L’invenzione dell’omosessualità

Nel dicembre del 20091 Reset ha proposto una intervista a Joseph Massad della Columbia University e autore del saggio Desiring Arabs sul tema dell’omosessualità nel mondo arabo.

La tesi è, in soldoni, che l’omosessualità è una invenzione occidentale: nel mondo arabo non esistono “gay” ma semplicemente “uomini e donne che hanno rapporti con lo stesso sesso”.

Qual è allora in sintesi la differenza tra omosessualità “occidentale” e quella che lei chiama, nel suo libro, la pratica e il desiderio dello stesso sesso?

In definitiva, la prima è un’identità che rivendica una comunità socialmente riconosciuta insieme a diritti politici, mentre l’altra è una delle tante forme di intimità sessuale che va alla ricerca del piacere corporale.

La mia prima reazione è quella di una sofisticata e intellettuale (nel senso brutto) giustificazione della dichiarazione, rilasciata un annetto prima, di Mahmud Ahmadinejād: “Non esistono omosessuali in Iran”. Continua a leggere “L’invenzione dell’omosessualità”

  1. Questo testo ha avuto un periodo di incubazione molto lungo []

Il suicidio dell’Occidente

Di Roger Scruton, filosofo conservatore britannico, avevo letto solo Gli animali hanno diritti?, un testo potenzialmente interessante, purtroppo rovinato dall’arroganza dell’autore e da una impostazione generale inaccettabile.

Con una certa curiosità ho letto Il suicidio dell’Occidente, un libro-intervista che si legge in otto minuti1 Alla fine della lettura, lo devo riconoscere, Scruton mi sta un po’ più simpatico di prima. Non perché riconosca in lui un grande e acuto pensatore, ma per come risponde ad alcune domande di Luigi Iannone. A pagina 24, ad esempio, di fronte alle insistenti citazioni di Nietzsche dell’intervistatore, l’intervistato risponde secco: «Nietzsche ha chiesto di essere ignorato. Quindi lo ignoro».

Per il resto, Scruton continua a sacrificare la chiarezza all’arroganza, liquidando sbrigativamente obiezioni e argomenti contrari, senza curarsi troppo di giustificare le proprie conclusioni. Continua a leggere “Il suicidio dell’Occidente”

  1. L’ho letto mentre ero in coda all’Inps e il biglietto con il mio numero di prenotazione recitava “Attesa: 8 min.”; nonostante secondo il mio orologio io abbia aspettato circa un’ora, io mi fido dell’Inps e affermo di aver letto tutto il libro in otto minuti. []

A proposito di omofobia

Chiara Lalli, durante un convegno sul matrimonio omosessuale organizzato da Politeia e l’Università degli Studi di Milano, si è dichiarata liberale, talmente liberale da essere contraria alle leggi contro l’omofobia.1

Non c’è stato il tempo di approfondire il problema, ma immagino gli argomenti: un liberale è a favore della libertà di opinione e tollera quindi qualsiasi opinione, fino a che questa non diventa azione che danneggia gli altri (principio del danno, harm principle). Il disprezzo per l’omosessualità è una opinione ripugnante ma, da sola, non danneggia le persone e quindi non è sanzionabile dalla legge. Le aggressioni, originate o meno dall’omofobia, sono già punite, quindi una legge contro l’omofobia o non aggiunge niente, e complica inutilmente il quadro normativo, oppure sanziona le opinioni delle persone.

È possibile rispondere a queste critiche restando all’interno del pensiero liberale, senza cioè rinunciare al principio del danno?
A me vengono in mente tre possibili argomenti. Continua a leggere “A proposito di omofobia”

  1. La memoria potrebbe ingannarmi e, più che contrarietà, potrebbe trattarsi di semplice perplessità. []

Se il codice civile prevale sulla Costituzione

Ora, affermare che il codice civile stabilisca la diversità di sesso degli sposi perché il matrimonio sia valido è perlomeno azzardato. Il codice civile, piuttosto, non esplicita mai la condizione necessaria della diversità di sesso per un valido matrimonio, tant’è che le decisioni giudiziarie esistenti in merito hanno sempre ricavato questo elemento da un lavoro interpretativo.

