Uno schioccare di dita

C’è un pensiero che continua ad arrovellarmi, dopo aver visto Avengers endgame.1

Ora, già nel precedente film la conta degli scomparsi era realisticamente di molto superiore alla metà – perché un conto son quelli letteralmente ridotti in polvere dallo schiocco di dita di Thanos, un altro son quelli morti per i vari incidenti seguiti alla scomparsa. Incidenti per metà delle automobili in circolazione, un quarto degli aerei (contando il copilota, ammesso che lui e il personale dell’aeroporto abbiano il sufficiente sangue freddo per l’atterraggio), più navi, elicotteri, treni, metropolitane, autobus senza dimenticare centrali nucleari, dighe eccetera.
E tutto questo ammettendo che il sistema economico continui a funzionare, che nelle fattorie si continui a coltivare la terra, che qualcuno rifornisca le fabbriche di materie prime e distribuisca i prodotti, eccetera.
Insomma, secondo me è facile azzardare che, tra polverizzati da Thanos, morti immediatamente in incidenti e morti di inedia nelle settimane successiva, almeno due terzi dell’umanità non ci siano più. E temo sia una stima molto conservativa.

Abbiamo quindi una popolazione mondiale di due-tre miliardi di persone che con difficoltà si riorganizza, ricostruisce una società.
Passano gli anni – cinque, per la precisione, e non sono pochi – e gli Avengers riescono a procurarsi le gemme dell’infinito: un altro schiocco di dita e 4 miliardi di persone ritornano come se nulla fosse. Il problema non è tanto ritrovarsi la figlia di cinque anni che ne ha dieci e chiama qualcun altro mamma e papà, ma dove alloggiare – se ti va bene hai una casa abbandonata da cinque anni, se ti va male è abitata da altri, se ti va malissimo è diventata una discarica tossica con le macerie dalla Grande scomparsa –, cosa mangiare, cosa bere, che medicine prendere. Perché, anche stimando una crescita demografica, tutto il sistema produttivo è dimensionato per poco più di tre miliardi di persone – e improvvisamente hai sette miliardi di bocche da sfamare, di corpi di curare e vestire.

Insomma, un’altra catastrofe e se per numero di morti il secondo schiocco di dita è forse inferiore al primo, è sicuramente maggiore per sofferenza. E gli Avengers sono i buoni.

  1. Breve premessa per chi non ha visto gli ultimi due cinefumettoni Marvel: Thanos, preoccupato per l’incontrollata crescita demografica, decide di far sparire metà degli esseri viventi – perlomeno quelli senzienti – della galassia. Gli Avengers non riescono a fermarlo, ma cinque anni dopo riescono a far tornare in vita tutti quelli cancellati. []

Il comune senso del pudore

Ieri, domenica 21 agosto, Emilio Giannelli ha pubblicato sul Corriere della Sera questa vignetta:

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Qualche giorno prima, il 17 agosto, sul quotidiano belga Le Soir, è invece apparsa questa vignetta di Kroll, ripresa da Internazionale del 19/25 agosto:

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Non so se Giannelli ha copiato Kroll o se semplicemente ha avuto la stessa idea. Mi interessa di più notare le differenze tra le due vignette.
La prima è che Kroll fa indossare all’agente del 2016 una tenuta antisommossa, una finezza a cui Giannelli non ha pensato, forse per privilegiare la classica caricatura della coppia di carabinieri.
Più interessante il fatto che Giannelli ha invertito le due figure femminili – la donna col due pezzi di ‘ieri’ prende il posto di quella col costume interro di ‘oggi’ –, mentre Kroll ha lasciato immutata la donna col costume “moralmente corretto”.
Ma la differenza più interessante è secondo me l’ultima: nella versione francofona l’indecenza di ieri ha le tette al vento, non un semplice bikini.

Un’ulteriore dimostrazione del fatto che il comune senso del pudore non è proprio comune…

Un simbolo per l’Europa

Lisa Benson
Lisa Benson

Al di là dell’analisi politica sulla situazione in Ucraina, rappresentata da questa vignetta in maniera completamente passiva, è interessante notare come la Russia sia raffigurata con un orso mentre l’Unione europea con Angela Merkel che, se non sbaglio, non ricopre alcuna carica all’interno dell’Ue: il presidente è José Barroso e la Presidenza del Consiglio spetta alla Grecia.
Da notare la fascia nera al braccio della cancelliera tedesca.

L’invenzione di Carl Barks

Persino la narrativa di fantasia può fornire precedenti in grado di invalidare un brevetto. Nel 2011, la società coreana Samsung ha contestato la validità dei brevetti sul design dell’iPad in quanto un computer simile sarebbe già comparso nel celebre film 2001. Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.
Nel 1965, l’Ufficio brevetti dei Paesi Bassi ha negato un brevetto su un metodo per riportare in superficie navi affondate riempiendole di palline galleggianti: secondo una versione che non può essere verificata perché i documenti sono ormai stati distrutti, il rifiuto dipese dal fatto che la stessa tecnica era stata descritta nel 1949 nella storia a fumetti intitolata L’eredità di Paperino di Carl Barks, un episodio della celebre serie pubblicata da Walt Disney.

da Andrea Capocci, Il brevetto, Ediesse 2013

Breve riflessione sulla sperimentazione animale

Grandi dibattiti, almeno nella parte italofona del globo, sulla sperimentazione animale (a.k.a. vivisezione).

Grandi dibattiti di scarsa qualità, mischiando in un indistinto amalgama questioni squisitamente tecniche (l’utilità della sperimentazione animale e la validità delle alternative), politiche (bilanciamento tra varie sensibilità della popolazione), morali (come valutare diritti e benessere dei vari esseri vivente, umani e non umani) e filosofiche (statuto morale dei vari esseri viventi). Continua a leggere “Breve riflessione sulla sperimentazione animale”