Lo sberleffo sprecato

Mario Iannaccone, che è un collaboratore del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, scrive su Avvenire una feroce critica agli atei sghignazzanti, ad esempio Odifreddi e Giorello.
La tesi è molto semplice:

Chi difende le ragioni di un mondo senza Dio va rispettato, e letto, anche perché è necessario alla fede. Ma gli argomenti dell’ateismo possono arricchire la vita culturale soltanto se sorretti da un’alta tensione intellettuale. La freddura, lo sghignazzo così come l’invettiva che confonde fanatismo con religione sono indegni di intellettuali che hanno responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica che li vede apparire, spesso suo malgrado, su ogni schermo e pagine di giornale.

Per Iannaccone la risata è indegna: gli intellettuali, e in generale chi ha delle “responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica”, non dovrebbero ridere, o almeno non dovrebbe far ridere.
Le risate non sono degne di attenzione. Se una persona fa una battuta, usa l’ironia, non ascoltatelo: quello che dice non è interessante.

Non ho semplicemente voglia di commentare quanto una simile concezione del comico sia meschina e, questa sì, davvero indegna di un intellettuale o presunto tale.

8 commenti su “Lo sberleffo sprecato

  1. Mah, mi pare che il tuo commento non colga il punto. Nessuno (mi pare nemmeno Iannaccone) dice che “la risata è indegna”. Semmai, trovo che abbia ragione quando fa notare che il livello della polemica “ateologica” è, da Dan Brown in qua, davvero parecchio basso. Aridatece gli atei quelli seri.

  2. Ivo, penso che Iannaccone non attacchi la risata, ma la presa in giro. Oltretutto, se qualcuno ha un’idea diversa dalla nostra prenderlo in giro non gliela farà cambiare di sicuro. Psicologia finissima dalle labbra di una psicologa, per quanto sperimentale 😉

  3. sul mio blog ho postato l’articolo ed un mio breve commento. Questi intellettuali non prendono in giro nessuno. Quelli che prendono in giro sono quei preti a cui qualcuno da ancora credito. Una persona come Iannaccone prende in giro ma a sua volta è presa in giro.

  4. Se Iannaccone intendeva attaccare la presa in giro, era meglio se usava altri termini:

    Dopo il cupo ma rigoroso ateismo marxista, ecco rispuntare il lazzo, lo sghignazzo.

    Se il suo obiettivo era lo sfottò, perché non scriverlo? Avrei avuto poco da commentare un ecco rispuntare lo sfottò.

    Riguardo alle sue ragioni sul livello della polemica teologica… sono d’accordo: aridatece gli atei seri. Ma perché lodare Onfray e criticare Ferraris e Giorello? Onfray ti va bene e Ferraris no solo se, appunto, il tuo problema è lo stile serio o faceto, non il contenuto.

    Il mio obiettivo, comunque, non era far cambiare idea a Iannaccone e neppure prenderlo in giro. Solo commentare un suo schema mentale secondo me molto limitato.

  5. Piccola aggiunta: Iannaccone sicuramente non intende criticare Aldo Giovanni e Giacomo o il loro pubblico. In questo senso la risata non è indegna.
    Ma è indegna la risata che cerca di affrontare temi seri. Iannaccone pone una distinzione per me inaccettabile: i discorsi seri non si possono che fare seriamente, il faceto va bene per le cose non importanti come, appunto, uno spettacolo di Aldo Giovanni e Giacomo.

  6. Concordo sul fatto che tutta questa “muscolarità” in Onfray non la vedo, mentre scorgo ben più intelligenza in Ferraris.
    Ma non me la sento di dissentire da Iannaccone. Prendi Odifreddi, non come persona ma come tipo umano: usa ironia e sarcasmo di qua e di là.
    Ma l’ironia è quell’uso pragmatico del linguaggio con cui si dice in forma provocatoria e con affermazioni rovesciate( dire caldo per freddo ) un qualche contenuto.
    L’ironia ha appunto senso solo se dietro allo sberleffo c’è un’idea positiva e ponderata.
    Se è invece una gigantesca cipolla, dove ogni sghignazzo- anche piuttosto sciocchino, considerando le competenze ridotte di molti “provocatori” – rimanda ad un altro ed un altro ancora, senza arrivare ad una base solida, è difficile parlare di un contenuto al di là dello stile.
    Anzi, neppure ha senso parlare di stile, mancando il contenuto.
    Potremmo chiamarla, più che “ateismo sghignazzante”, una vera e propria contraddizione pragmatica.
    Oppure piuttosto diremmo “strategia bellica”… Si punge e si sfotte, in modo a volte cretino, finché l’altro non reagisce e reagisce male.
    In modo simile operava la Fallaci. Scriveva tesi “scomode e provocatorie”( vulgo, pesci in faccia con stile e cultura da pescivendola ), e dall’inizio preannunciava che a dimostrare la bontà delle sue idee sarebbero state le reazioni: chi avrebbe assentito, avrebbe assentito; chi avesse reagito, beh, il tono brusco delle risposte avrebbe mostrato che erano stati punti sul vivo.
    Trucchetti piuttosto bassi, insomma…
    ciao! Eno

  7. Accostando Odifreddi alla Fallaci, dimostra che sei stato punto sul vivo e che le puntuali e competenti osservazioni di Odifreddi hanno colto nel segno! 😉

    Facili ironie a parte, concordo con quel che dici, ma rimango della mia idea: per quanto possa (parzialmente) colpire nel segno, Iannaccone sbaglia argomenti.

  8. ‘Acc… devo ammetterlo: mi ha proprio colpito su un nervo dolente.
    Confesso, confesso… infatti, accostare la Fallaci ad Odifreddi è stato un atto basso nei di lei confronti. 😛
    ( Non li ho accostati, però: li ho sussunti sotto una categoria più vasta )
    ciao!!

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