Manifesto surrealista

Luogo: una stazione ferroviaria ticinese.
Tempo: una sera, qualche settimana prima delle elezioni cantonali.

Intorno a me, manifesti elettorali. Solo manifesti elettorali. E tutti tragicamente simili. In pratica, sono circondato da grandi mezzi busti, quasi tutti sorridenti, quasi tutti maschi.
L’eterogenea fauna pubblicitaria che di solito abita la stazione – automobili, mete esotiche di viaggi, assicurazioni, conti bancari, abbonamenti di cellulari e così via – è scomparsa; una perdita di biodiversità che neppure nei peggiori incubi di ecologisti inclini alla catastrofe. Sopravvive, in fondo, un isolato manifesto che pubblicizza gomme da masticare. Chissà se sopravviverà fino alla domenica elettorale. Continua a leggere “Manifesto surrealista”

Il 25 maggio si eleggerà un nuovo presidente lombardo

Maroni (fonte: Wikipedia)
Maroni (fonte: Wikipedia)

Il 25 maggio si elegge un nuovo presidente lombardo, e questo nonostante Roberto Maroni sia in carica da poco più di un anno.

Almeno così c’è scritto nella cartolina-avviso che un comune bergamasco ha inviato ai cittadini residenti all’estero per informarli delle imminenti votazioni nelle quali, oltre alla “elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia” si svolgerà “anche l’elezione del presidente della regione e del consiglio regionale”.

Chiaramente si sono dimenticati di “cancellare la parte o le parti che non interessano”.
Tuttavia, dal momento che “la S.V. potrà partecipare in questo Comune alla votazione per le consultazioni suddette”, impedire al destinatario di questa cartolina-avviso di votare per il successore di Maroni sarebbe una violazione dei suoi diritti.

Il saggio, il dito, la luna

Quando il dito indica la luna, lo stolto guarda il dito

Questo proverbio cinese1 è una delle risposte  ricorrenti quando si esprime perplessità verso le iniziative politiche dai toni un po’ accesi, tipo insultare gli avversari politici e invitare i propri sostenitori a farli – metaforicamente? – fuori.

Non fare lo stolto che guarda il dito, non prestare troppa attenzione ai termini usati, non badare alle forme propagandiste, considera la sostanza – dicono.
La mia risposta, per restare all’immagine del dito e dello stolto,  è che lo stolto rischia di sopravvivere più del saggio, se quel dito che indica la luna è anche appoggiato sul grilletto di una pistola.

Post scriptum

A quali politici mi riferisco? Grillo? Berlusconi? Lega Nord? Lega dei ticinesi?
Non fare lo stolto che guarda il dito, guarda la luna…

  1. Ammesso che sia davvero un proverbio cinese. Wikipedia lo cita come tale, per cui mi fido abbastanza da citarlo così nel testo, limitandomi a manifestare qualche dubbio qui in nota. []

Una spider Alfa Romeo grigia

È morto Giuliano Bignasca, “imprenditore e politico svizzero del Canton Ticino, presidente del movimento della Lega dei Ticinesi, da lui stesso fondato nei primi anni novanta”, per dirla con Wikipedia e il suo punto di vista neutrale. La Lega dei Ticinesi, sempre dal punto di vista neutrale di Wikipedia, è un “movimento che non si definisce né di destra né di sinistra; viene però comunemente classificata all’interno del populismo di destra”.

Continua a leggere “Una spider Alfa Romeo grigia”

Leggi ben rodate all’estero

L’attuale legge elettorale italiana non riscuote molte simpatie e si discute su come riformarla. Il che – da inesperto di politica – mi pare un’ottima cosa, sicuramente più sensata dei controfattuali che imperversano un po’ ovunque, dal se il candidato fosse stato Tizio invece di Caio, a se Sempronio avesse fatto una campagna più decisa e urlata passando dalla gaffe di Mevio alla mancata alleanza con Filano senza dimenticare la candidatura di Calpurnio – fortuna che sono i filosofi a fare ragionamenti sul nulla.
Sempre nelle discussioni sul sistema elettorale, mi pare ottima anche l’idea di guardare un po’ come funzionano le cose in altre nazioni: un’occhiata alle altre leggi elettorali non può fare male. Continua a leggere “Leggi ben rodate all’estero”

Previsioni illegali

Ovviamente un sito internet svizzero è visibile in Italia e può pubblicare i vaticini sulle elezioni anche a urne aperte.

PS: Credo poco nei sondaggi elettorali in generale; nel particolare, visto il forte impatto emotivo, ci credo ancora di meno.

Etica del voto (o del perché Beppe Grillo è un pericolo populista)

Come ha notato .mau., l’espressione “voto utile” si è diffusa un po’ in tutti gli schieramenti politici. Chi invece non è interessato a far votare le persone o è interessato a non farle votare – insomma, anarchici e libertari – parla spesso di “voto inutile”: votazioni ed elezioni non servirebbero a nulla, tanto sono infime le probabilità che la mia decisione influenzi il risultato finale. E anche se influenzasse l’esito delle elezioni, le differenze tra i vari partiti e schieramenti sono talmente evanescenti che cambierebbe veramente poco. Continua a leggere “Etica del voto (o del perché Beppe Grillo è un pericolo populista)”

Metaindignazione

C’è polemica, nelle terre ticinesi, per una copertina del quindicinale satirico Il Diavolo giudicata sessista. Le volgarità del quindicinale vengono associate alle volgarità del settimanale della Lega dei Ticinesi Il mattino della domenica.
Il dibattito, tra un’intervista e un editoriale, oltre ad affrontare il solito problema della definizione di satira ricalca il seguente schema; “Se ti scandalizzi per il primo allora devi scandalizzarti anche per il secondo”; “Non è vero, il contesto è diverso, sei tu che ti scandalizzi per il secondo e non per il primo”; “Il contesto non conta, devi indignarti”; e così via.1 Che è lo stesso schema che mi sembra di vedere, questa volta nelle terre italiche, per quanto riguarda le battute sessiste di Berlusconi e quelle di alcuni comici.

Insomma, a indignare non è la volgarità, ma il fatto che altri non si indignino. Una metaindignazione che mi lascia il sospetto che delle volgarità non gliene freghi niente a nessuno.

  1. Il contesto, comunque, conta; potrebbe non essere dirimente nel caso specifico, ma conta. []

La Svizzera sapeva

Agosto 1942, il Consiglio federale svizzero decise, tramite un decreto, di eseguire un maggior numero di rinvii di profughi civili stranieri: in altre parole, di chiudere le frontiere a chi cercava rifugio in Svizzera, anche se in pericolo di morte.
Particolarmente significativa la testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz che nel dicembre del 43 tentò di passare il confine:

Continua a leggere “La Svizzera sapeva”