Ci sono filosofi…

Mi sento in parte chiamato in causa da Carlo Bellieni, neonatologo del Policlinico Universitario “Le Scotte” di Siena, quando, in una lunga intervista al settimanale Tracce, afferma:

Ci sono filosofi che spiegano, per esempio, che non soltanto il feto non è una persona, cosa già da sola assolutamente discutibile, ma non lo è neppure il bambino fino all’anno di vita: dicono che fino all’anno di vita non c’è autocoscienza e, quindi, i bambini non sono persone.

Continua a leggere “Ci sono filosofi…”

Dimenticare lo stato

Giuliano Ferrara ha deciso di proporre una moratoria per l’aborto:

Questo è un appello alle buone coscienze che gioiscono per la moratoria sulla pena di morte nel mondo, votata ieri all’Onu da 104 paesi. Rallegriamoci, e facciamo una moratoria per gli aborti. Infatti per ogni pena di morte comminata a un essere umano vivente ci sono mille, diecimila, centomila, milioni di aborti comminati a esseri umani viventi […].

Il discorso di Ferrara si basa quasi integralmente sul parallelismo tra la pena di morte e quella che, riprendendo una proposta simile, potremmo chiamare pena di aborto. Una analogia che sembra presentare più di un problema. Continua a leggere “Dimenticare lo stato”

Etica svizzera

Lucia Bellaspiga ha scritto quello che non esito a definire uno dei peggiori articoli che abbia mai letto: «Terry Schiavo da noi. Ma non può finire così».

La drammatica vicenda di Antonio Trotta, un italiano domiciliato in Svizzera da due anni in coma in seguito a un incidente stradale, viene affrontata con sprezzo del buon senso e del buon gusto. Un piccolo assaggio: Continua a leggere “Etica svizzera”

Senza braccia

Una semplice domanda posta a un filosofo (su AskPhilosophers):

Supponiamo che un feto sia in una fase nella quale è consentito l’aborto. Supponiamo anche che la donna che ospita il feto decida, per qualche motivo, che sarebbe preferibile avere un figlio senza braccia. A tale scopo assume una determinata sostanza e, in seguito, il bambino nasce senza le braccia.

Penso che per la maggior parte della gente l’azione della donna sia errata perché è errato privare il bambino che è nato delle braccia e del loro uso.

Ma se questo è vero, perché è ammissibile privare il bambino che sarebbe nato del suo corpo e del relativo uso?

Continua a leggere “Senza braccia”

Abolizione della pena di aborto

Apprendo da Giowind l’esistenza della Moratoria Internazionale per l’abolizione della pena di aborto.
I promotori la descrivono come “provocazione culturale”, non è pertanto chiaro quanto seria sia la proposta, comunque si parte dall’idea che l’embrione è un essere umano e pertanto l’aborto, ogni aborto, è l’uccisione di una persona: un omicidio che va proibito, ovviamente «senza colpevolizzare quelle mamme che sono state indotte con l’inganno ad una scelta tanto terribile».

L’idea di base è secondo me completamente errata, ma assumiamo, per ipotesi, che appena i due gameti si fondono nasca una nuova persona.
Giustamente, occorre proibire l’interruzione volontaria della gravidanza. Anche così rimane il problema dell’aborto spontaneo.

È innanzitutto un problema medico: ogni anno un numero incredibilmente alto di persone muore perché la medicina non è in grado di salvare loro la vita.
Non sono un esperto di medicina, ma penso che l’unico modo di salvare loro la vita sia identificare il più precocemente possibile le gravidanze a rischio e ricorrere all’utero artificiale. Sarà contro natura, ma lo è anche un pacemaker: penso che sia giusto finanziare questo tipo di ricerche.

Vi è anche un problema legale: l’aborto sarà anche spontaneo, ma nulla accade per caso.
La legge già si occupa dei genitori scriteriati che abbandonano il proprio bambino, similmente dovrà avvenire per le madri di bambini non ancora nate. Quando c’è una concreta possibilità che sia un corso una gravidanza, per quanto precoce essa possa essere, la donna deve occuparsi del bambino, e la legge deve punire le madri che conducono stili di vita che potrebbero mettere in pericolo la vita intrauterina del bambino.
Sarebbe anche bene proibire i rapporti sessuali non protetti alle donne non più giovani: come si legge su Wikipedia, «in women, by the age of forty-five, 75% of pregnancies may end in miscarriage» («all’età di quarantacinque anni, il 75% delle gravidanze può finire con un aborto spontaneo»).

Attendo proposte di legge che vadano in questa direzione: se non si fa qualcosa, milioni di persone continueranno a morire ogni anno.

Qualcosa o qualcuno

Orbene, credo che a questo punto si possa dire: la domanda di Spaemann [“L’embrione è qualcosa o qualcuno?”] non è una buona domanda (mentre è un buon risultato appurarlo).

Massimo Adinolfi, L’embrione chimera, “Il Mattino di Napoli”, 8/9/2007

Prima sentinella: Ho sentito un rumore!

Seconda sentinella: Anche io.

Prima sentinella: Che cosa avrà provocato questo rumore?

Seconda sentinella: Se è una cosa, poco importa: non dobbiamo temere le cose, ma le persone. La domanda importante non è “Che cosa avrà provocato questo rumore?” bensì “A provocare questo rumore sarà stato Qualcosa o Qualcuno?”.