Ma anche se si volesse sorvolare su questo punto – in realtà il centro dell’intera questione – il ragionamento esplicitato dalla Corte si rivela un controsenso, perché sfocia nella sola conseguenza logica possibile di subordinare la Costituzione al codice civile. Che, per essere precisi, è proprio il contrario di quello che, invece, si fa a rigor di diritto: non interpreto un articolo della Costituzione alla luce del codice civile, ma viceversa.

Se così non fosse, infatti, non si capisce quale sarebbe il ruolo di una corte costituzionale, e quale tipo di censura potrebbe esercitare sul diritto ordinario, se quest’ultimo diviene lo strumento al quale la norma costituzionale deve guardare per ricevere significato.

Persio Tincani, “Matrimonio omosessuale, se il codice civile prevale sulla Costituzione“, Micromega

Contronatura

Morales OGM

Pare che il presidente boliviano Evo Morales abbia dichiarato che mangiare OGM causi calvizie e omosessualità.

OGM, calvizie, omosessualità: quale è il legame che tiene insieme tutto ciò? All’elenco potremmo aggiungere, seguendo un politico (geograficamente) più vicino a noi, la pillola del giorno dopo?

Io ho un sospetto: l’essere contronatura. Non avere capelli è contronatura. Essere omosessuali è contronatura. Modificare il dna è contronatura. Abortire è contronatura.
Mi inquieta non poco pensare che un principio così debole possa guidare davvero l’azione politica delle persone.

Corte costituzionale e matrimonio omosessuale: un commento

La Corte Costituzionale ha bocciato il matrimonio omosessuale o, per essere più precisi, ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità sollevata dal Tribunale di Venezia e dalla Corte di appello di Trento.

Ho letto la sentenza.
Potrei affermare di non essere d’accordo con quanto deciso dai giudici, ma la cosa non avrebbe molto senso: solo loro a dover interpretare la costituzione, non io. Per quanto possa essere favorevole al matrimonio omosessuale (ossia a estendere il matrimonio alle persone dello stesso sesso, non a creare qualche nuovo oggetto giuridico a loro riservato – per quanto già questo sarebbe un notevole passo in avanti), non è questa mia opinione ad avere validità giuridica. Continua a leggere “Corte costituzionale e matrimonio omosessuale: un commento”

Della prontezza sociale

Il quarto incontro dei seminari SIFA-FilDir (Filosofia analitica e Filosofia del diritto), dedicato agli aspetti giuridici e morali del matrimonio omosessuale, si è concluso con una domanda rimasta aperta: è vero che la società non è (ancora) pronta ad accettare il matrimonio omosessuale?

È una intuizione da poltrona,1 bisognosa di verifica sperimentale, ma io credo che molte persone siano pronte ad accettare un matrimonio omosessuale, ma non il matrimonio omosessuale.
Una singola coppia di omosessuali potrebbe tranquillamente ricevere approvazione, e questo vale anche per l’immaginario collettivo della televisione, dove in effetti vi sono più coppie omosessuali. Ma la questione del matrimonio omosessuale in generale, la possibilità di aprire (o di non chiudere) il matrimonio alle persone dello stesso sesso è faccenda percepita diversamente. In un certo senso è giusto così: gli argomenti ad hominem (ai quali sarà dedicato, secondo programma, il prossimo incontro) non sono buoni argomenti; rimane comunque curioso come certi (pseudo) argomenti non reggano un esempio concreto.

  1. Scrivo questa breve riflessione sullo scomodo sedile di un treno con il riscaldamento guasto – assimilabile a una poltrona visto che non c’è modo di condurre esperimenti, ma almeno viene meno la retorica dell’ozioso intellettuale che pigramente riflette sui massimi sistemi. []

Meglio gay che omosessuali

Leggo con un certo stupore:

CBS just found that if you ask Americans how they feel about “gay men and lesbians” serving in the military, a large majority support it. But if you ask people whether “homosexuals” should be allowed to serve in the military, support drops.

La CBS ha appena scoperto che se si chiede agli americani che cosa pensano della possibilità per “gay e lesbiche” di prestare servizio nelle forze armate, una larga maggioranza è favorevole. Ma se la domanda riguarda gli “omosessuali”, il sostegno crolla.

Che cosa mi stupisce?
Non certo la scoperta che la scelta delle parole possa influenzare la risposta: si tratta di un fenomeno oramai molto conosciuto (effetto cornice). Continua a leggere “Meglio gay che omosessuali”