Bestiario antidarwiniano

Telmo Pievani In difesa di DarwinNon sono un amante dei pamphlet: per quanto interessanti e ben scritti possano essere, possiedono solo la pars destruens limitandosi, quando va bene, ad un accenno di pars costruens. Si critica e si sbeffeggia l’avversario, ma si dice poco o nulla di se stessi; si descrivono le miserie dell’esercito avversario, tacendo i meriti e i demeriti dei propri commilitoni.
Quando si arriva all’ultima pagina, si rimane insoddisfatti, si vuole sapere di più.

In difesa di Darwin. Piccolo bestiario dell’antievoluzionismo all’italiana di Telmo Pievani (Einaudi 2007, 8 €) è un pamphlet e come tale si concentra sull’antievoluzionismo, lasciando da parte l’evoluzionismo. L’autore ha tuttavia un ottimo motivo per farlo: l’evoluzionismo è una teoria scientifica, e come tale ha bisogno di critiche scientifiche, non di critiche alla scienza. In nome di una banale, ma non scontata, autonomia disciplinare, che siano i biologi a parlare della sintesi neodarwiniana, mentre teologi e filosofi discutano delle implicazioni filosofiche dell’evoluzionismo oppure, volendo, dei suoi limiti concettuali. Una filosofia e una teologia dell’evoluzione non possono che essere delle riflessioni che partono dal fatto, ed eventualmente dalla teoria scientifica, dell’evoluzione. Continua a leggere “Bestiario antidarwiniano”

Immorale e amorale

È l’altra faccia del naturalismo greco tornata plausibilmente a vivere nella modernità: quella che ci riconsegna per sempre il volto non immorale, ma amorale, di una natura sovranamente e spietatamente indifferente a speranze, gioie e sofferenze di ogni essere vivente. Avere sempre ben presente nella mente anche questo volto di una natura segnata da sofferenze, sprechi e lotte per sopravvivere – quelle che Nietzsche irrideva sostituendole con la sua lotta per l’accrescimento della potenza –, anche a Darwin risultava ben difficile.

Orlando Franceschelli, Dio e Darwin, Donzelli Editore, pag. 89

Nietzsche forse sbagliava a irridere Darwin, anche se sospetto avesse motivazioni più elaborate di quelle riassunte da Franceschelli, però un dubbio su quel volto della natura è molto probabilmente necessario.

La natura non né morale né immorale, bensì amorale, né amica né nemica dell’uomo, bensì altra (aldilà del bene e del male, verrebbe da dire); sarebbe questa la lezione di Darwin. Ma è possibile pensare davvero questa amoralità, questo andare oltre i, o meglio fermarsi prima dei, valori umani? Già le parole impiegate nel testo suggeriscono il contrario: «spietatamente indifferente a speranze» eccetera. Perché spietatamente? E perché indifferente, termine che comunque richiama un orizzonte di moralità (quante volte si è sentito dire “non si può restare indifferenti di fronte a…”)?

Pensare questo volto della natura non è forse difficile, ma impossibile.

Educazione intelligente

Infuria la diatriba sul disegno intelligente o Intelligent Design (abbreviato con ID).

Secondo questa discussa teoria, la vita e l’universo in generale presentano un tale grado di perfezione e di armonia da rendere necessario, o comunque ragionevole, postulare l’esistenza di una intelligenza divina. L’esempio classico è: se trovate un orologio sulla spiaggia, non ritenete forse ragionevole l’esistenza di un orologiaio?
Purtroppo non è chiaro come il grande orologiaio attui il suo disegno intelligente. Se attraverso l’evoluzione o intervenendo in maniera più diretta. Nel primo caso la teoria non sarebbe del tutto incompatibile con l’evoluzionismo darwiniano, nel secondo caso sì. Continua a leggere “Educazione intelligente”