I messaggini di Hancock tra paura e fiducia

Credo sia utile dire una cosa sui “Lockdown files” che il quotidiano britannico The Telegraph sta pubblicando. Si tratta di migliaia di messaggi dell’ex ministro della sanità Matt Hancock, quello che si è dovuto dimettere per aver violato le restrizioni sul distanziamento sociale.

Non mi pare ci siano rilevazioni che cambino radicalmente quello che già si sapeva o si poteva sospettare visto il personaggio. Tuttavia uno scambio di messaggi ha dato il via a diverse discussioni online ed è stato anche ripreso dalla BBC.

In quei messaggi Hancock parla del “rilascio” (deploy) di una nuova variante del coronavirus per spaventare la popolazione (frighten the pants of everyone). Siti come BUTAC sono subito intervenuti spiegando che il riferimento è all’annuncio della scoperta della nuova variante, non alla sua diffusione tra la popolazione. Aggiungo anche che Hancock indica chiaramente che la paura ha lo scopo di far rispettare le restrizioni.

Ora, può essere che qualcuno abbia davvero preso quel “deploy” scritto da Hancock come prova del complotto del virus inesistente o creato in laboratorio come parte di un piano per dominare il mondo. Ma sinceramente non ho visto nessuno sostenerlo. La smentita di BUTAC mi pare quindi uno straw man argument.
Ho invece visto citare lo scambio di messaggi come conferma del fatto che le decisioni dei governi non erano basate sulla scienza e non erano prese per il bene della popolazione. Al contrario, la scienza si era sottomessa alla politica e alla sua volontà di controllo.

È una interpretazione che non condivido affatto. Ma che non posso pensare di contrastare semplicemente dicendo che Hancock parlava dell’annuncio e non del rilascio. Quella precisazione non tocca il punto più importante di quei messaggi, ovvero l’esistenza di un piano per spaventare la popolazione (come ha titolato la BBC: “Leaked messages suggest plan to frighten public”).
Siamo nella situazione in cui un governo, invece di informare in maniera completa e obiettiva la popolazione, punta tutto sulla paura. Invece di spiegare le motivazioni alla base dei vari provvedimenti si spaventano le persone, con un paternalismo che sarebbe inaccettabile anche ad aver a che fare con dei veri bambini – spieghi che le scale per la cantina sono pericolose, non che c’è un mostro nel seminterrato. Il tutto, ovviamente, senza rispettare le restrizioni imposte agli altri.

È un comportamento che era già emerso prima dei messaggi trapelati. Ma non per questo meno grave: agendo così si è ridotta, e a ragione, la fiducia verso le autorità (in questo caso britanniche, ma il discorso è chiaramente più ampio). Ricostruire questa fiducia non sarà semplice, ma il primo passo è certamente denunciare chiaramente le cose che non hanno funzionato, anche se vuol dare un briciolo di ragione a dei complottisti.

Leggere notizie

Ho finito di leggere ‘Smetti di leggere notizie – Come sfuggire all’eccesso di informazioni e liberare la mente’ di Rolf Dobelli (tradotto in italiano da Silvia Albesano e pubblicato dal Saggiatore).

Di un infelice esempio fatto dall’autore ho già scritto.
Nel complesso, come ho trovato il libro? In quattro parole: condivisibile, confuso, manicheo ed elitario.

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Piccolo promemoria su chi fidarsi in questa emergenza sanitaria

Mascherine, mascherine fai da te, disinfettanti, distanze sociali, antinfiammatori, vitamina C, aglio… e sono solo alcune delle notizie che circolano in questi giorni su come difendersi dal virus SARS-CoV-2, il nuovo coronavirus.

Ora: sono un filosofo di formazione e un giornalista di professione. Il che vuol dire non fidatevi di me su questioni medico-sanitarie, perché non sono esperto di queste cose e mi limito a ripetere cose che ho sentito da fonti – queste sì – che ritengo affidabili.

Ecco: di chi avere fiducia? Su questo tema un po’ di competenza l’ho, quindi posso dare qualche consiglio secondo me sensato. Insomma: non so valutare l’informazione “le mascherine servono solo se siete ammalati o se assistete un malato”, ma so valutare l’affidabilità di chi lo dice. Poi certo: anche le persone affidabili possono dire cose non vere (perché si sbagliano) e persone non affidabili possono dire cose non false (per caso) ma, appunto, non lo sappiamo, per cui dobbiamo basarci sulla fiducia.

Dunque, di chi fidarci?
Purtroppo è più un’arte che una scienza, ma ecco alcuni indizi, alcuni punti da tenere presenti.

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Perché “siamo andati sulla Luna”?

In questi giorni di celebrazioni per i cinquant’anni della missione Apollo 11, un pensiero mi arrovella.

Perché “siamo andati sulla Luna”?
Notate le virgolette: non mi sto chiedendo i motivi che hanno spinto gli Stati Uniti a creare il programma Apollo – la storia più o meno la conosciamo tutti: fondamentalmente per umiliare i sovietici – ma i motivi che mi fanno affermare che noi1 siamo andati sulla Luna e che non è tutta una montatura, un complotto, un un inganno.

Intendiamoci: non ho dubbi che cinquanta anni fa Neil Armstrong abbia davvero posato il piede sulla superficie lunare. Ma perché non ho dubbi? Non ero ancora nato – come del resto, spannometricamente, l’80% della popolazione mondiale attuale –, non ho particolari competenze storiche o aerospaziali, neppure ho mai conosciuto qualcuno direttamente coinvolto con il programma Apollo.
Gli argomenti a favore mi paiono più convincenti di quelli (alcuni davvero strampalati) contrari, ma la mia è la valutazione di un inesperto.
Insomma, gira e rigira è questione di fiducia: mi fido di più di chi dice che ci siamo stati.

  1. Noi esseri umani, intendo. []

Chiedere la fiducia

Ti fidi di internet?
Ti fidi di internet?

Mi sono imbattuto in un sondaggio secondo cui – pesco dei dati a caso – il 52,4% degli italiani si fida del TG1, il 49,2% di Report e il 53,9 di Striscia la Notizia e il 47,9 di internet.

A parte l’assurdità di mettere dentro un mezzo di comunicazione – internet, che poi sarebbe il web – con una trasmissione, la domanda “quanta fiducia nutre nei confronti di X” non misura l’effettiva fiducia che le persone nutrono nei confronti di X, ma un’entità astratta che chiamiamo ‘fiducia’ ma che non sempre è legata ad essa. Continua a leggere “Chiedere la fiducia”

In chi credere

È importante avere informazioni affidabili.
Mi sembra pertanto più che lecito chiedere informazioni sulla influenza H1N1 (la famosa influenza A o, per gli amici, suina). Il problema è: a chi chiedere? Continua a leggere “In chi credere”

Razionalmente ignoranti

Dal 1987 esiste, in Italia, la UAAR, Unione degli Atei ed Agnostici Razionalisti. Lo scopo dell’associazione, il cui comitato direttivo è composta, tra gli altri, da Margherita Hack, Piergiorgio Odifreddi e Sergio Staino, è promuovere la conoscenza delle teorie atee ed agnostiche, sostenere il confronto tra le varie visioni del mondo e opporsi fermamente ad ogni intolleranza e discriminazione. Continua a leggere “Razionalmente ignoranti”