L’uovo benedetto

Uovo benedettoUna tradizione, alla quale mia moglie tiene particolarmente, vuole che il pranzo della domenica di Pasqua inizi con un uovo sodo benedetto.
Sabato le uova vengono messe a bollire, decorate secondo l’estro (e il tempo libero) del fedele e portare in chiesa per la benedizione.

La prima volta, temendo strane reazioni al contatto di un esofago decisamente ateo con un uovo benedetto, chiesi di venire esentato dal rito. Colei che qualche tempo dopo divenne mia moglie si rifiutò, non so se per questioni logistiche (tenere separato l’uovo non benedetto da quelli benedetti) oppure perché la conversione può anche arrivare dalla gola.
Alla fine non accadde nulla: non mi strozzai, come temevo accadesse, ma neppure mi convertii durante la digestione, come forse sperava mia moglie. Continua a leggere “L’uovo benedetto”

Le risposte della filosofia

Dieci domande a dieci grandi pensatori: così The Philosopher’s Magazine ha deciso di festeggiare i dieci anni di attività.
Sul blog sono riportate le risposte a una delle dieci domande: “Has philosophy responded adequately to the big events and debates of the last decade, such as climate change and the post-9/11 world?” (La filosofia ha risposta adeguatamente ai grandi eventi e dibattiti degli ultimi dieci anni, come i cambiamenti climatici e l’11 settembre?). Continua a leggere “Le risposte della filosofia”

Unico ma non inimitabile

In un bell’articolo apparso sul New York Times, Michael Tomasello, co-direttore del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, si chiede dove risieda l’unicità degli esseri umani.
L’approccio di Tomasello è, ovviamente, il naturalismo: negli esseri umani non c’è nulla di sovrannaturale, gli uomini non sono altro che animali e come tali vanno studiati.

Che cosa hanno gli esseri umani che gli altri animali non hanno? Continua a leggere “Unico ma non inimitabile”

Soggettivo e oggettivo

In estate, i media si riempiono di contenuti sulle torride e intollerabili temperature raggiunte. In inverno troviamo invece articoli sull’intollerabile freddo.
Se manterranno la tradizione iniziata alcuni anni fa, oltre alla temperatura segnata dai termometri si indicherà anche la “temperatura percepita“. Di solito di qualche grado superiore (se fa caldo) o inferiore (se fa freddo).

Avevo archiviato questa espressione sotto la rubrica “sensazionalismo giornalistico”, e me ne ero disinteressato. È stato Maurizio Ferraris, nel suo Il tunnel delle multe. Ontologia degli oggetti quotidiani (Einaudi 2008), a farmi notare come questa temperatura percepita sia un ottimo esempio per illustrare la differenza tra soggettivo e oggettivo.

Dipendenza e indipendenza

Soggettivo è ciò che dipende dal soggetto, oggettivo ciò che invece ne è indipendente.

La temperatura che troviamo indicata sui termometri è oggettiva. L’altezza della colonnina di mercurio dipende esclusivamente dalle proprietà fisiche del mercurio, non certo dai pensieri e dalle sensazioni delle persone che guardano il termometro. Certo, dipende dai soggetti l’unità di misura: in Italia si parla di 30 gradi (Celsius), in Gran Bretagna di 86 gradi (Fahrenheit) e nei laboratori di fisica di 303,15 gradi (Kelvin), ma la temperatura è sempre la stessa.

La temperatura percepita, invece, è soggettiva. Se l’umanità si estinguesse, o se si fosse evoluta in una maniera radicalmente diversa, la temperatura oggettiva resterebbe la stessa, mentre non avrebbe senso parlare di temperatura percepita. O almeno non avrebbe senso parlarne come se ne parla adesso.

Ontologia ed epistemologia

Tutto bene? No, perché anche la temperatura percepita possiede una sua oggettività, per quanto sarebbe forse più corretto parlare di flusso termico come ha spiegato Andrea Ferrero su Twitter. Il suo esistere (la sua ontologia) è soggettiva, ma non il modo di conoscerla (la sua epistemologia). Questa è la formula per calcolare la temperatura percepita, tenendo conto dell’umidità dell’aria:

La temperatura percepita è ontologicamente soggettiva ma epistemicamente oggettiva (la terminologia, qui, è di John Searle, non di Maurizio Ferraris). In altre parole: senza nessuno in grado di percepire, non ha senso parlare di temperatura percepita, ma se io sostengo che la temperatura percepita è di 30 gradi, mentre secondo te è di 34, uno dei due ha sbagliato i calcoli.

