Un ottimo lavoro

Freedom HouseIl 20 marzo 2003 una coalizione guidata dagli Stati Uniti ha invaso l’Iraq.
Le motivazioni della guerra sono oggetto di controverse discussioni; lasciando da parte le questioni geopolitiche (l’Iraq si trova tra Israele e l’Iran) ed energetiche (l’Iraq è ricco di petrolio), possiamo anche ammettere che l’Iraq sia stato invaso per portare la democrazia nel paese.

Freedom House pubblica ogni anno un rapporto sulla libertà nel mondo. Ad ogni nazione viene assegnato un punteggio da 1 (risultato migliore) a 7 (risultato peggiore). Dal 2003 ad oggi l’indice della libertà civile in Iraq è passato da 7 a 5, mentre l’indice dei diritti politici da 7 a 6.

Secondo il sito Iraq Body Count sono morti, in seguito ad azioni militari, almeno 55373 civili. Possiamo dubitare della fonte e dimezzare il numero, limitandoci a circa 25000 civili uccisi.
Almeno 25000 persone uccise per guadagnare due punti di libertà civile e un punto di diritti politici. Un successo.

Il terrore della razionalità

L’etimologia di ragione non lascia spazio a molti dubbi: è razionale una persona che calcola, conta, valuta proporzioni.
Fingiamoci esseri razionali e calcoliamo.

Secondo il National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), nel 2005, in seguito ad incidenti stradali, some morte negli Stati Uniti d’America 43443 persone: 14,66 morti ogni 100000 abitanti.

Leggermente meglio per gli incidenti sul lavoro: secondo lo U.S. Department of Labor “solo” 4 morti ogni 100000 lavoratori, per un totale di 5702 persone rimaste uccise sul luogo di lavoro.

Più difficile stimare le morti legate al fumo, all’alcol, alle droghe in generale, all’inquinamento e ad una alimentazione malsana.
Secondo la American Cancer Society, ogni anno circa 438000 persone muoiono a causa di sigari e sigarette. L’alcol causerebbe invece circa 85000 decessi l’anno, l’inquinamento 50000. 365000 sarebbero invece i decessi riconducibili a problemi nutrizionali, legati eventualmente ad una scarsa attività fisica.
Meglio essere cauti su queste cifre e considerare, per il nostro calcolo, solamente una parte di questi decessi. Stimiamo quindi che i decessi dovuti a “stili di vita malsani” (alcol, droga, cibo malsano, fumo) siano 100000 ogni anno. Continua a leggere “Il terrore della razionalità”

Quelli che

Quelli che votano perché…

… tutto, ma Lui no.
… non si può andare avanti così.
… la libertà è una cosa importante.
… ho sempre fatto così.
… è la prima volta.
… forse è l’ultima volta.
… è un dovere.
… non hanno niente da fare.
… l’hanno promesso allo zio.
… in fondo non costa nulla.
… è una tradizione.
… è una convinzione.
… è una sofferta decisione.
… hanno la nausea.
… per fortuna un altro mondo è possibile.
… purtroppo un altro mondo è possibile, e bisogna evitarlo.
… non vogliono il regime.
… l’hanno sentito alla tv.
… votano tutti.
… quelli lì ha detto di votare.

Quelli che non votano perché…

… non cambia nulla.
… non hanno tempo.
… hanno già votato all’estero.
… non si lasciano influenzare.
… andranno la prossima volta.
… cosa vale un voto su quarantasette milioni?
… per cambiare le cose meglio una bomba.
… non credono a nessuno.
… credono a tutti.
… sono in vacanza.
… non ne hanno tempo.
… non ne hanno voglia.
… Lui no, ma neanche quell’altro.
… al cinema ci sono spettacoli più interessanti.
… ma è oggi che si vota?

I mercanti e il tempio

La democrazia dovrebbe essere la libera scelta del bene comune da parte del popolo. Questa idea è, appunto, una idea, non una realtà: un ideale non realizzato e forse non realizzabile, almeno interamente. Allora la democrazia attuale a cosa assomiglia?
Su Il primo amore si cerca di rispondere a questa domanda, partendo da un testo dell’economista austriaco Joseph Schumpeter. La prospettiva viene ribaltata: non il popolo che decide, ma i governanti che si propongono: pubblicità e elezioni.

I’ll teach you differences

Re Lear, dopo aver abdicato in favore delle figlie Regan e Goneril, è ospite di quest’ultima. Nonostante abbia mantenuto il titolo di re, non ha più alcuna autorità, e Osvaldo, servo di Goneril, gli manca di rispetto.
Kent, fedele servitore di Lear, interviene in favore del suo re stendendo con uno scambetto Osvaldo e scacciandolo con le seguenti parole: Come, sir, arise, away! I’ll teach you differences: away, away! Continua a leggere “I’ll teach you differences”

Intimamente democratici

Democrazia non significa semplicemente libere elezioni. Confondere il diritto di voto con i diritti dell’uomo significa svuotare il concetto di democrazia, riducendolo ad un involucro vuoto.
La democrazia non è solo forma: vi è un contenuto, che poi sono i cittadini. E proprio su questo tema scrive Massimo Adinolfi, in un interessante articolo su Left Wing.

La forza delle opinioni

Liberté, égalité, fraternité: è il motto della rivoluzione francese e da questa straordinaria esperienza politica, volenti o nolenti, derivano tutti i regimi democratici. Libertà, uguaglianza e fraternità: siamo tutti liberi, siamo tutti uguali e siamo tutti fratelli.
Dei tre valori, il primo è la libertà. È difficile stabilire se il primato sia anche d’importanza; sicuramente la libertà è la prima ad essere in pericolo, quando la democrazia inizia a degenerare in qualcosa di diverso e inquietante. Continua a leggere “La forza delle opinioni”

Democrazia e maggioranza

Secondo l’opinione di alcuni, la democrazia altro non è che il potere del popolo. In altre parole, ciò che vuole o desidera la maggioranza è, per definizione, democraticamente giusto.
Un terribile pregiudizio, che, di fatto, uccide la democrazia. Lo mostra un semplice esempio: se più della metà degli abitanti di una nazione volessero la soppressione della libertà di espressione oppure l’esclusione dei diritti civili per alcuni cittadini, questi atti sarebbero per questo democratici?

La democrazia, in realtà, è l’esistenza di tutta una serie di valori e pratiche atte a tutelare la libertà dell’individuo. Anche, e forse soprattutto, dall’opinione della maggioranza.
Il discorso dovrebbe essere così ovvio e trasparente da non meritare neppure una fonte di supporto. Se tuttavia qualcuno non fosse del tutto convinto che l’opinione della maggioranza non sia il fondamento della democrazia, può leggere On Liberty di John Stuart Mill.