Colazione con Tiziano Ferro – o della musica che non ti aspetti

Ho fatto colazione al bar, stamattina. Da solo. E ho fatto un’esperienza strana – strana per essere il 2020, ma perfettamente normale qualche anno fa. Ho ascoltato musica che non avevo scelto.

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Applausi

Domenica scorsa ho ascoltato la Nona di Beethoven.

Il concerto, parte del Ludwig van Festival dell’Orchestra della Svizzera italiana, doveva originariamente essere all’aperto, poi causa pioggia si è tenuto all’interno della sala del Lac, il centro culturale di Lugano. Mantenendo comunque la formula dell’evento eccezionale e gratuito, vista la presenza di vari cori della regione e l’allestimento di uno schermo nella hall del centro culturale – il che ha verosimilmente portato in sala un pubblico nuovo, non avvezzo ai riti della musica classica.

Così alla fine del primo movimento c’è stato qualcuno che ha osato applaudire, subito intimorito dagli sguardi severi dei vicini avvezzi al rigido rituale della musica classica. Poi magari uno a casa di legge la Lettura della nona sinfonia di Massimo Mila, e – vado a memoria – scopre che alla prima esecuzione il pubblico viennese proruppe in un applauso spontaneo nel bel mezzo del secondo movimento.
Insomma, puoi portare la musica classica in piazza; ma portare gli applausi nella musica classica, no.

A Beethoven manca il ritmo

Leggo un po’ ovunque che “secondo Giovanni Allevi a Beethoven mancava il ritmo”.
Eviterei di commentare quella che è una dichiarazione probabilmente fatta unicamente per fare rumore, ma incuriosito ho cercato di capire che cosa ha effettivamente detto il pianista italiano e ho notato una cosa curiosa.
Partiamo dal virgolettato:

“Un giorno”, ha spiegato, ho capito che dovevo uscire dal polverone e cambiare approccio con la musica, anche se si trattava di quella classica. Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven. Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando finisse. Credo che in Beethoven manchi il ritmo. Con Jovanotti, con il quale ho lavorato, ho imparato il ritmo. Con lui ho capito cos’è il ritmo, elemento che manca nella tradizione classica. Nei giovani manca l’innamoramento nei confronti della musica classica proprio perché manca di ritmo”.

Ricapitolando, Allevi ha visto un bambino annoiarsi a un concerto nel quale veniva suonata una sinfonia di Beethoven. E ha capito che tutti i giovani si annoiano ad ascoltare tutti i concerti di tutta la musica classica.

Stupisce che Allevi abbia una laurea in filosofia?

Dolore alle orecchie

Oggi, mentre guidavo, ho avvertito un forte dolore alle orecchie.
Alla radio ho avuto modo di ascoltare una canzone – che ho scoperto essere Cercavo amore di una certa Emma Marrone1 – il cui ritornello mi dava proprio una sensazione di malessere fisico. «Cercavo amore e alla fine mi ero illusa fossi te». Perché quel pronome? Perché te e non il più corretto e altrettanto musicale tu? Perché questo sfregio alla grammatica italiana?2

  1. Vincitrice, ho scoperto grazie a Wikipedia, di Amici e di Sanremo. Vivo fuori dal mondo, è un problema? []
  2. Noto incidentalmente che il paroliere della canzone è un certo Roberto Casalino che, così appare sulla suo biografia, è stato invitato in una università italiana a parlare di “creatività e la scrittura di canzoni”. []

La musica sta cambiando

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Sabato mattina ero al Teatro alla Scala di Milano per assistere alla prova aperta del concerto di Riccardo Chailly e Stefano Bollani.
Il programma prevedeva musiche di George Gershwin: An American in Paris, Catfish Row e il Concerto in fa; composizioni che i due artisti, insieme alla Filarmonica della Scala, hanno interpretato magistralmente.

Alla fine del primo movimento del concerto per pianoforte, il pubblico ha applaudito. E sia Bollani sia Chailly hanno ringraziato il pubblico per gli applausi.
Certo, era una prova, Bollani probabilmente ha portato in sala un pubblico meno rituale e la musica di Gershwin ha un ritmo a dir poco trascinante. Però è curioso come in un luogo come il Teatro alla Scala sia stata trasgredita la inviolabile norma che proibisce – pena la riprovazione sociale – di applaudire tra un movimento e l’altro di una composizione.

A proposito di Guglielmo Tell

Ieri sera ho ascoltato l’ouverture del Guglielmo Tell (o Guillaume Tell, ché la versione originale è in francese) di Gioachino Rossini.

Il brano è noto, ma meglio ascoltarlo: Continua a leggere “A proposito di Guglielmo Tell”

Musica ed emozioni

Su Internazionale di questa settimana (n 840, 2/8 aprile 2010)  un interessante articolo di Alex Ross, critico musicale del New Yorker, sui concerti di musica classica. L’etichetta impone di non applaudire se non alla fine dell’intera composisione, costringendo gli spettatori a reprimere i propri sentimenti di euforia alla fine di movimenti o sezioni particolarmente esaltanti. Secondo Ross questo è uno dei motivi della crisi della musica classica. Continua a leggere “Musica ed emozioni”

Maestoso andante (dalla Sonata per pianoforte n. 12)

Ludwig van Beethoven, Sonata per pianoforte n. 12 op. 26, III. Maestoso andante, marcia funebre sulla morte d’un eroe.

Il significato della musica

More about Giocare con la musica

Per ora tutto quello che voglio farvi notare è che la  musica ha i suoi significati, che sono lì per voi, per farvi sentire dentro la musica; e non avete bisogno di storie o immagini per dire cosa significa. Se vi piace la musica, troverete da soli i significati, semplicemente ascoltandola. È questo che dovreste fare. Mettervi comodi e rilassarvi, goderla, ascoltare le note, sentirle muoversi, ballare, urtarsi, scintillare, scivolare – e semplicemente godere di questo.
Il significato della musica è nella musica e in nessun altro luogo.

Leonard Bernstein, Giocare con la musica, Milano, excelsior 1881, 2007

Nella libreria Mondadori di Milano Lambrate questo testo era vicino a un libro di Giovanni Allevi – credo La musica in testa.
Mi sono immaginato un fan di Allevi che, mentre allunga la mano verso il libro del suo idolo, l’occhio gli cade su Giocare con la musica e , sopraffatto dalla vergogna, si pente delle proprie intenzioni e acquista il testo di Bernstein.