Anche il mal di denti è ontologicamente soggettivo ma epistemicamente oggettivo. Senza un soggetto non potrebbe esistere il mal di denti, ma una volta che c’è, me lo tengo e non posso farci niente, se non prendere un analgesico.
Un giudizio estetico, ad esempio “Il tunnel delle multe di Maurizio Ferraris è un brutto libro”, è invece epistemicamente soggettivo. Per un’altra persona può essere un bel libro, ma non per questo uno dei due si sbaglia.

Aggiornamento gennaio 2023

Ho riscritto parzialmente l’articolo, togliendo i riferimenti all’attualità (del 2008) e citando il flusso termico.

Un’enorme ontologia invisibile

Grazie a Roberto Chibbaro ho scoperto l’esistenza de Il Minottino, Manuale di sopravvivenza giuridica ad uso del blogger scritto da Daniele Minotti, avvocato.
Alcuni aspetti giuridici mi sono sembrati sensati (tutto ciò mi preoccupa non poco: o la legge è sensata, e di questo ne dubito, oppure il mio buon senso è contorto quanto quello dei giuristi). L’aspetto più interessante del libro è comunque la domanda centrale che tiene un po’ le fila di tutto il discorso: il web è stampa? Continua a leggere “Un’enorme ontologia invisibile”

Un testo controcorrente

La quarta di copertina recita:

Un testo folgorante, controcorrente, degno di un grandissimo pensatore.

Con queste parole qualcuno ha deciso di presentare al pubblico italiano Occidente e multiculturalismo di John Searle (Edizione Il Sole 24 Ore e Luiss University Press, 2008, 86 pagine, 10 €). Continua a leggere “Un testo controcorrente”

Nascita di una nazione

Il 17 febbraio 2008 il Kosovo1 ha dichiarato la propria indipendenza dalla Serbia.
La Serbia non è d’accordo, e si considera ancora sovrana sul territorio del Kosovo.

Tutto questo rappresenta un grosso problema politico e un piccolo problema filosofico.
La mia riflessione politica si limita a un generico augurio che la questione non venga risolta militarmente; da un punto di vista filosofico, questa strana indipendenza parziale può essere un buon esempio per valutare, anche se sommariamente, alcune teorie sulla realtà sociale. Continua a leggere “Nascita di una nazione”

  1. Oppure Kossovo, o ancora Cossovo: ho trovato utilizzate tutte e tre le grafie []

Riflessioni ontologiche: squadre di calcio e conflitti armati

Ieri sera, al teatro Dal Verme, si è sentito parlare John Searle, Barry Smith, Stefano Rodotà e Maurizio Ferraris (Hernando de Soto, purtroppo, era assente giustificato). I temi andavano dalla ontologia sociale alla scrittura alla protezione e gestione delle scritture, nel senso di dati personali registrati negli archivi.

Dopo aver ascoltato le relazioni di questi filosofi, dopo il gioioso (non c’è altra maniera di descriverlo) concerto di Nicola Arigliano e dopo aver letto, nell’attesa che l’evento avesse inizio, il Corriere della Sera, si impongono alcune riflessioni ontologiche su recenti eventi. Continua a leggere “Riflessioni ontologiche: squadre di calcio e conflitti armati”

Mobile: Gigantic Philosophical Event

La Milanesiana 2006 – Letteratura Musica Cinema

Mobile: Gigantic Philosophical Event

Teatro Dal Verme
via san Giovanni Sul Muro, 2

ore 21:00

Hernando de Soto
Maurizio Ferraris
Stefano Rodotà
John Searle
Barry Smith
Nicola Arigliano Quintet

Letture
Il mistero dell’ontologia sociale di John Searle
Il mistero del Capitale di Hernando de Soto
Atti Documentali di Barry Smith
Il diritto al segreto di Stefano Rodotà
Documentalità e telefonini di Maurizio Ferraris
Coordina Riccardo Chiaberge

Concerto
Il nostro grande swing di Nicola Arigliano Quintet

Entrata libera fino ad esaurimento posti (apertura alle ore 20:00)

Mente, Cervello e Linguaggio

Come Searle ha ricordato recentemente, se nella seconda metà del secolo scorso la filosofia della mente ha preso il posto della filosofia del linguaggio nel ruolo di “filosofia prima”, è perché la maggior parte dei filosofi ha riconosciuto che la filosofia del linguaggio era solo una parte della filosofia della mente.

Così Maurizio Ferraris nel già ricordato discorso per il conferimento a Searle del premio “Mente e Cervello”. Continua a leggere “Mente, Cervello e Linguaggio”