Se la pseudoscienza è meglio della scienza

Ho letto Sulla scena del mistero di Stefano Bagnasco, Andrea Ferrero e Beatrice Mautino.
Un volume molto interessante, dedicato in buona parte a quello che i filosofi della scienza chiamano problema della demarcazione, ossia la differenza tra scienza e pseudoscienza.

A pagina 17 viene esposto l’imperativo categorico di Hyman:

Non cercare di spiegare qualcosa finché non sei sicuro che questo qualcosa esista.

e se ne fornisce immediatamente un esempio pratico: il triangolo delle Bermuda.
Lo scienziato, prima di lanciarsi in ipotesi, studia se davvero in quella zona dell’Oceano Atlantico siano avvenute scomparse inspiegabili. Nello specifico, Larry Kusche, consultando rapporti della Guardia costiera e vecchi giornali, scopre così che non è vero (quasi) nulla: si tratta di invenzioni o esagerazioni.
E lo pseudoscienziato? Beh, Roberto Giacobbo, conduttore di Voyager, va alle Bermuda per indagare di persona sul mistero.

Ricapitolando: lo scienziato si chiude in biblioteca a consultare noiosi rapporti scritti da annoiati marinai alla fine del turno e vecchi giornali ammuffiti; lo pseudoscienziato si fa una settimana alle Bermuda senza cacciare un soldo, che paga tutto la Rai.

Io da grande voglio fare lo pseudoscienziato.