Scriviamo qualcosa sui Mondiali di calcio

Nel centenario della Prima guerra mondiale, un po’ consola vedere che le nazioni si sfidano mandando una dozzina di maschi a prendere a calci un pallone invece di decine di migliaia a spararsi.
Ma non è di questa “moderazione dei costumi” che voglio scrivere.

Stamattina ho scoperto – avendo escluso la clausura, volenti o nolenti si vengono a sapere i risultati dei Mondiali – che la Spagna è fuori. Proprio quella Spagna che ha quattro anni fa, ricordano un po’ tutti, vinse, i Mondiali.
E, ricordano sempre un po’ tutti, non è la prima volta che, in tempi recenti, i Campioni del mondo uscenti non superano la prima fase.

Un segno della crisi del calcio moderno?
Copiando a man bassa quanto scrisse Stephen Jay Gould in Full House – in italiano: Gli alberi non crescono fino in cielo – a proposito della declinante media dei migliori battitori  del baseball, sostengo che è l’esatto contrario.
Il fatto che una squadra che ha fatto un ottimo risultato qualche anno prima adesso ne faccia uno pessimo è segno non della crisi, ma della qualità del calcio moderno. Le trenta o quante sono poi nazioni che partecipano al mondiale hanno tutte, o quasi, ottime squadre. Il livello è più omogeneo, il che significa che è meno scontato il risultato.
Se prima una squadra forte, come la Spagna, giocava almeno metà delle partire contro nazioni decisamente più deboli e quindi poteva avanzare nella classifica, adesso le sfide sono quasi tutte con avversari di pari livello e il risultato è determinato da fattori prima trascurabili, come il caso, la forma fisica di uno o due atleti e così via.

Post scriptum

Gould era un appassionato di baseball e aveva studiato attentamente le statistiche dei giocatori, le regole del gioco eccetera. Io nulla del genere, per cui ci sono discrete probabilità che quello che ho scritto sia una fesseria di proporzioni mondiali.

9 commenti su “Scriviamo qualcosa sui Mondiali di calcio

  1. Gould chi? Glenn? In quanto alla attuale contingenza storica, c’è molto di panem et circences.

  2. L’omogeneità del livello è quello che viene ricercato in una lega professionistica chiusa come la MLB (la lega di baseball), che adotta il sistema dei draft per introdurre i giovani migliori uscenti dai college permettendo alle squadre che l’anno precedente hanno avuto il record peggiore di chiamare per prime, potendosi così accaparrare il migliore. I giovani draftati poi devono firmare contratti al “minimo sindacale” e per un certo numero di anni con la squadra che li ha scelti, contribuendo in quel modo alla sua crescita.
    Un campionato del mondo non ha questa caratteristica: ci sono gironi continentali, e in certi continenti ci sono molte squadre nazionali forti (Europa: Italia, Spagna, Portogallo, Olanda, Francia, Inghilterra, Germania…) e in altri continenti ce ne sono poche (Asia: Giappone, Corea del Sud) che spesso non sono nemmeno forti come la più debole tra quelle di un continente forte, ma vanno ugualmente al Mondiale.
    Il Cile non è al livello della Spagna. O almeno non è al livello di una Spagna che non arriva spompata.
    Il gruppo C con Colombia, Giappone, Costa d’Avorio e Grecia è un gruppo di scappatidicasa (soprattutto i colombi, che #seperdimuori).
    Nel gruppo F l’Argentina si trova la Bosnia, la Nigeria e l’Iran.
    Non c’è l’omogeneità che c’è nel baseball di Gould. Peraltro nel 1996, anno in cui viene pubblicato il libro di Gould, il leader nella MLB in battuta è Gwinn che non dovrebbe vincere quel titolo, se si interpreta il regolamento in senso strettissimo: il regolamento richiede che un giocatore vada sul piatto un certo numero di volte (almeno 3.1 a partita) per poter essere conteggiato. Altrimenti uno ci va una volta, batte subito una valida, ha un 1.000 in battuta e stravince il titolo alla fine. 3.1 a partita fanno almeno 502 a stagione (ci sono 162 partite). Gwinn è andato al piatto solo 498 volte. Alla fine è stato dichiarato vincitore perché anche se avessero aggiunto 4 battute a vuoto avrebbe avuto una media superiore al secondo candidato al titolo. Lo stesso Gwinn due anni prima era andato vicino al .400 (.394) che è un limite che non si supera facilmente (ce ne sono diversi tra fine ‘800 e primo ‘900), ma se guardi i record non è vero che si stanno assestando verso il basso, piuttosto ci sono variazioni che periodicamente vanno verso l’alto e poi ridiscendono, e poi risalgono, e poi riscendono http://www.baseball-reference.com/leaders/batting_avg_leagues.shtml
    e se allarghi la prospettiva, la media di battuta rimane costante tra il .300 e il .400 per quasi tutta la storia del baseball, non è una cosa di “adesso” (metà anni ’80 quando ne parlava Gould)(e anzi se vai a vedere da inizio anni ’90 la media era in crescita, non in calo)

  3. se posso permettermi: è segno di marketing.

    pochi allenatori hanno il coraggio o la possibilità di mettere fuori rosa il portiere (o il libero) pluripremiato pluridecorato e plurisponsorizzato che ha vinto 4 o 8 anni fa.
    devono affondare con lui.

    ma il pallone resta un gioco per ventenni poveri&affamati, almeno per come la vedo io.

