Congiunzioni

Mi sono nuovamente imbattuto nella già incontrata rivista per i consumatori.

Un articolo denunciava la presenza di vitamine sintetiche in vari succhi di frutta.
«Le vitamine sintetiche sono presenti in dosaggi elevatissimi nei succhi di frutta. Questo non è sano.» Leggendo bene l’articolo si intuisce che il problema non è tanto la natura sintetica delle vitamine, ma la loro eccessiva presenza nei succhi esaminati – ma l’articolo rimane comunque ambiguo.

Un altro articolo riguarda il vaccino dell’influenza suina: uno studio dimostra che l’adiuvante squalene non è responsabile della sindrome della Guerra del Golfo. Sarebbe in ogni caso meglio non fare uso di vaccini con squalene, perché non si conoscono bene gli effetti.

Infine, una notizia sui rischi durante la gravidanza: «In gravidanza fate attenzione a certe piante. Alcune erbe e piante possono essere fatali per il feto. Se siete incinte consultate uno specialista. Durante la gravidanza, Pamela beveva ogni giorno una tazza di tè della salute alla consolida acquistato via internet.» Il figlio è nato morto.
Il titolo della notizia? “Naturali ma fatali”. In quella congiunzione avversativa c’è tutto il pregiudizio nei confronti dell’artificiale. Pregiudizio che, seppure indirettamente, ha avuto una tragica conseguenza (ammesso che la storia di Pamela sia vera e non ci siano stati altri fattori). Fortunatamente qualcosa di artificiale si è trovato: la tisana è stata acquistata via internet.

Abbozzo di una fenomenologia del concetto di natura

L’articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Che cosa è la natura?
Tento un piccolo abbozzo di indagine fenomenologica (e linguistica) del concetto di natura.
Come tutti gli abbozzi, è sicuramente perfettibile. Come tutte le fenomenologie1, ha intento descrittivo, non normativo: descrive i concetti come vengono usati e concepiti, non propone riforme nella (vana) speranza di emendare linguaggio – anche se, è ovvio, qualsiasi tentativo del genere dovrebbe partire da una analisi simile. Questa analisi concettuale può, al massimo, ambire a smascherare il concetto, metterlo a nudo ma lasciandolo lì dov’è, nella speranza (forse meno vana della precedente speranza di riformare il linguaggio) che una volta messo a nudo possa incantare meno le persone. Continua a leggere “Abbozzo di una fenomenologia del concetto di natura”

  1. La fenomenologia, in realtà, avrebbe come oggetto di indagine i fenomeni, non i concetti. []

Ricette naturali

Una premessa doverosa: non ho letto l’enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI. Ho anche ignorato tutti i commenti che sono apparsi un po’ ovunque.1

Insomma, non so praticamente nulla di questo testo, se non che parla diffusamente di natura. Continua a leggere “Ricette naturali”

  1. Quasi tutti: Weissbach è riuscito a farsi leggere grazie a un esergo che a tutto faceva pensare, tranne che a una riflessione sull’enciclica papale. []

Come una volta

L’altro giorno ero a XXXX per assistere alla presentazione di un libro.

Dopo la presentazione e una pizza con alcuni amici, sono andato in stazione per prendere il treno che mi avrebbe riportato a casa.
Lungo la strada mi sono fermato in una gelateria per commettere un piccolo peccato di gola. Continua a leggere “Come una volta”

Naturalmente

Ho per le mani un simpatico libercolo intitolato Lupo Alberto e l’officina delle erbe (Aboca edizioni, 2009).
Aboca è un’azienda specializzata in prodotti derivati da piante medicinali, e il piacevole racconto a fumetti ha lo scopo di pubblicizzare questi prodotti.
Lettura interessante per vedere un po’ quali possono essere i limiti del vago concetto di naturale. Continua a leggere “Naturalmente”

Contro gli scienziati

Giorni fa ho avuto modo di assistere a un simpatico dialogo tra il proprietario di una catena di solarium e un dermatologo.

Il proprietario di solarium sosteneva che la luce solare fa bene perché è naturale; alle obiezioni del dermatologo sulla pericolosità, soprattutto per chi ha la pelle chiara, dei raggi UV, il proprietario di solarium ha ribattuto che sì, alcuni raggi sono pericolosi, e infatti vengono filtrati dalle lampade artificiali, che lasciano passare solo quelli benefici.
In poche parole, andare in un solarium è salutare perché è naturale e artificiale allo stesso tempo. Continua a leggere “Contro gli scienziati”

Fare a meno dei fini

Attribuire fini immanenti alla natura vivente può essere una tentazione irresistibile. Il pensiero finalistico ingenuo sembra, d’altra parte, un modo semplice per «maneggiare» il mondo e – probabilmente – in grado di fornire un vantaggio per la sopravvivenza. […]
L’analisi dei fatti e dei dati empirici, tuttavia, mostra che il pensiero finalistico attribuisce alla realtà vivente un carattere che non le è proprio. […]
Se la natura vivente non è teleologicamente rivolta al meglio e anche ciò che è prodotto dal caso ed evoluto per selezione naturale non è necessariamente il meglio (anzi con buone probabilità è subottimale), l’idea di una natura saggia è una credenza falsa sulla quale non possiamo fondare argomenti e credenze morali. Ovviamente, dall’assenza di finalismo dal mondo vivente non possiamo dedurre che qualsiasi intervento umano su di esso sia moralmente buono o indifferente. La conclusione che possiamo per ora e provvisoriamente trarre è che «lasciar fare alla natura» non è una garanzia.

Simone Pollo, La morale della natura, Laterza, 2008, pp. 72-73

Padre, mi perdoni…

Figliola: Padre, mi perdoni…

Padre: Figliola, prima ti devi confessare. Solo dopo la confessione posso perdonare i tuoi peccati.

Figliola: Mi perdoni, ma…

Padre: Forse non mi sono spiegato: prima la confessione, poi il perdono. Il contrario non si può fare. Sarebbe come infilarsi il preservativo dopo il rapporto: non si può fare.

Figliola: Credevo che per la Chiesa non si potesse neppure prima, comunque temo ci sia stato un malinteso. “Mi perdoni” era nel senso di “mi scusi”, “mi spiace importunarla”, eccetera. Avrei una domanda da porle, padre.

Padre: Ah. Continua a leggere “Padre, mi perdoni…”

L’artificio

 Orarel, a proposito della recente sentenza su Eluana Englaro, scrive:

L’Unità online: «va sospesa l’alimentazione forzata che la tiene artificialmente in vita». Un bambino nutrito con il biberon è tenuto artificialmente in vita?

Premesso che artificiale e naturale sono termini abbastanza privi di senso e, in ogni caso, non implicano un giudizio di valore, come Orarel e forse l’articolo dell’Unità sembrano indicare (naturale è meglio di artificiale), io, alla domanda, risponderei di sì: un neonato nutrito con il biberon è tenuto artificialmente in vita, non a caso si parla di allattamento artificiale.1

Il problema non riguarda l’essere naturale o artificiale di determinate operazioni: la questione, qui, riguarda la volontà di una persona.

  1. Semplificando: in realtà si può riempire il biberon con il latte materno. []