Prima sentinella: Cosa facevi tu, prima di arruolarti?

Seconda sentinella: Insegnavo filosofia, perché?

Prima sentinella: Semplice curiosità. Comunque, come facciamo a sapere se a provocare il rumore è stato qualcosa o qualcuno?

Seconda sentinella: Potresti chiedere: le persone rispondono, le cose no.

Prima sentinella: Però anche i nemici sono persone, e non credo siano così stupidi da rispondere alle nostre domande.

Seconda sentinella: Giusta osservazione. Almeno escludiamo che sia stato un nostro commilitone.

Prima sentinella: Mi hai convinto. A voce alta C’è nessuno?

Seconda sentinella: Nessuna risposta. Continua a leggere “Qualcosa o qualcuno”

Cosa prevede la legge

Il professo Franco Castelli di Milano scrive una lettera ad Avvenire (scovata grazie alle ultimissime dell’UAAR):

Direttore carissimo,
sono un diversamente abile con invalidità del 100%, ho vissuto la mia condizione sforzandomi di fare, con le diverse abilità disponibili e nel modo a me possibile, quello che fanno i normodotati. Sono diventato papà e docente universitario di ruolo. Ho lavorato sette ore e mezzo al giorno per i giovani laureandi fino al termine dei settantuno anni. Che cosa prevede la 194 per un embrione nelle mie condizioni, cioè con previsione d’invalidità del 100%?
I recenti gravissimi fatti di cronaca hanno riaperto in me una ferita sanguinante dall’entrata in vigore della 194. Per me è stato come se mi avessero tolto la cittadinanza italiana. La 194 prevede l’aborto terapeutico e se si prospetta la nascita di un figlio con invalidità del 100% di fatto lo si elimina. Quindi l’Italia non accetta come proprio cittadino un diversamente abile al 100% come me.

Continua a leggere “Cosa prevede la legge”

Errori di prospettiva

La contrapposizione tra naturale e culturale, tra lo spontaneo e l’acquisito, è, come molte altre contrapposizioni, meno solida di quanto a prima vista possa sembrare.
Le persone non vivono nell’irraggiungibile iperuranio: nascono sempre in un determinato luogo e nella loro vita vanno incontro a determinate esperienze e non ad altre. Chiedersi quali sarebbero le proprie idee politiche se si fosse nati e cresciuti in Unione Sovietica o negli Stati Uniti è una domanda oziosa, utile per mettere alla prova le proprie certezze, ma nulla di più. L’unico modo per distinguere ciò che è naturale da quello che è culturale è lavorare sulle differenze: ad esempio, dal momento che gli uomini parlano ovunque, si suppone che il linguaggio faccia parte della natura umana e non della sua cultura, ma anche qui è difficile distinguere con precisione. Continua a leggere “Errori di prospettiva”

Sottigliezze

La differenza tra l’eugenetica nazista e quella odierna è sottile. Se prima era imposta dall’alto, oggi passa attraverso la libera scelta individuale.

Eugenia Roccella durante l’incontro Generare un uomo perfetto?, Meeting per l’amicizia fra i popoli, Rimini, 23 agosto 2007.
Forse sono disattendo io, ma la differenza non mi sembra poi così sottile.

Purtroppo non sono riuscito a vedere il filmato dell’incontro e mi devo accontentare del breve riassunto, ma sembra che i vari partecipanti (Roberto Colombo, Eugenia Roccella e Marco Bregni) considerino equivalenti i concetti, tutti interpretati molto allegramente, di uomo sano, uomo migliore e uomo perfetto.
Roberto Colombo, ad esempio, si chiede: «Cos’è la perfezione dell’uomo? Non è assenza di difetti, non è un problema di ‘materiali’. […] Perfezione deriva dal latino perficio che significa portare a compimento, quindi ha a che fare col destino dell’uomo. La perfezione c’è già, è Gesù Cristo e la nostra vocazione sta nel conformarci a Lui».
Confidiamo che si riferisca agli aspetti etici di Gesù Cristo. Perché uno potrebbe pensare che Colombo, essendo il direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare e Genetica Umana all’Università Cattolica di Milano, si auguri un abbassamento della speranza di vita a 33 anni.

Autodeterminazione limitata

La prassi sociale (di cui la medicina è forma eminente di tutela del bene della persona e della comunità) e il diritto – in particolare quello costituzionale – non riconoscono agli atti di lesione o distruzione della propria vita lo statuto di “autodeterminazione” della persona da tutelare e promuovere civilmente e legalmente.

Roberto Colombo, Ma la volontà autolesiva cosa c’entra con il medico?, “Avvenire”, 25 luglio 2007

Penso che Colombo si riferisca alle ultime parole dell’articolo 32 della costituzione:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Le “disposizioni di legge” possono obbligare una persona a un determinato trattamento sanitario (il TSO, trattamento sanitario obbligatorio, ma anche le vaccinazioni obbligatorie), ma mai senza violare i «i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Per Colombo gli atti di lesione e distruzione della propria vita violerebbero questi limiti, e pertanto è giusto che la comunità (e la Repubblica con apposite leggi) proibisca simili atti. Continua a leggere “Autodeterminazione limitata”