  4. (cacadubbi mode/on
    è anche vero che il plurisponsorizzato eccetera si può prendere più libertà con il regolamento prima che l’arbitro pusillanime come e più del ct lo mandi in doccia a cartellinate; dunque: boh.)

  5. Il paradosso dei paradossi sarebbe che in questa edizione vincesse l’Uruguay, magari in finale coi padroni di casa al Maracanà e pure per 2 a 1.
    In Brasile assisteremmo a un suicidio di massa.

  6. Alex: quindi il calcio europeo è davvero in crisi? Hanno ragione quelli che dicono che non c’è più la nazionale di una volta?
    Su Gould: ho semplificato il suo discorso; se non sbaglio (ho letto il testo anni fa e quella parte era per me la più oscura, non capendo un cavolo di baseball) teneva conto della media in aumento e anzi era parte del suo ragionamento

  7. quelli che dicono che non c’è più la nazionale di una volta dovrebbero aggiungere che non c’è più stata la nazionale di una volta tra il 1938 e il 1982 e poi ancora tra il 1982 e il 2006.
    Quanto alla crisi del calcio europeo, su 19 campionati del mondo disputati, 10 sono stati vinti da una squadra europea. Degli altri 9, 5 sono del Brasile. Degli ultimi 4, due sono dell’Argentina e due dell’Uruguay. Non c’è una grande omogeneità…

    Se consideriamo anche i secondi posti, 15 volte su 19 sono occupati da una squadra europea. Quindi 10 volte su 19 troviamo in finale solo squadre europee, e solo 4 volte su 19 non c’è nemmeno una europea.

    4 volte che sono la stessa quantità di volte che non ha vinto una europea o il Brasile. Stesse sole 4 volte in cui 2 squadre su 3 sono non europee (in genere sudamericane, Brasile Argentina Uruguay un paio di volte il Cile e una volta gli USA).

    Approfondiamo: 7 volte su 19 il podio è stato composto completamente da squadre europee. E 4 volte sempre, tutte le prime 4 posizioni sono occupate da squadre europee.

    Mediamente, è difficile contare le europee fuori dalle favorite di un mondiale. Ed è altrettanto difficile contare una non europea come vincente finale, escluso il Brasile. Non mi sembra si possa dire che il livello è calato o che è salito quello del resto dei continenti, a meno che sia la solita sparata da “Processo di Biscardi”. Per esempio è da quando ero piccolissimo che sento dire che “la prossima squadra che vince un mondiale è africana”…

  8. L’epilogo !!! ITALI FUORI DAI CAMPIONATI MONDIALI IN BRASIL!!!
    avevo risposto come sarebbe andata!! E menomale che siamo usciti così senza gloria e con la faccia della verità.. saremmo usciti alla prossima con l’eliminazione diretta. ((E mi spiace che tutto ciò non era successo agli europei visto che, dopo la conquista della finale, nessuno aveva compreso il nostro effettivo valore da nazionale di calcio!!!)) Anche questa volta il popolo degli italiani che ci credono sono stati presi per il culo”” in mano di un sistema ipocrita e soltanto interessato a fare business!! E adesso i mass media scriveranno e giustificheranno tutto per coprire i grandi interessi.. e noi ..come al solito abbocchiamo!! Prandelli?? un mediocre.. senza palle.. i suoi giudizi tecnici da ipocrita..incapace e millantatore della verità. Sapeva che non avevamo squadra.. eppure un mese prima ha ottenuto il rinnovo con 200 mila euro nette in più (ben un milione e 700 euro a stagione.. alla faccia dello spending ..e di tanti che non arrivano alla fine del mese!!!) e nelle sue dichiarazioni fa credere di capirne di calcio e riesce far credere che possiamo andar fino in fondo.. addirittura in finale !!! Svegliamoci!! e adesso basta accettare ogni mondale o europeo di sentirsi o essere orgogliosi di una squadra sempre mediocre… che stenta sempre… azzoppata che.. alla fine.!!. alla fine!! è sempre l’Italia che riesce a vincere !!

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