista.

Relatività del torto

Isaac Asimov non ha bisogno di presentazioni.
L’UAAR, invece, ne ha probabilmente bisogno: l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, nata nel 1987, si occupa, tra le altre cose, di promuovere la “conoscenza delle teorie atee e agnostiche”. Dal 1996 l’UAAR pubblica una rivista bimestrale, L’Ateo. Il numero 5/2006 di questa rivista è dedicato al relativismo e pubblica, tra gli altri interventi, un vecchio articolo di Isaac Asimov intitolato La relatività del torto. Continua a leggere “Relatività del torto”

Il più grande filosofo di tutti i tempi

Il filosofo è colui che ama la verità, che vuole essere vicino alla verità.
Ma cosa è la verità? Una possibile definizione di verità riguarda la genuinità: vero è ciò che non è alterato, mediato, trasformato, interpretato.

Il 26 febbraio 1970 uscì nelle sale il film Il ragazzo selvaggio (L’Enfant sauvage) di François Truffaut. Il film è il seguito ideale de I quattrocento colpi (Les Quatre Cents Coups, 1959); entrambi i film trattano l’importante tema dell’infanzia e dell’educazione, e contengono una non banale analisi, decisamente critica, della società. Continua a leggere “Il più grande filosofo di tutti i tempi”

C’era una volta… l’11 settembre e altre storie

“Non ci sono fatti, ma solo interpretazioni”: è la celebre sentenza di Friedrich Nietzsche che fa da fondamento ad ogni ermeneutica estrema e ad ogni relativismo.
Non ci sono fatti: tutto quello che si può dire è una interpretazione, una analisi o ricostruzione in una qualche misura arbitraria e criticabile.

I tragici eventi dell’11 settembre 2001 sono evidentemente anch’essi una interpretazione, non un fatto. Continua a leggere “C’era una volta… l’11 settembre e altre storie”

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il proibire

Prima premessa.
L’Ucoii (Unione comunità ed organizzazioni islamiche in Italia) ha comprato una pagina pubblicitaria su Quotidiano Nazionale, Giorno, Resto del Carlino e Nazione del 19 agosto. Il contenuto della pagina è un delizioso parallelo storico tra Israele e il nazismo: Ieri stragi naziste – oggi stragi israeliane, Marzabotto uguale Gaza uguale Fosse Ardeatine uguale Libano.
Mohamed Nour Dachan, presidente dell’Ucoii, riconosce la durezza del linguaggio, ma dice che era “l’unico modo per far passare il messaggio alla gente altrimenti vittima di una informazione distorta, di un terrorismo mediatico” (Repubblica).
Innumerevoli le reazioni di sdegno e protesta; alcuni propongono di dichiarare fuori legge l’ucoii o almeno escluderla dalla consulta islamica.

Seconda premessa.
Il 28 luglio Mel Gibson è stato fermato dalla polizia per eccesso di velocità e guida in stato di ebrezza; durante l’arresto, l’attore si è lasciato andare a insulti antisemiti. Il giudice lo ha condannato a tre anni di carcere e un anno di terapia disintossicante dall’alcol.
La Anti-Defamation League ha duramente condannato la reazione di Gibson e, nonostante le scuse e i pentimenti, la carriera cinematografica dell’attore e regista è molto probabilmente terminata. Continua a leggere “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il proibire”